Le giornate nazionali e internazionali di qualsiasi cosa, spiegate bene

Ci sono quelle dell'ONU e dei governi, che alcuni reputano comunque troppe, e poi ci sono quelle inventate dalle aziende e dalle associazioni, per migliorare gli affari

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Il prossimo 15 aprile in Italia si celebrerà per la prima volta la giornata nazionale del Made in Italy. Non è l’unica prima giornata nazionale a essere celebrata quest’anno: per esempio il 20 marzo era stata la prima giornata nazionale delle università, e il 7 aprile la prima giornata nazionale della shaken baby syndrome. Il 20 marzo tra l’altro in tutto il mondo ricorreva già la giornata internazionale della felicità, e quella della lingua francese. Il 7 aprile invece era già il giorno della memoria in onore delle vittime del genocidio in Ruanda e la giornata internazionale della salute.

Queste ricorrenze però non sono tutte uguali, né hanno gli stessi scopi. Alcune fanno parte di un calendario ufficiale delle Nazioni Unite (ONU) creato allo scopo di portare all’attenzione mondiale argomenti importanti per qualche motivo. Altre sono state istituite dai governi tramite un processo legislativo, e altre ancora da organizzazioni impegnate in questioni sociali. Ma ce ne sono molte di inventate e fissate da aziende di vari tipi consapevoli che, se ben sfruttate, queste ricorrenze possono rivelarsi un efficace strumento di marketing e promozione.

Solo per citarne alcune, nelle ultime settimane ci sono state la giornata mondiale della pace interiore (21 marzo), la giornata mondiale del backup (31 marzo), il carbonara day (6 aprile) e la giornata mondiale dell’ASMR (9 aprile). A essere particolarmente prolifici in giornate nazionali bizzarre e consumistiche sono gli Stati Uniti, dove negli ultimi giorni è stata la giornata nazionale del burrito (4 aprile), la giornata nazionale della chiavetta USB (5 aprile) e tra poco sarà la giornata nazionale delle gomme per cancellare (15 aprile), seguita immediatamente dalla giornata nazionale dell’indossare il pigiama a lavoro (16 aprile).

Per l’ONU le giornate mondiali (che possono essere anche settimane, anni o addirittura decenni) offrono un’occasione annuale per fare pressione sui governi e sensibilizzare la popolazione su temi di rilevanza internazionale «collegati ai principali campi di azione delle Nazioni Unite» come la pace, la sicurezza, lo sviluppo sostenibile e i diritti umani. Le giornate internazionali vengono proposte dai singoli stati membri all’Assemblea generale dell’ONU che poi vota per accogliere le richieste o meno. In alcuni casi sono invece istituiti dalle agenzie specializzate dell’ONU: la giornata per la libertà di stampa per esempio è stata proclamata dall’UNESCO, l’agenzia che si occupa tra le altre cose di promuovere l’informazione.

Le giornate internazionali stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità possono servire a sensibilizzare le persone su argomenti importanti di salute pubblica, come la giornata nazionale contro il tabacco (31 maggio), quella dei donatori del sangue (14 giugno), quella delle malattie rare (il 29 febbraio, quindi una volta ogni quattro anni) o ancora quella contro il cancro (4 febbraio). In queste occasioni le iniziative correlate possono portare più persone a conoscere meglio una pratica sanitaria o una malattia, e stimolare maggiori donazioni economiche per la ricerca. Altre, sugli stessi temi, sono stabilite da altre organizzazioni, come la giornata mondiale contro la malattia di Parkinson, che è l’11 aprile e fu creata dall’Associazione europea per la malattia di Parkinson.

– Ascolta il podcast: Ci vuole una scienza – Le malattie rare sono tantissime

Al momento le giornate internazionali che si trovano elencate sul sito dell’ONU sono poco più di 200. In un’intervista del 2016, quando erano 126 e si cominciava a chiedersi se non fossero diventate un po’ troppe, Thibault Devanlay, ex diplomatico dell’ONU, parlò del rischio che continuando ad aggiungerne di nuove avrebbero perso gradualmente rilevanza. Devanlay spiegava che continuano ad aggiungersene perché sono iniziative che non prevedono un investimento economico, e quindi di fatto agli stati non costa niente proporle. «Una volta che la proposta è sul tavolo nessuno dice di no», disse Devanlay.

Un problema, secondo Devanlay, è che i temi a cui vengono dedicate queste giornate sono piuttosto arbitrari. Raccontò per esempio che la giornata mondiale dell’autismo, il 2 aprile, fu proposta dal Bangladesh perché la figlia del primo ministro era una psicologa infantile esperta del tema, anche se non c’era un vero motivo per dedicare una giornata a questa condizione più che a un’altra. Citò anche la giornata mondiale degli uccelli migratori, che ora ricorre due volte, l’11 maggio e il 12 ottobre: «perché non dedicarla anche agli uccelli che non migrano?», si chiese: «perché non mammiferi migratori? Dobbiamo proteggere tutti gli animali selvatici». La giornata degli animali selvatici esiste, per altro, ed è il 3 marzo.

Le Nazioni Unite dicono che le giornate più famose sono la giornata internazionale della donna, l’8 marzo, la giornata internazionale dell’acqua il 22 marzo e la giornata internazionale della pace il 21 settembre. In Occidente una delle più famose è anche quella della memoria delle vittime dell’Olocausto, che ogni 27 gennaio diventa occasione di sensibilizzazione all’interno di giornali, programmi tv, eventi e scuole. Il giorno con più ricorrenze secondo l’ONU è il 21 marzo: giornata mondiale dell’eliminazione delle discriminazioni razziste, della poesia, del Nowruz (il primo giorno del calendario persiano) e della sindrome di Down. Naturalmente c’è anche la giornata dell’ONU stessa, il 24 ottobre.

