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  • Lunedì 27 maggio 2024

Davide Nicola risolve problemi

Per la quinta volta in carriera l'allenatore ha ottenuto la salvezza con una squadra che sembrava spacciata: dopo Crotone, Genoa, Torino e Salernitana, ci è riuscito anche con l'Empoli

L'esultanza di Davide Nicola e dei giocatori dell'Empoli dopo la salvezza ottenuta negli ultimi minuti dell'ultima giornata (Gabriele Maltinti/Getty Images)
L'esultanza di Davide Nicola e dei giocatori dell'Empoli dopo la salvezza ottenuta negli ultimi minuti dell'ultima giornata (Gabriele Maltinti/Getty Images)
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Domenica sera la squadra di calcio dell’Empoli ha vinto 2-1 contro la Roma nell’ultima di campionato, grazie al gol segnato dall’attaccante senegalese M’Baye Niang al novantatreesimo minuto, e in questo modo è riuscita a rimanere in Serie A, superando il Frosinone al quartultimo posto in classifica (l’ultimo buono per non retrocedere). È la prima volta nella sua storia che l’Empoli riesce a salvarsi per tre stagioni consecutive, un traguardo notevole che sembrava molto difficile da raggiungere fino allo scorso gennaio, quando la squadra era penultima in classifica e aveva ottenuto solo 13 punti nelle prime 20 partite. Poi però la dirigenza ha deciso di nominare come allenatore Davide Nicola, che ha ora 51 anni.

Nicola negli ultimi anni è riuscito a cambiare la stagione di squadre messe molto male, ottenendo salvezze abbastanza insperate e che in molti, con un tipico cliché giornalistico, hanno definito «miracolose»: la continuità con cui Nicola ci è riuscito però fa pensare che dietro a questi risultati ci siano ragioni assai più concrete. Anche all’Empoli è andata più o meno così. Quando è arrivato, il 15 gennaio del 2024, era il terzo allenatore che l’Empoli cambiava in stagione, dopo Paolo Zanetti e Aurelio Andreazzoli, e la squadra non vinceva da due mesi. Nelle prime sei partite con Nicola ha ottenuto tre vittorie e tre pareggi.

Nonostante negli ultimi giorni del calciomercato invernale, a gennaio, sia stato ceduto alla Roma uno dei migliori giocatori, Tommaso Baldanzi, Nicola in questi mesi ha reso l’Empoli una squadra più combattiva. Il suo principale merito è quello di aver inciso sulle prestazioni della squadra in pochissimo tempo, grazie a idee tattiche efficaci ma semplici da mettere in pratica e alla sua capacità di motivare i giocatori a livello mentale. A febbraio il capitano dell’Empoli Sebastiano Luperto aveva detto a Radio Serie A che l’arrivo di Nicola aveva «portato entusiasmo nello spogliatoio e in generale nell’ambiente. È un tecnico che trasmette energia e grande dedizione al lavoro».

Davide Nicola con Emmanuel Gyasi (Gabriele Maltinti/Getty Images)

È accaduto lo stesso praticamente ogni volta in cui Davide Nicola ha allenato una squadra di Serie A. Il suo esordio nel principale campionato italiano avvenne nel 2016-2017, quando allenò il Crotone, che quell’anno per la prima volta nella sua storia giocava in Serie A. Dopo aver concluso il girone di andata all’ultimo posto con solamente 9 punti, in quello di ritorno ne ottenne ben 25, venti dei quali tra aprile e maggio, riuscendo a salvarsi all’ultima giornata di campionato con una vittoria per 3-1 sulla Lazio, dopo una rimonta abbastanza eccezionale.

Alla fine di dicembre del 2019 sostituì Thiago Motta (che a sua volta aveva sostituito Andreazzoli) come allenatore del Genoa, in quel momento ultimo in Serie A con solo 11 punti in 17 giornate. Con Nicola, il Genoa ottenne 28 punti nelle successive 21 partite e si salvò, come il Crotone tre anni prima, all’ultima giornata. Nella stagione successiva fu nominato allenatore del Torino il 19 gennaio 2021, quando la squadra era terzultima e aveva fatto appena 13 punti nel girone di andata. Con Nicola riuscì ad arrivare quartultima, ottenendo la salvezza alla penultima di campionato, grazie al pareggio per 0-0 contro la Lazio.

Ancor più eccezionale fu il modo in cui Nicola l’anno dopo riuscì a cambiare la stagione della Salernitana. Il 15 febbraio del 2022 prese una squadra che, nonostante a gennaio avesse acquistato dei giocatori di buon livello, sembrava a tutti scontato che retrocedesse in Serie B: dopo 23 giornate era ultima con soli 13 punti. Anche quella volta, l’arrivo di Nicola cambiò da subito le prospettive della squadra, che partì con un 2-2 contro il Milan (poi vincitore dello Scudetto) e ottenne quattro vittorie e altri cinque pareggi nelle successive quattordici partite. Per la terza volta nella sua carriera, Nicola raggiunse la salvezza all’ultima di campionato.

La salvezza con la Salernitana è forse la più eccezionale tra quelle raggiunte da Nicola (Francesco Pecoraro/Getty Images)

La quarta, come detto, è arrivata domenica sera, con il gol di M’Baye Niang al 93esimo minuto che ha consentito a Nicola di raggiungere nuovamente il suo obiettivo proprio negli ultimissimi minuti del campionato, confermandosi infallibile nella corsa salvezza: tutte le volte che ha finito una stagione come allenatore di una squadra di Serie A, questa non è retrocessa. La cosa che forse gli è mancata in questi anni è stata la capacità di confermarsi: nelle stagioni successive è sempre stato esonerato dopo poche partite, non riuscendo mai a ripetere i buoni risultati dei finali di stagione precedenti.

In alcuni casi non è nemmeno stato confermato dalla società per la nuova stagione. È come se ormai si fosse affermata l’idea che Davide Nicola dà il meglio di sé in situazioni di emergenza, quasi disperate. Anche i dirigenti, ormai, pare lo ritengano un allenatore da cui ottenere il massimo nel minor tempo possibile, non uno con cui costruire qualcosa di duraturo. Ci riproverà nella prossima stagione, visto che il contratto che aveva firmato con l’Empoli prevedeva il rinnovo automatico per un anno nel caso in cui fosse riuscito a far rimanere la squadra in Serie A.