La ministra Daniela Santanchè sarà processata

Dopo più di un anno di indagini è stata rinviata a giudizio: è accusata di falso in bilancio per la gestione della società editrice Visibilia

Daniela Santanchè, 25 novembre 2024 (Mauro Scrobogna / LaPresse)
Daniela Santanchè, 25 novembre 2024 (Mauro Scrobogna / LaPresse)
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La ministra del Turismo Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio dal tribunale di Milano: è accusata di falso in bilancio nella gestione di Visibilia Editore, società editrice che pubblica riviste settimanali e mensili tra cui Visto e Novella 2000, di cui Santanchè è stata presidente e amministratrice delegata fino al 2022.

Alla fine di ottobre del 2022, poco dopo che Santanchè era stata nominata ministra del Turismo, la procura di Milano presentò un’istanza di liquidazione giudiziale, cioè una procedura che sancisce il fallimento di un’impresa, e contestualmente aprì un’indagine con varie ipotesi di reato. L’indagine fu aperta dopo l’esposto dei soci di minoranza, che nei mesi precedenti avevano denunciato irregolarità nella gestione della società.

L’ipotesi dei soci, sostenuta poi dalla procura, è che la dirigenza di Visibilia avesse fornito notizie infondate o incomplete sui conti dell’azienda. Dopo varie operazioni finanziarie pensate per ottenere liquidità, si sarebbe generata una crisi irreversibile, e dunque di sostanziale fallimento. Secondo l’accusa inoltre fu inserito nei bilanci un attivo intorno ai 3 milioni di euro di fatto inesistente. Di qui l’accusa di falso in bilancio, un reato per cui la pena prevista va da 1 a 5 anni.

Oltre alla ministra del Turismo Daniela Santanchè saranno processate altre 16 persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero e Antonino Schemoz, amministratore del gruppo dall’agosto 2019 e poi liquidatore delle società. Ha invece patteggiato l’ex consigliere Federico Celoria: 2 anni, con pena sospesa, e 5mila euro di confisca.

Nel contesto dell’indagine su Visibilia si è poi sviluppato un altro filone di inchiesta. In questo caso Santanchè è indagata per truffa aggravata ai danni dell’INPS: l’accusa è che abbia gestito in maniera illecita i fondi pubblici della cosiddetta Cassa Covid, quelli che tra il 2020 e il 2022 il governo aveva messo a disposizione delle imprese costrette a non far lavorare i propri dipendenti per gli effetti della pandemia da coronavirus. Anche in questo caso all’inizio di maggio i pubblici ministeri avevano chiesto il rinvio a giudizio, ma il tribunale non ha ancora deciso se accogliere la richiesta della procura. Nel frattempo, poco prima di Natale, la ministra ha ceduto tutte le sue quote di Visibilia.

Santanchè è anche indagata per bancarotta fraudolenta in merito al fallimento di Ki Group, un’azienda di cui era stata amministratrice. Il tribunale di Milano aveva avviato la liquidazione giudiziale per Ki Group il 9 gennaio, e nei mesi successivi aveva fatto lo stesso anche per varie altre aziende collegate.

In merito all’accusa per cui sarà processata, Santanchè attraverso i suoi legali sostiene di non aver nascosto nulla e di avere sempre informato i soci delle perdite della società.

Durante la conferenza stampa di inizio anno, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non era stata categorica nell’escludere conseguenze politiche in seguito a un eventuale processo. «Sulla Santanchè vediamo, diciamo non sono la persona che giudica queste cose prima che accadano, per cui vediamo che cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente col ministro Santanchè», aveva detto Meloni.