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  • Lunedì 13 gennaio 2025

In questa stagione il Real Madrid ci ha capito poco, contro il Barcellona

In campionato aveva perso 0-4, e adesso 5-2 nella Supercoppa di Spagna

Carlo Ancelotti e Kylian Mbappé dopo la partita (Yasser Bakhsh/Getty Images)
Carlo Ancelotti e Kylian Mbappé dopo la partita (Yasser Bakhsh/Getty Images)
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La finale di Supercoppa di Spagna tra Barcellona e Real Madrid giocata domenica sera a Gedda, in Arabia Saudita, è stata sorprendente per l’andamento e per il risultato: il Barcellona ha vinto 5-2 pur giocando l’ultima mezz’ora in dieci contro undici, ma del resto stava vincendo 5-1 al terzo minuto del secondo tempo, dopo un primo largamente dominato e concluso sul 4-1. Il 26 ottobre nel campionato spagnolo Real Madrid-Barcellona era finita 0-4, con 4 gol segnati dal Barcellona nel secondo tempo, e questo vuol dire che in sostanza per due tempi consecutivi il Real allenato da Carlo Ancelotti ha incassato otto gol dai suoi principali rivali, che nelle ultime due partite sono stati nettamente superiori a livello tattico e tecnico, invertendo la recente inerzia nei confronti diretti.

Gli highlights della partita, trasmessa in Italia gratuitamente da Cronache di spogliatoio

Nella scorsa stagione infatti il Real Madrid aveva vinto tutte e tre le partite contro il Barcellona: 2-1 e 3-2 in campionato, 4-1 in Supercoppa, chiudendo una stagione eccezionale con la vittoria della Liga e della Champions League, la principale competizione europea per club. In estate il Barcellona ha scelto come allenatore il tedesco Hans-Dieter Flick, che domenica ha confermato di essere molto bravo a preparare le partite importanti contro avversarie di alto livello. Oltre alle due vittorie sul Real, in stagione il Barcellona ha vinto 4-1 contro il Bayern Monaco in Champions League. Quella contro il Real era la sesta finale giocata da Flick da allenatore: le ha vinte tutte e sei (le precedenti cinque le aveva vinte tutte nel 2020 con il Bayern Monaco).

Il primo tempo di domenica è stato molto simile al secondo tempo del 26 ottobre: il Barcellona ha avuto quasi sempre il controllo del pallone e ha segnato con azioni d’attacco veloci e pregevoli, che da un lato hanno evidenziato la grande organizzazione di gioco e l’eccellente talento di alcuni giocatori del Barcellona, e dall’altro hanno esposto i problemi difensivi e di equilibrio degli avversari. Rispetto alla squadra dell’anno scorso, quest’anno nel Real gioca pure l’attaccante francese Kylian Mbappé, considerato uno dei migliori calciatori al mondo e arrivato in estate dal Paris Saint-Germain. Domenica sera Mbappé è stato il miglior giocatore del Real: ha segnato il gol dell’1-0, ha causato l’espulsione del portiere del Barcellona Wojciech Szczesny e ha provato fino alla fine a riaprire la partita.

La sua presenza, però, ha in parte tolto equilibrio alla squadra perché, per farlo giocare e non rinunciare agli altri fuoriclasse della squadra come Vinícius Jr, Rodrygo e Jude Bellingham, Ancelotti ha dovuto aggiungere un giocatore offensivo allo schieramento. Se a questo si sommano i due gravi infortuni in difesa (il terzino Dani Carvajal e il centrale Éder Militão si sono entrambi rotti il legamento crociato del ginocchio), si spiegano le grosse difficoltà difensive del Real contro il Barcellona.

Domenica il diciassettenne Lamine Yamal è riuscito spesso a dribblare gli avversari o a seminarli, al pari dell’attaccante brasiliano Rafinha. A 36 anni, intanto, il polacco Robert Lewandowski ha segnato il ventiseiesimo gol in ventisette partite stagionali. Contro il Real, i tre sono stati sostenuti da una squadra in cui tutti hanno partecipato sia al gioco offensivo sia a quello difensivo, pressando con intensità e giocando in contropiede con eccezionale precisione ogni volta che riprendevano il possesso palla, anche grazie alle abilità del trio di centrocampo formato dagli spagnoli Pedri, Gavi e Casadó. Il Real ha provato a esercitare il suo tipico, sottile controllo sulla partita, quello per cui lascia sfogare gli avversari e poi alza il livello nei momenti decisivi, ma non è sembrato in grado di mantenere alta la concentrazione per tutta la partita: il gol del 4-1 del Barcellona è nato da un calcio d’angolo del Real Madrid.

Il gol del momentaneo 4-1 di Alejandro Balde (Yasser Bakhsh/Getty Images)

Nonostante il 4-0 di ottobre, la partita è stata sorprendente anche perché il Real ci arrivava in un momento decisamente migliore rispetto a quello del Barcellona, che dopo aver vinto undici delle prime dodici partite di campionato ne ha vinta solo una delle successive sette, scendendo al terzo posto (alla fine del girone di andata la classifica vede l’Atlético Madrid primo con 44 punti, il Real secondo con 43 e il Barcellona terzo con 38). Il Barcellona inoltre sta continuando ad affrontare un periodo societario ed economico piuttosto complicato, con scelte a volte quasi grottesche, come dimostra la vicenda del ritardo nella registrazione di Dani Olmo: quest’ultimo intanto domenica ha giocato nel secondo tempo, dopo la momentanea autorizzazione da parte del Consiglio superiore dello sport. In campo però queste difficoltà non si sono viste.

Dopo aver vinto la Supercoppa europea e la Coppa Intercontinentale, con questa sconfitta il Real Madrid ha rinunciato definitivamente all’ambizioso obiettivo del cosiddetto septete, cioè la vittoria di sette trofei in una stagione, possibile quest’anno grazie al nuovo Mondiale per club che si giocherà la prossima estate. È ancora in corsa per vincere la Liga, la Coppa di Spagna e la Champions League, dove però quasi sicuramente dovrà giocare il turno di playoff perché finora ha ottenuto risultati abbastanza deludenti. Per la prima volta da quando, quattro anni fa, è tornato ad allenare il Real Madrid, il posto di Carlo Ancelotti non è saldo. Due sconfitte così nette, nella partita più sentita dai tifosi e più seguita nel mondo, sono difficilmente accettabili per un club ambizioso ed esigente come il Real Madrid.

Tra le qualità che vengono più spesso riconosciute ad Ancelotti e che lo hanno reso l’allenatore più vincente della storia del calcio, però c’è, quella di essere sempre riuscito a mettere i calciatori più forti nelle condizioni di rendere al meglio: non è detto che nei prossimi, decisivi mesi non riesca a trovare un modo per far giocare insieme Mbappé e gli altri campioni della squadra senza rinunciare agli equilibri difensivi contro le avversarie più forti. La prossima partita contro il Barcellona sarà tra quattro mesi, l’11 maggio 2025, e a quel punto probabilmente già si saprà se anche questa volta Ancelotti ce l’avrà fatta.