In Italia per istituire una nuova giornata nazionale, così come per introdurre giorni festivi, serve una legge, e deve essere quindi approvata dal parlamento. Dall’inizio della legislatura in corso sono state proposte in parlamento decine di nuove giornate nazionali, molte delle quali ancora in attesa di essere valutate. Si va da quella della «vita nascente» a quella del «diritto al divertimento in sicurezza», da quella per la «celebrazione delle donne protagoniste del mondo del fumetto» a quella della «scrittura a mano», per arrivare alla «giornata nazionale della meraviglia».

All’inizio di aprile è stata avviata una campagna per la giornata del Made in Italy, istituita l’anno scorso e fissata nel giorno della nascita di Leonardo da Vinci, il 15 aprile. Nella presentazione dell’iniziativa si dice vagamente che l’obiettivo è «sensibilizzare l’opinione pubblica sulla creatività e l’eccellenza italiana» e avvicinare i giovani alle «professioni artigianali e creative legate alle eccellenza delle nostre manifatture». Altri esempi di giornate nazionali istituite di recente sono, nel 2021, quella per la memoria delle vittime dell’epidemia da coronavirus, il 18 marzo, e nel 2017 la giornata del mare, l’11 aprile.

Oltre alle giornate internazionali istituite dall’ONU e a quelle nazionali volute dai governi, ci sono moltissime altre ricorrenze “private” istituite da organizzazioni o fondazioni nazionali e internazionali di vario tipo, e a volte anche da marchi e aziende a puro fine di marketing, come il World Nutella Day. Non è previsto nessun registro ufficiale per queste giornate e per farle esistere basta mettere in piedi una buona campagna di comunicazione.

Alcune riscuotono tra i media più successo di altre, come è il caso, in Italia, del carbonara day, che quest’anno in particolare è stato molto ripreso da articoli, servizi e contenuti sui social, anche perché su Instagram e TikTok influencer e canali a tema gastronomico sono in generale molto presenti ed efficaci. L’aveva istituita nel 2017 l’Unione Italiana Food, che si occupa di promuovere diversi prodotti tipici italiani tra cui la pasta, e rappresenta gli interessi di molte aziende del settore.

Online queste ricorrenze diventano un’occasione non solo per chi le ha inventate di parlare delle proprie cause e dei propri prodotti, ma anche per moltissime altre organizzazioni, aziende o creatori di contenuti per avere visibilità e a volte guadagnarci. Infatti più i promotori riescono a far parlare online della propria giornata nazionale (mandando comunicati stampa o promuovendo campagne d’impatto) e più l’argomento e l’hashtag correlato saranno di tendenza sui social network e su Google. Questo porta altri utenti a parlare di quella cosa per ricevere la visibilità che le piattaforme danno ai contenuti di tendenza, in un circolo che amplifica la visibilità di tutti.

Questo fenomeno, in Italia, si vede per esempio chiaramente nella giornata internazionale della donna, che ha avuto a lungo una connotazione prevalentemente celebrativa e che ora ha invece un impatto politico ed economico, da quando in decine di paesi del mondo i movimenti femministi hanno cominciato a organizzare l’8 marzo uno sciopero dal lavoro e da ogni attività di cura della casa e della famiglia. Soprattutto in passato alcune aziende erano solite creare campagne pubblicitarie a tema per promuovere i propri marchi o vendere servizi e prodotti, ma queste iniziative commerciali sono sempre più criticate.

Gli Stati Uniti sono probabilmente il paese dove questo fenomeno viene sfruttato di più, con anche tre o quattro “giornate” al giorno. Molte riguardano il settore dell’alimentazione e funzionano particolarmente bene nello spingere le persone a comprare cose da mangiare a cui altrimenti non avrebbero pensato, solo per rispettare la ricorrenza. In un articolo dell’Atlantic del 2019 intitolato “La devastante verità sull’Avocado Day” James Hamblin scrisse: «sono l’unico che trova strano che basti dire alle persone “È la giornata nazionale del milkshake” per spingerli a dire “Oh, prendiamoci un milkshake” (Prova. Funziona letteralmente ogni giorno)».

Hamblin spiegava che «molte di queste giornate vengono usate – o sono state specificamente inventate – per convincere le persone a parlare di prodotti e servizi. E questo avviene in una scala che la pubblicità tradizionale non raggiunge quasi mai». Nell’articolo veniva fatto l’esempio della giornata nazionale del gelato, molto celebrata ancora oggi a luglio (in Italia c’è quella del gelato artigianale, a marzo), che fu istituita dal presidente Ronald Reagan nel 1984 proprio per provare a risolvere i problemi di sovrapproduzione dell’industria dei latticini, quindi di fatto per vendere più gelato. Nel frattempo si sono aggiunte la giornata per il gelato a colazione, quella della torta gelato, del cono gelato, del gelato alla vaniglia e di quello alla pesca, tra gli altri.

Non esistono studi o dati precisi in grado di quantificare l’efficacia e gli effetti di queste giornate, neanche di quelle più serie e storiche. L’ONU dice che sono un «potente strumento di advocacy» (cioè per esercitare pressione su chi fa le leggi rispetto a certi temi) e che le pagine dedicate alle giornate internazionali sono le più visitate del suo sito. L’AVIS, l’Associazione Volontari Italiani del Sangue, definisce il 14 giugno, la giornata mondiale del donatore di sangue, «un’occasione preziosa di incontro e dialogo tra istituzioni sanitarie, amministrazioni locali e centrali e mondo associativo, più che altro per via delle iniziative, tra cui raccolte di sangue e plasma». Sicuramente, lo scorso 6 aprile in Italia si è venduto più guanciale e pecorino romano del solito.