Il primo santo millennial della Chiesa cattolica

È Carlo Acutis, un ragazzo morto di leucemia a 15 anni nel 2006: secondo la Chiesa per sua intercessione sarebbero avvenuti due miracoli, necessari per la canonizzazione

Un'immagine di Carlo Acutis durante la cerimonia di beatificazione, nel 2020 (AP Photo/Gregorio Borgia)
Un'immagine di Carlo Acutis durante la cerimonia di beatificazione, nel 2020 (AP Photo/Gregorio Borgia)
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Giovedì 23 maggio papa Francesco ha autorizzato il dicastero delle Cause dei santi, l’organo della Chiesa cattolica che si occupa della proclamazione dei santi, a emanare un decreto riguardante la canonizzazione di quindici persone, tra cui Carlo Acutis, un ragazzo morto a 15 anni nel 2006 per una leucemia. Acutis, che era nato Londra nel 1991 ma era italiano, diventerà quindi il primo santo della Chiesa cattolica della generazione dei millennial, cioè quella delle persone nate tra il 1981 e il 1996.

Il processo con cui si viene proclamati santi dalla Chiesa cattolica si chiama canonizzazione e richiede diverse condizioni e passaggi. Il candidato dev’essere morto da almeno cinque anni (a meno che non ci sia una dispensa del papa, come aveva fatto Benedetto XVI per Giovanni Paolo II), deve essere già stato proclamato Servo di Dio e poi Beato e gli deve essere riconosciuto almeno un miracolo, se è morto martire, o due, se non è stato martirizzato. È un procedimento molto simile a un’indagine, in cui il dicastero delle Cause dei santi nomina un relatore che ha il compito di raccogliere le testimonianze e le prove dei miracoli. Documenti e testimonianze vengono raccolti in un fascicolo che sarà poi sottoposto a tutti i vari procedimenti fino ad arrivare alla definitiva approvazione del papa.

Acutis era stato nominato servo di Dio nel 2018 e beato nel 2020, dopo che gli era stata riconosciuta l’intercessione per un primo miracolo. Come ha spiegato il vaticanista Gian Guido Vecchi sul Corriere della Sera, secondo la Chiesa è Dio a compiere i miracoli, i santi intercedono solamente affinché venga compiuto. Inoltre, aggiunge Vecchi, l’eventuale riconoscimento dell’intercessione del santo viene preceduto da un esame di una commissione medica, che non serve a certificare il miracolo ma a trovare una spiegazione scientifica al presunto fatto miracoloso: solo nel caso in cui la guarigione sia «istantanea, completa, duratura e scientificamente inspiegabile» viene presa in considerazione.

Nel caso di Acutis, secondo la Chiesa un bambino brasiliano di sei anni affetto da pancreas anulare sarebbe guarito “miracolosamente” dopo aver toccato una sua reliquia. Il 23 maggio il dicastero ha riconosciuto un altro miracolo: la guarigione “miracolosa” di una ragazza del Costa Rica residente in Italia, che nel 2022 cadde dalla bicicletta e riportò un grave trauma cranico. Secondo il dicastero, la ragazza sarebbe sopravvissuta grazie all’intercessione di Acutis, dopo che la madre era andata in pellegrinaggio ad Assisi per pregare sulla sua tomba.

Oltre che per il fatto di essere il primo santo di una generazione relativamente giovane, di Acutis si parla molto per via del fatto che viene definito da tempo come un futuro “santo protettore” di Internet. Il motivo è che nella sua vita fu un assiduo utilizzatore degli strumenti digitali per evangelizzare e divulgare la fede cattolica (in ogni caso un santo patrono di Internet esiste già, Isidoro di Siviglia).

Acutis era nato nel Regno Unito da una famiglia italiana che si era trasferita lì per lavoro, ed era rientrato in Italia, a Milano, quando aveva 4 anni. Nel 1998 ricevette la prima comunione, in anticipo rispetto all’età consueta, grazie a uno speciale permesso di un sacerdote e dell’arcivescovo Pasquale Macchi. Il dicastero delle Cause dei santi scrive sul proprio sito che, dopo aver ricevuto anche la cresima, Acutis progettò il nuovo sito internet per il volontariato dell’istituto Leone XIII, il liceo dei gesuiti di Milano, che frequentava. Inoltre promosse e coordinò la realizzazione di spot sempre per il volontariato, e «organizzò anche il sito internet della Pontificia Accademia “Cultorum Martyrum”».

Nell’ottobre 2006 si ammalò di leucemia promielocitica acuta, considerata la forma più aggressiva della malattia, che in un primo tempo venne scambiata per influenza. Morì il 12 ottobre all’ospedale San Gerardo di Monza, e poi venne seppellito, come da lui richiesto, ad Assisi, in Umbria.

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