Ha chiuso l’unica farmacia sull’isola di Linosa

Ora i farmaci arrivano solo da Lampedusa via mare, sempre che il mare non sia agitato

L'isola di Linosa, nel 2018 (AP Photo/Frances D'Emilio)
L'isola di Linosa, nel 2018 (AP Photo/Frances D'Emilio)
Caricamento player

A Linosa, una piccola isola italiana più o meno equidistante dalla Sicilia e dalla Tunisia, ha chiuso l’unica farmacia che c’era: i farmaci arrivano solo via mare dall’isola di Lampedusa, che dista circa 42 chilometri, e naturalmente solo se le condizioni meteo lo permettono e il mare non è agitato. L’isola è molto piccola, remota e difficilmente raggiungibile: ci vivono poche persone, poco più di 400, che però lamentano da anni una carenza di servizi essenziali, soprattutto nella sanità: prima della chiusura della farmacia se n’era andato dall’isola il medico di base e non ci sono medici specialisti.

L’isola di Linosa fa parte dell’arcipelago delle isole Pelagie. È grande poco più di 5 chilometri quadrati e dista circa 160 chilometri sia dal sud della Sicilia (la regione di cui fa parte a livello amministrativo) che dall’Africa (e in particolare dalla costa orientale della Tunisia). Il posto più vicino è appunto Lampedusa, insieme a cui costituisce il comune di Lampedusa e Linosa, il più a sud d’Italia. D’estate però entrambe le isole sono molto frequentate da turisti, soprattutto Lampedusa: nel 2023 in tutto il comune di Lampedusa e Linosa sono arrivati circa 300mila turisti, alcune migliaia dei quali a Linosa (ad agosto, solitamente il mese più pieno, ci sono in media circa 2.500 persone sull’isola).

Linosa è isolata sia dal punto di vista geografico che logistico: farmaci, derrate alimentari e altre risorse essenziali arrivano per mezzo di navi che partono da Porto Empedocle, vicino ad Agrigento, oppure, come nel caso dei vaccini contro il coronavirus, in elicottero.

L’elicottero della Guardia di finanza di Lampedusa che porta un carico di latte e altri viveri a Linosa, priva di collegamenti con la terraferma per via del maltempo, nel 2003 (FRANCO LANNINO – ANSA)

Il transito delle navi da Porto Empedocle all’isola di Linosa non è assicurato: se c’è brutto tempo e il mare grosso, spesso le navi non partono e l’isola resta senza collegamenti con la terraferma: in passato è capitato varie volte che la sospensione delle consegne di cibo e farmaci durasse diversi giorni, sempre per via del meteo. Ciclicamente l’isola di Linosa viene raccontata come “abbandonata” o “dimenticata”.

Spesso, in condizioni meteo avverse, le navi ordinarie vengono sostituite da una motovedetta della Guardia Costiera, che negli ultimi anni ha assunto sull’isola un ruolo fondamentale. Aldo Di Piazza, assessore alla Salute del comune di Lampedusa e Linosa, spiega che la Guardia Costiera non è in alcun modo obbligata ad assistere l’isola di Linosa, e che volta per volta il comune chiede di farlo «in sostanza come cortesia, per ragioni di pubblica utilità».

– Leggi anche: Vita sull’isola di Linosa

La farmacia dell’isola di Linosa ha chiuso il mese scorso, per via di una serie di problemi di salute della titolare, la dottoressa Grazia Di Stefano, ma in questi giorni se ne sta parlando nuovamente per via delle conseguenze concrete che la sua chiusura ha avuto in queste prime settimane.

A metà dicembre Di Stefano aveva fatto sapere che il servizio avrebbe avuto delle discontinuità, senza annunciarne formalmente la chiusura. Di fatto però la farmacia non è operativa, e a fine dicembre l’assessorato alla Salute del Comune ha chiesto all’azienda sanitaria provinciale di Agrigento di trovare una soluzione, spiegando che la chiusura «equivale al rischio concreto di privare la popolazione di farmaci anche salvavita».

L’assessorato ha poi chiesto alla farmacia locale di Lampedusa di spedire sull’isola di Linosa alcuni farmaci che erano stati ordinati nelle settimane precedenti dai residenti: la nave coi farmaci non ha potuto raggiungere l’isola per via del mare mosso, e anche in questo caso il problema è stato risolto dalla motovedetta della Guardia Costiera, su richiesta dell’assessorato.

Di Piazza fa sapere che la dottoressa Di Stefano sembra intenzionata a chiudere la farmacia in maniera permanente, e che localmente ci si sta già attrezzando per aprirne una nuova, anche se i tempi non sono immediati. Nel frattempo il problema verrà gestito come è stato fatto finora, con soluzioni temporanee e spedendo il necessario da Lampedusa.

Ascoltato da Repubblica, il medico curante dell’isola Dionysios Liapis ha dato ulteriori dettagli sulle difficoltà a lavorare in queste condizioni. Liapis è stato l’unico medico di base a Linosa per anni: recentemente ha trasferito il grosso della sua attività a Lampedusa, per coprire il posto di una sua collega nel frattempo andata in pensione. Attualmente Liapis presta servizio a Linosa solo due giorni a settimana, e quando non c’è chi vive sull’isola deve rivolgersi alla Guardia medica, un servizio pensato per affiancare i medici di base, non per sostituirli.

Di tutti gli aspetti che rendono problematico l’isolamento geografico e logistico di Linosa, la sanità è in generale quello più discusso. Sull’isola non ci sono medici specialisti, e nel tempo gli abitanti hanno protestato in più occasioni perché non riuscivano a ricevere cure, assistenza o servizi essenziali nel luogo in cui vivono: sull’isola non c’è un pediatra, per esempio, e chi vive condizioni che potrebbero richiedere interventi urgenti, come gravidanze o cardiopatie, non può contare sulla certezza di un intervento.

Durante una visita svolta quest’estate, il prefetto di Agrigento, invitato da un comitato di cittadini proprio per parlare di questi problemi, ha incontrato una donna che non riceveva con regolarità le bombole per l’ossigeno di cui aveva bisogno a causa di una malattia grave. I residenti hanno parlato alla stampa locale della loro vita sull’isola come di un «perpetuo stato di emergenza».