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  • Sabato 13 aprile 2024

I lanciatori di baseball lanciano troppo forte?

Nella Major League Baseball la velocità media è aumentata del 5% in vent'anni, ma sono cresciuti anche gli infortuni ai gomiti

Maxwell Scherzer, lanciatore dei Texas Rangers (Carmen Mandato/Getty Images)
Maxwell Scherzer, lanciatore dei Texas Rangers (Carmen Mandato/Getty Images)
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Negli ultimi anni è cresciuta sempre di più la velocità media dei lanci nella Major League Baseball, il campionato di baseball statunitense. Questo progressivo aumento ha reso più spettacolare il gioco, e ha complicato il compito dei battitori, che devono cercare di colpire con la mazza la pallina tirata dal lanciatore. Anche i lanciatori, però, stanno subendo dei danni dai loro stessi miglioramenti, perché gli infortuni alle braccia sono in continuo aumento: pare ci sia una correlazione abbastanza certa tra la velocità con cui tirano e la frequenza con cui si fanno male.

Il lanciatore nel baseball è colui che, appunto, lancia la pallina verso il battitore, con l’obiettivo di eliminarlo direttamente con uno strikeout (tirandogli cioè per tre volte una palla troppo difficile da colpire) oppure di rallentare l’avanzamento dei compagni nelle basi, facendogli colpire a fatica la palla, in modo da agevolare il gioco della difesa nel recuperarla.

Un lungo approfondimento pubblicato questa settimana da Devin Gordon sulla rivista statunitense The Atlantic ha messo in relazione la velocità dei lanci con l’aumento degli infortuni dei lanciatori, chiedendosi se oggi i lanciatori non lancino la palla troppo forte.

«La risposta semplice è sì, sicuramente in termini medici, almeno», scrive Gordon. Secondo le statistiche di FanGraphs analizzate dall’Atlantic, la velocità media dei lanci nella MLB era di 143,3 chilometri orari nel 2002, di 147,4 nel 2012 e di 150,6 nel 2022 (un aumento di oltre il 5% in vent’anni). Lo scorso anno, il lanciatore che lanciava mediamente più forte è stato Jhoan Duran, dei Minnesota Twins: i suoi lanci andavano a una media di 163,8 chilometri orari.

«In parallelo alla velocità della palla è aumentata anche la frequenza degli infortuni catastrofici al braccio, con gli strappi del legamento collaterale ulnare del gomito che sono di gran lunga i più frequenti», dice l’Atlantic. Il legamento collaterale ulnare è una struttura complessa del gomito che coinvolge l’omero (l’osso del braccio) e l’ulna (una delle due ossa dell’avambraccio): ha una forma triangolare ed è, in sostanza, ciò che permette di muovere l’articolazione del gomito.

Guardando i dati, nel 2010 i lanciatori della Major League Baseball saltarono in totale 241 partite per infortunio. La scorsa stagione, il numero di partite saltate è più che raddoppiato, raggiungendo i 497. A inizio aprile due importanti lanciatori della lega, Shane Bieber e Spencer Strider, si sono infortunati al gomito.

Shane Bieber, lanciatore dei Cleveland Guardians (Ezra Shaw/Getty Images)

Il problema principale per i lanciatori riguarda appunto il legamento collaterale ulnare del gomito, molto sollecitato dal velocissimo movimento che eseguono quando lanciano la pallina. È un infortunio per cui esiste un’operazione non troppo complessa, dalla quale solitamente si riesce a recuperare completamente, in un tempo però abbastanza lungo, che spesso costringe i lanciatori a saltare l’intera stagione.

Nel gergo del baseball viene chiamata Tommy John surgery (operazione Tommy John), dal nome del lanciatore dei Los Angeles Dodgers che per primo vi si sottopose, con successo, nel 1974. Secondo Devin Gordon, questa operazione è diventata ormai un’abitudine, quasi un rito di passaggio per i lanciatori, che si sono rassegnati a saltare anche una stagione intera, a un certo punto della loro carriera, per farsi sistemare il legamento. Il giapponese Shohei Ohtani, uno dei migliori giocatori al mondo (nonché il più pagato), nel settembre del 2023 si è sottoposto alla seconda Tommy John surgery della carriera.

Shohei Ohtani gioca per i Los Angeles Dodgers sia come lanciatore sia come battitore (Michael Reaves/Getty Images)

Questo tipo di infortunio avviene per diverse ragioni: può essere associato all’usura, cioè alla sollecitazione continua del legamento, oppure a un movimento di tiro scorretto o alla scarsa preparazione fisica. Negli ultimi anni, però, le elevatissime velocità di lancio sembrano essere diventate la prima causa. Il direttore del reparto di biomeccanica dell’American Sports Medicine Institute, Glenn Fleisig, ha detto all’Atlantic che una dozzina di anni fa la quantità di lanci era il motivo principale dei tanti infortuni, ora è il fatto che tirino sempre al massimo della forza.

Difficilmente, comunque, questo aumento di infortuni porterà a dei cambiamenti: «Buona fortuna se volete convincere qualcuno a lanciare più piano, per un motivo molto semplice: lanciare forte funziona», ha scritto Gordon. Dei 27 lanci che lo scorso anno hanno superato i 164,5 chilometri orari in MLB, solamente due sono stati colpiti dal battitore: anche se sono lanci centrali e senza un particolare effetto, è davvero difficile colpire una pallina che arriva a quelle velocità. Il problema, però, è che se gli infortuni continueranno ad aumentare, il baseball rischia di perderci, perché sempre più lanciatori salteranno sempre più partite.