Nel sud del Libano l’esercito israeliano ha di nuovo ucciso persone libanesi che cercavano di rientrare nelle proprie case

Soldati israeliani nel paese di Aitaroun, nel sud del Libano (AP Photo/Bilal Hussein)
Soldati israeliani nel paese di Aitaroun, nel sud del Libano (AP Photo/Bilal Hussein)

Lunedì 27 gennaio, per il secondo giorno consecutivo, l’esercito israeliano che occupa il sud del Libano ha attaccato un gruppo di persone libanesi che stavano cercando di tornare nelle loro case: due sono state uccise e almeno 17 sono state ferite, ha detto il ministero della Salute libanese. Domenica, in un attacco simile, l’esercito israeliano aveva ucciso più di 20 persone e ne aveva ferite più di 130. L’esercito israeliano ha sostenuto di aver sparato dei colpi di avvertimento per eliminare quelle che ha definito delle generiche «minacce», senza spiegare di che genere di minacce si trattasse.

Alcuni gruppi di persone libanesi stanno cercando di rientrare nelle proprie case dopo che nella notte tra il 25 e il 26 gennaio è scaduto il cessate il fuoco tra Israele e il gruppo politico e militare Hezbollah stipulato lo scorso novembre. Dopo la fine del cessate il fuoco l’esercito israeliano avrebbe dovuto ritirarsi dalla zona, ma già la scorsa settimana aveva fatto sapere che non lo avrebbe fatto. Lunedì il governo degli Stati Uniti ha detto che l’accordo per il cessate il fuoco è stato prolungato, grazie alla sua mediazione, di tre settimane, fino al 18 febbraio.

L’accordo aveva messo fine alla fase più intensa degli attacchi di Israele in Libano, compiuti da fine settembre, quando il suo esercito aveva anche invaso il sud del paese con l’obiettivo di smantellare Hezbollah. L’accordo prevede il dispiegamento dell’esercito libanese nel sud del paese e il ritiro di Hezbollah oltre il Litani (o Leonte), un fiume a circa 30 chilometri dalla linea di demarcazione, nota come Blue Line, che funge di fatto da confine tra il sud del Libano e il nord di Israele, ma che è oggetto di continue rivendicazioni territoriali.