La guardia costiera della Tunisia ha recuperato i corpi di 19 persone morte mentre cercavano di raggiungere Lampedusa

Migranti soccorsi in mare lo scorso 5 aprile (ANSA/CECILIA FERRARA)
Migranti soccorsi in mare lo scorso 5 aprile (ANSA/CECILIA FERRARA)

Martedì la guardia costiera della Tunisia ha annunciato di aver recuperato i corpi di 19 persone morte mentre cercavano di raggiungere l’isola di Lampedusa. Sono morte in un naufragio e i loro corpi sono stati recuperati al largo della costa tunisina: dall’inizio del 2024 le persone morte in naufragi al largo delle coste tunisine di cui abbiamo notizia sono state quasi 200 (non sempre però si ha contezza dei naufragi che avvengono e dell’effettivo numero di persone che muoiono: è perciò molto probabile che questo numero sia sottostimato).

La Tunisia è uno dei principali punti di partenza dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa. Lo scorso luglio l’Unione Europea ha firmato un accordo col governo tunisino che fra i suoi punti principali prevede di dare fondi alle autorità locali per fermare le partenze di migranti e richiedenti asilo che cercano di raggiungere via mare le coste dell’Italia. L’Unione Europea aveva già fatto un accordo simile con la Turchia nel 2016 e il governo italiano con la Libia, nel 2017. Sono accordi che gli esperti di migrazione ritengono controversi e dannosi, sia per la loro efficacia nel fermare effettivamente le partenze che per le sofferenze e violazioni dei diritti umani che provocano nei confronti di chi cerca di partire.

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