L’Agenzia mondiale antidoping farà un’indagine indipendente sul caso dei nuotatori cinesi positivi ammessi alle Olimpiadi di Tokyo

Il nuotatore cinese Wang Shun, vincitore dell'oro nei 200 metri misti individuali a Tokyo ( Lintao Zhang/Getty Images)
Il nuotatore cinese Wang Shun, vincitore dell'oro nei 200 metri misti individuali a Tokyo ( Lintao Zhang/Getty Images)

L’Agenzia mondiale antidoping (Wada) ha detto che avvierà un’indagine indipendente per valutare lo stato del programma antidoping della Cina e ha nominato un procuratore, lo svizzero Eric Cottier, a capo delle indagini per capire come venne gestita la presunta positività di 23 nuotatori cinesi nel 2021. Il caso è nato nei giorni scorsi dopo un’inchiesta del New York Times che aveva fatto sapere come diversi nuotatori cinesi fossero risultati positivi a un controllo antidoping condotto pochi mesi prima delle Olimpiadi di Tokyo dell’estate del 2021, ma furono comunque ammessi alle gare e vinsero diverse medaglie.

La Wada accettò la spiegazione dell’agenzia antidoping cinese (la Chinada, che aveva condotto l’indagine), la quale parlò di una contaminazione alimentare involontaria: l’agenzia sostiene che non poté fare altrimenti, perché le restrizioni per la pandemia da coronavirus le impedirono di condurre indagini sul campo (poteva però, per esempio, decidere di non ammettere alle Olimpiadi i nuotatori risultati positivi). Negli ultimi giorni la Wada ha ricevuto moltissime critiche per la gestione del caso ed è stata accusata di aver volutamente nascosto la positività dei nuotatori per favorire la Cina. Tra gli altri ha sostenuto una cosa simile anche il presidente dell’agenzia antidoping statunitense, Travis Tygart. Il presidente della Wada Witold Banka ha detto che l’integrità e la reputazione dell’Agenzia mondiale antidoping sono sotto attacco e che entro due mesi il procuratore Cottier darà le sue conclusioni sul caso.

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