La Commissione Europea ha aperto un’indagine contro Meta per presunte violazioni del Digital Services Act

Un muro con la scritta Meta e il loro logo (un simbolo dell'infinito) con le teste di due persone in basso al centro
(AP Photo/Jeff Chiu)

Martedì la Commissione Europea ha avviato un’indagine formale contro Meta, la società che possiede i social network Facebook e Instagram, per presunte violazioni del Digital Services Act (DSA), la legge europea che riguarda la sicurezza e la trasparenza dei servizi digitali, in vigore dallo scorso agosto. Secondo la Commissione, Meta non starebbe facendo abbastanza per contrastare la proliferazione di contenuti di disinformazione e pubblicità ingannevoli sulle sue piattaforme, cosa che «può rappresentare un rischio per il discorso civico, i processi elettorali e i diritti fondamentali, nonché per la protezione dei consumatori». L’indagine è stata aperta a meno di due mesi dalle elezioni europee, che si terranno a inizio giugno.

In particolare, la Commissione ritiene che Meta non abbia un meccanismo di segnalazione di contenuti illegali o di disinformazione abbastanza intuitivo per gli utenti né efficace per arginare la diffusione di notizie false. Inoltre, la politica di Meta di declassare i contenuti politici nei feed dei suoi utenti potrebbe violare gli obblighi di trasparenza e mitigazione dei rischi per il dibattito pubblico e i processi elettorali contenuti nel DSA.

La Commissione si è anche detta contraria alla chiusura della piattaforma CrowdTangle, una piattaforma acquistata da Meta nel 2016 che fornisce dati per analizzare le attività sui social network. Il software è considerato da molti ricercatori e giornalisti uno strumento essenziale per seguire i risultati elettorali e per individuare e analizzare la disinformazione sui social network dell’azienda. Meta ha annunciato che la piattaforma verrà chiusa il 14 agosto (e già ora la sua fruizione è diventata più complessa) per essere sostituita da un nuovo software che però non sarà a disposizione dei giornalisti e sarà privo di molte delle funzionalità più utili di CrowdTangle. Diversi hanno accusato Meta di aver preso questa scelta dopo che molti giornalisti avevano usato proprio CrowdTangle per dimostrare la mancanza di efficacia nella moderazione dei contenuti su Facebook e Instagram. Per la Commissione Meta non avrebbe quindi «valutato diligentemente e mitigato adeguatamente i rischi legati agli effetti di Facebook e Instagram sul dibattito pubblico e sui processi elettorali», così come la chiusura di CrowdTangle.

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