L’Unione Europea ha rinnovato le sanzioni alla Russia, nonostante la minaccia di veto dell’Ungheria

Una petroliera nel porto di Novorossijsk nel 2022: le sanzioni dell'Unione Europea fra le altre cose vietano il trasferimento di petrolio greggio dalla Russia al territorio dell'Unione (AP Photo, File)
Una petroliera nel porto di Novorossijsk nel 2022: le sanzioni dell'Unione Europea fra le altre cose vietano il trasferimento di petrolio greggio dalla Russia al territorio dell'Unione (AP Photo, File)

Lunedì i ministri degli Esteri dei paesi dell’Unione Europea hanno approvato il rinnovo delle sanzioni economiche contro la Russia, in vigore ormai da circa tre anni per via dell’invasione dell’Ucraina.

Nelle scorse settimane si era pensato che il rinnovo, che va riconfermato all’unanimità ogni sei mesi, potesse saltare a causa dell’opposizione dell’Ungheria. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, il più filo-russo fra i capi di governo dell’Unione, infatti aveva detto che non avrebbe acconsentito a prolungare le sanzioni europee se il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump avesse deciso di allentare quelle statunitensi. Alla fine però Trump aveva detto un po’ inaspettatamente di essere pronto a inasprire le sanzioni se la Russia si rifiuterà di accettare rapidamente un accordo per porre fine alla guerra.

Orbán aveva posto come ulteriore condizione per il rinnovo delle sanzioni un nuovo accordo fra Ucraina e Russia per permettere al gas russo di passare sul suolo ucraino. Gli accordi precedenti sono scaduti il primo gennaio causando problemi principalmente a Ungheria e Slovacchia, due paesi ancora molto dipendenti dalle importazioni di gas russo. Il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha detto che l’Ungheria ha ricevuto «le garanzie che aveva richiesto» riguardo alla propria sicurezza energetica.

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