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  • Mercoledì 10 aprile 2024

Il ritorno di Jacob Zuma

L'ex presidente del Sudafrica si candiderà infine alle elezioni di maggio, ma non con il suo storico partito, l'ANC, che per la prima volta rischia di non ottenere la maggioranza in parlamento

Jacob Zuma (REUTERS/Rogan Ward)
Jacob Zuma (REUTERS/Rogan Ward)
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L’ex presidente del Sudafrica Jacob Zuma sarà libero di candidarsi alle elezioni del prossimo 29 maggio, quando saranno rinnovati i 400 seggi dell’Assemblea nazionale e poi sarà eletto un nuovo presidente. Martedì un tribunale ha accolto il ricorso del nuovo partito di Zuma e annullato la recente decisione della Commissione elettorale che aveva escluso la candidatura dell’ex presidente a causa dei suoi precedenti penali.

Zuma ha 81 anni ed è stato presidente del Sudafrica dal 2009 al 2018. Dal 1959 faceva parte del Congresso Nazionale Africano (ANC), il partito che governa il paese dagli anni Novanta, e lo aveva presieduto tra il 2007 e il 2017.

Nel dicembre del 2023, a sorpresa, Zuma aveva però criticato l’ANC e lo aveva accusato di aver perso la radicalità degli inizi. Aveva poi annunciato il proprio sostegno a uMkhonto weSizwe (“lancia della nazione”, abbreviato in MK), un partito di recente fondazione che prende il nome da quello del braccio armato dell’ANC, quando il movimento di liberazione combatteva contro il regime dell’apartheid, cioè quel periodo in cui la società sudafricana era ufficialmente e formalmente segregata su base etnica: «La mia coscienza non mi permette di mentire ai sudafricani e di agire come se l’ANC di Ramaphosa (Cyril Ramaphosa, attuale presidente del paese e dell’ANC, ndr) fosse quella di Luthuli, Tambo e Mandela (leader storici dell’ANC, ndr)», aveva detto durante una conferenza stampa il 16 dicembre. A gennaio l’ANC l’aveva dunque espulso perché, come aveva detto il segretario generale Fikile Mbalula, la sua condotta era «in conflitto» con i loro «valori e principi».

Secondo Susan Booysen, docente alla Wits School of Governance di Johannesburg ed esperta di ANC, il vero obiettivo polemico di Zuma è diventato proprio Cyril Ramaphosa: «Ha un odio totale nei suoi confronti, e un odio per ciò che è diventato l’ANC sotto Ramaphosa». Ramaphosa era il vicepresidente di Zuma, e quando quest’ultimo nel 2018 venne estromesso dal governo lui prese il suo posto cercando, da lì in poi, di apparire come l’antitesi del suo predecessore, presentato come il simbolo della corruzione.

Negli anni Zuma è stato coinvolto in diversi scandali e processi per corruzione e nel 2021 fu condannato a 15 mesi di prigione per non essersi presentato alle udienze del processo legato a una vicenda risalente al 1999 in cui c’entrava l’acquisto di armi prodotte dall’azienda francese Thales da parte del governo sudafricano (dopo meno di tre mesi Zuma fu scarcerato per motivi di salute).

A causa di questa condanna, a fine marzo la Commissione elettorale del Sudafrica aveva escluso la candidatura di Zuma dalle elezioni, senza dare una motivazione precisa: aveva spiegato di avere accolto un’obiezione senza indicare però da chi fosse stata presentata. Il 2 aprile l’MK aveva intrapreso un’azione legale per ottenere l’annullamento di questa decisione, che ora è stata accolta. L’MK, tramite il proprio portavoce Nhlamulo Ndhlela, ha detto che Zuma sarà di nuovo in parlamento e sarà il candidato presidente del partito.

Le elezioni di maggio saranno le più competitive dalla fine dell’apartheid in Sudafrica, nel 1994. Il malcontento nei confronti dell’ANC è infatti aumentato a causa delle grosse difficoltà che il partito ha avuto negli ultimi tempi su vari temi, dalla gestione della criminalità agli scandali di corruzione. Nonostante il sistema dell’apartheid sia finito da quasi trent’anni, il Sudafrica è considerato uno dei paesi con le maggiori diseguaglianze sociali ed economiche al mondo. La pandemia da coronavirus ha peggiorato una situazione già critica, l’economia si è contratta, circa 2 milioni di persone sono finiti sotto la soglia di povertà e il 40 per cento della popolazione è senza lavoro.

Secondo vari analisti politici l’ANC rischierà di perdere per la prima volta la maggioranza in parlamento. In quel caso sarebbe costretto a formare una coalizione per restare al governo. I sondaggi danno all’ANC poco più del 40 per cento dei voti, al principale partito di opposizione, Alleanza Democratica, il 27 per cento circa e all’MK il 13 per cento. Zuma gode ancora di una certa popolarità tra la popolazione sudafricana e la sua partecipazione alle elezioni potrebbe avere conseguenze significative sui futuri equilibri politici del governo: Zuma e il suo nuovo partito potrebbero insomma far perdere voti all’ANC, indebolire l’attuale presidente Ramaphosa e rendere probabile l’ipotesi che possa essere costretto a dimettersi dopo le elezioni per l’insoddisfacente risultato ottenuto dal suo partito.

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