Il caso della «lista delle conquiste» appesa nel liceo Visconti di Roma

Cinque studenti del prestigioso classico del centro storico hanno reso pubblici i nomi delle ragazze con cui hanno avuto relazioni, rianimando il dibattito sull'educazione sessuale e affettiva nelle scuole

Studenti all'ingresso del liceo Visconti di Roma nell'aprile del 2021 (ANSA/Angelo Carconi)
Studenti all'ingresso del liceo Visconti di Roma nell'aprile del 2021 (ANSA/Angelo Carconi)
Caricamento player

Lunedì sulla porta di una classe del celebre liceo classico Ennio Quirino Visconti di Roma, considerato uno dei migliori della città, è stata affissa una lista di nomi di ragazze, molte delle quali minorenni. Nel giro di poco tempo un docente ha notato l’elenco e ha chiesto spiegazioni: gli è stato risposto che era una «lista di conquiste», ovvero delle ragazze con cui alcuni studenti maschi dicono di aver avuto relazioni private di vario tipo, dal bacio al rapporto sessuale.

La preside della scuola, Rita Pappalardo, è stata informata di quanto accaduto, e ha autorizzato un’assemblea scolastica straordinaria per parlarne, su richiesta del collettivo femminista del liceo “Visconti in rosa”. Durante l’assemblea sono intervenuti anche i cinque studenti del quinto anno che hanno stilato la lista, hanno detto di aver capito il proprio errore e si sono scusati. Ora però si discute di quali provvedimenti dovrebbero essere presi, e secondo Repubblica alcune famiglie coinvolte si starebbero «attivando con gli avvocati». I cinque ragazzi stanno per fare l’esame di maturità, quindi tra qualche settimana non saranno più studenti della scuola: a Repubblica la preside ha raccontato che potrebbe sospenderli brevemente come gesto simbolico, oppure chiedere un abbassamento del loro voto in condotta e invitarli a partecipare alle attività di un’associazione antiviolenza.

Dopo l’assemblea “Visconti in rosa” ha scritto in una nota che il fatto che sia stata «affissa una lista, scritta dagli stessi ragazzi citati in essa, i quali arbitrariamente hanno esplicitato, e affiancato ai loro, i nomi delle ragazze con cui erano intercorse relazioni private» è «un grave accaduto che non deve passare inosservato». Il collettivo ha poi chiesto che la dirigenza della scuola sfrutti l’occasione per riflettere sulla necessità di introdurre nuove attività di educazione sessuale e affettiva. «Questo atto non solo rappresenta una grave mancanza di rispetto verso la dignità delle ragazze coinvolte, ma il fatto che gli autori si siano sentiti liberi di esporre pubblicamente tale lista evidenzia un’assente consapevolezza della gravità di tale atto e la presunzione di una legittimità nel compierlo», ha detto il collettivo.

Da tempo si discute molto a livello nazionale della necessità di migliorare le attività di educazione sessuale e affettiva nelle scuole italiane, soprattutto in seguito ad alcuni casi di violenze e femminicidi compiuti da uomini molto giovani. L’Italia è uno dei pochi paesi europei dove l’educazione sessuale nelle scuole non è obbligatoria per legge, insieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania. Oggi moltissime scuole organizzano attività di educazione affettiva, ma le iniziative sono frammentate e in alcuni casi si scontrano con l’opposizione dei docenti, che non vogliono rinunciare alle proprie ore di lezione, o dei genitori, preoccupati per i temi che verranno trattati. Del caso non ha parlato soltanto “Visconti in rosa” ma anche vari personaggi politici di centrosinistra, tra cui la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.

Il liceo Visconti, fondato nel 1871, è un istituto molto conosciuto a Roma perché si trova all’interno di un edificio antico e importantissimo, il Collegio Romano, l’istituto dei gesuiti fondato da Ignazio di Loyola nel Cinquecento. Di quel periodo sono rimaste testimonianze storiche della cosiddetta wunderkammer (una sorta di antenato dei moderni musei) del gesuita Athanasius Kircher, uno scienziato e studioso eclettico che visse nel Seicento e raccolse una gran quantità di oggetti antichi e opere d’arte. Ancora oggi nel liceo Visconti, che è frequentato dai figli di alcune delle persone più influenti e importanti della città, c’è una parte dedicata a lui e agli oggetti che raccolse. All’interno della scuola peraltro sono stati girati vari film, tra cui Caterina va in città di Paolo Virzì, del 2003.