Gli smartphone hanno cambiato le norme di comportamento in palestra

E le persone che ci lavorano sono un po' preoccupate: un po' perché si sono perse alcune buone maniere, ma soprattutto perché c'è il rischio di farsi male

(Pexels)
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Rimetti i pesi al loro posto dopo averli usati. Appoggia un asciugamano sui macchinari che stai usando, o quanto meno ripuliscili dopo averlo fatto, soprattutto se hai sudato. Non occupare inutilmente un macchinario che non stai più usando. Come ogni luogo dedicato a una specifica attività, anche le palestre hanno delle regole di comportamento, spesso non scritte: tendenzialmente l’idea è quella di assicurarsi di lasciare lo spazio pulito e ordinato e di evitare di mettere a disagio in qualsiasi modo le altre persone che sono lì per allenarsi. Nell’ultimo decennio, però, il progressivo introdursi degli smartphone nella vita quotidiana ha cominciato a sollevare vari dubbi su quale sia la condotta più rispettosa da adottare se si vuole usare il cellulare in palestra.

È una discussione che avviene spesso online, anche perché le persone che caricano su TikTok, Instagram o YouTube i propri allenamenti in palestra negli ultimi anni sono molto aumentate, senza che si sia per questo sviluppato un nuovo codice di comportamento condiviso al riguardo. Anche per questo nei commenti capita spesso di trovare scambi di opinioni molto intensi tra chi trova molto fastidiose le persone che stanno troppo al telefono in palestra e quelle che invece difendono la possibilità di farlo.

Negli Stati Uniti varie palestre hanno provato a regolamentare almeno in parte la questione: alcune vietano di fare foto, video o videochiamate negli spogliatoi, altre permettono di usare il cellulare nelle sale attrezzi soltanto per ascoltare la musica o registrare i propri progressi. In Italia la preoccupazione delle persone che lavorano nel settore non riguarda tanto la privacy – anche perché molte delle pratiche ormai sdoganate nelle palestre americane da noi sono ancora piuttosto rare – ma la sicurezza: utilizzare il cellulare durante gli allenamenti aumenta il rischio di distrarsi, e quindi di farsi male.

«Bisogna sicuramente far capire ai clienti che devono prestare attenzione, per evitare che facciano male a loro stessi o agli altri. Capita spesso che qualcuno cammini per la sala guardando il cellulare e non si renda conto di passare molto vicino a qualcun altro che sta facendo gli squat con il bilanciere», dice Claudia Borelli, titolare della palestra milanese Sporting Club Leonardo e tra le fondatrici di ISSA Europe, scuola che si occupa della formazione dei personal trainer. Vietare gli smartphone le sembra impossibile, ma pensa che sia fondamentale «rendere [i clienti] consapevoli del fatto che si trovano in un ambiente sociale e che sono lì per svolgere un’attività a cui è necessario dedicare del tempo. Forse ci vorrebbe un galateo del cellulare, a prescindere dalla palestra».

L’uso che si fa dello smartphone in palestra, però, varia moltissimo da persona a persona. Tanti, per esempio, lo usano per ascoltare musica: già nel 2015 un piccolo studio aveva confermato che la giusta playlist può aiutare a godersi quello che altrimenti sarebbe un momento un po’ tedioso e a mantenere alta la motivazione. Il fatto di indossare gli auricolari mentre ci si allena, poi, aiuta a comunicare che non si vuole essere disturbati: è un comportamento che per esempio molte donne adottano in palestra (e non solo) per evitare attenzioni indesiderate, ma che secondo alcuni ha contribuito a rendere le palestre un posto dove è molto più difficile socializzare rispetto a un tempo.

Vincenzo, trentenne milanese che da circa due anni si allena con il fidanzato in pausa pranzo, racconta che dopo qualche mese entrambi hanno deciso di tenere lo smartphone nell’armadietto dello spogliatoio per gran parte del tempo passato in palestra, tirandolo fuori soltanto per ascoltare la musica sul tapis roulant. Ha notato che quasi tutte le persone che ci trova hanno le cuffie alle orecchie, e dice che lo capisce molto bene: «per me andare in palestra è terribile, anche se quando esco poi mi sento meglio. Quindi trovo molto comprensibile chi ha bisogno di un diversivo per far passare il tempo, che sia ascoltare la musica o fare un giro su Tinder tra un esercizio e l’altro». Riconosce però che l’uso massiccio delle cuffiette non rende sempre facile comunicare quando ce n’è bisogno: «se mi chiedono qualcosa spesso biascicano e non capisco, se chiedo io qualcosa non mi sentono. E di certo isolarsi con lo smartphone preclude un po’ di occasioni per interagire con gli altri. Ma se vai in palestra sempre agli stessi orari trovi un po’ le stesse facce: nell’ignorarci deliberatamente a vicenda denoto una grande intesa».

Anche il fatto di guardare il cellulare nei momenti di riposo tra un esercizio e l’altro – magari per rispondere a qualche messaggio o guardare i social network – è infatti diventato sempre più comune. Portando con sé qualche fastidio: nel 2019, in un articolo che avanzava qualche proposta per un “galateo degli smartphone in palestra”, il Wall Street Journal consigliava di non stare mai fermi su un macchinario nella pausa tra gli esercizi, o quanto meno di assicurarsi che non ci sia un’altra persona che ha bisogno di usarlo. In caso ci fosse, è sempre buona norma proporre di alternarsi nell’uso del macchinario, come d’altronde si faceva prima che si diffondessero gli smartphone.

Usare il telefono nelle pause tra le serie di esercizi è tra l’altro anche un comportamento che rischia di compromettere un po’ la buona riuscita dell’allenamento stesso. La letteratura scientifica al riguardo è ancora piuttosto scarsa, anche perché fare studi affidabili e replicabili su questo genere di temi è piuttosto complesso, ma negli ultimi anni sono state pubblicate alcune ricerche secondo cui spostare costantemente la propria attenzione dall’esercizio (e quindi dal proprio corpo) allo smartphone porta a svolgere l’esercizio con minore intensità e precisione, oltre ad aumentare i rischi di perdere l’equilibrio. «Tutto ciò che ti distrae dal compito da svolgere, che si tratti di mandare un messaggio o cambiare canzone o inserire informazioni in un’app, ti distrarrà dalle tue prestazioni e potrebbe potenzialmente aumentare il rischio di infortuni», dice il professor Michael Rebold, autore di due di questi studi.

Loris Valeri, che fa il personal trainer da quattordici anni e pubblica spesso esercizi su Instagram per attirare nuovi clienti e sponsorizzazioni, dice che nella sua esperienza l’utilizzo dello smartphone durante l’allenamento è particolarmente deleterio per le persone che non lo fanno per lavoro.

«È una cosa che inficia tantissimo l’impatto dell’allenamento sull’utente medio che ha uno stile di vita tendenzialmente sedentario e va in palestra due o tre volte alla settimana», spiega. «Parliamo di persone che non hanno una forte connessione con il proprio corpo, non prestano tantissima attenzione ai movimenti anche nella vita quotidiana: sono quelle che dovrebbero concentrarsi di più sullo svolgimento dell’esercizio per capire che lavoro sta facendo il corpo e come si sta muovendo nello spazio. Chi invece lo fa per lavoro ha una capacità diversa di riprendere controllo del proprio corpo appena ricomincia l’esercizio» dice Valeri.

D’altro canto, però, lo stesso settore del fitness si è evoluto in una direzione che spesso rende necessario tenere con sé lo smartphone durante l’allenamento. Le palestre che chiedono ai clienti di scaricare un’app apposita per consultare la scheda che riassume gli esercizi da svolgere sono sempre di più. Durante la pandemia, poi, moltissime persone si sono abituate anche a fare affidamento sui piani di allenamento organizzati da personal trainer a distanza o da app di fitness, meno personalizzate e quindi un po’ più pericolose. In tutti questi casi è comunque fondamentale avere modo di guardare il cellulare per capire quale esercizio svolgere, e non è quindi pensabile allenarsi senza avere uno smartphone sotto mano.

A tutto questo si aggiunge il tema delle foto e dei video in palestra, che un numero crescente di persone ha cominciato a pubblicare online per le ragioni più svariate. Ci sono le persone qualunque a cui piace pubblicare una foto dei propri progressi su Instagram una volta ogni tanto, per comunicare agli amici che sono sempre motivati o per attirare l’attenzione della ragazza o del ragazzo per cui hanno una cotta. Altre si fanno video mentre eseguono specifici esercizi per poter osservare la propria forma e assicurarsi di eseguirlo nel modo corretto. Ma è raro che pubblichino immagini in cui, oltre a loro, sono ritratti altri clienti della palestra che frequentano.

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Una questione molto più complessa, quanto meno in termini di rispetto della privacy e dell’etichetta, è quella rappresentata dalle persone che per lavoro pubblicano contenuti online, e quindi influencer o content creator che si occupano di fitness. In Italia è un fenomeno relativamente ristretto, anche perché per forza di cose il bacino di utenti che guardano contenuti in italiano è molto più piccolo di quelli che lo fanno in inglese. Sul web anglofono, però, è una discussione molto accesa e sfaccettata.

Già nel 2017, per esempio, si era parlato moltissimo della necessità di ripensare la presenza degli smartphone in palestra dopo che una modella di Los Angeles piuttosto seguita su Snapchat era stata condannata a tre anni di libertà vigilata per aver pubblicato una foto scattata di nascosto nello spogliatoio della sua palestra, prendendo in giro una donna anziana che stava facendo la doccia. Non è l’unica: su YouTube e TikTok è relativamente semplice trovare video, girati quasi certamente di nascosto, che mostrano persone fuori forma o poco attraenti nell’atto di allenarsi, per prenderle in giro.

Le buone pratiche relative alla privacy non sono le sole a essere costantemente ridiscusse nelle sezioni commenti dei social network. Per esempio, a marzo una personal trainer e influencer è stata molto criticata dopo aver pubblicato un video in cui si lamentava di un cliente che era passato davanti alla sua telecamera mentre cercava di riprendere un proprio esercizio, sostanzialmente costringendola a fare il video da capo.

Molti non amano l’idea di dover schivare le persone che si fanno video allo specchio o comunque di dover cambiare le proprie abitudini per assecondare la volontà altrui di creare contenuti. Su Reddit, per esempio, di recente un utente ha raccontato che alcuni clienti della palestra che frequenta hanno cominciato a camminare volontariamente davanti alla telecamera di una ragazza che stava registrando un video del proprio allenamento dopo che lei si era lamentata delle frequenti interruzioni. Uno dei consigli condivisi a suo tempo dal Wall Street Journal nel proprio galateo della palestra era: «Ricordati che, anche quando stai al telefono, attorno a te ci sono altre persone».

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