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  • Domenica 7 aprile 2024

L’esercito israeliano ha ridotto la presenza delle sue truppe nel sud della Striscia di Gaza

Ha ritirato gran parte dei suoi soldati dalla zona di Khan Yunis, lasciandone qualche migliaia: secondo il governo l'operazione serve a preparare la «prossima missione a Rafah»

Soldati israeliani a Khan Yunis durante un'operazione militare a gennaio
Soldati israeliani a Khan Yunis durante un'operazione militare a gennaio (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
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Nella notte tra sabato e domenica Israele ha ridotto la presenza dei suoi soldati nel sud della Striscia di Gaza, ritirando tutte le truppe delle 98esima divisione del suo esercito, cioè il grosso delle truppe presenti nell’area. Rimarrà nella zona soltanto una brigata, la brigata Nahal. Una brigata dell’esercito israeliano è composta da alcune migliaia di soldati, anche se il loro numero preciso varia da formazione a formazione.

Le truppe ritirate operavano nella zona di Khan Yunis, e secondo l’esercito sono state riportate in territorio israeliano perché la fase di operazioni militari attive contro Hamas in quella zona è terminata. Da adesso in avanti, come già succede in alcune zone nel nord della Striscia di Gaza, le truppe rientreranno in contingenti più piccoli per fare operazioni più mirate e decise dall’intelligence. Un ufficiale israeliano ha detto al quotidiano Haaretz: «La 98esima divisione ha smantellato le brigate di Hamas a Khan Yunis e ha ucciso migliaia di suoi membri. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo qui».

L’esercito ha anche detto che i soldati avevano bisogno di riposo, dopo alcuni mesi ininterrotti di combattimenti. La 98esima divisione viene ritirata «per recuperare e per prepararsi a future operazioni», ha fatto sapere l’esercito.

Il ritiro delle truppe da Khan Yunis comporta il ritiro completo di tutte le truppe che avevano un ruolo di combattimento attivo (quindi non di sorveglianza o protezione) dal sud della Striscia di Gaza. Non deve però essere inteso come un indizio di un ritiro più complessivo. Parlando con BBC, anzi, un portavoce dell’esercito israeliano ha detto che «la guerra non è finita».

Il governo israeliano intende ancora attaccare Rafah, l’ultima città della Striscia di Gaza non occupata dall’esercito, dove si sono rifugiati 1,3 milioni di palestinesi. Domenica il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che Israele è ancora determinato a «completare l’eliminazione di Hamas in tutta la Striscia di Gaza, compresa Rafah». Qualche ora più tardi il ministro della Difesa Yoav Gallant ha collegato proprio il ritiro da Khan Yunis con una successiva e imminente operazione a Rafah, dicendo che dopo le operazioni militari di questi mesi a «Khan Yunis Hamas ha smesso di essere un’organizzazione militare attiva». Gallant ha tenuto un incontro con i vertici militari e secondo quanto riferito da un comunicato del ministero ha detto che l’esercito israeliano «sta lasciando la zona per prepararsi per le prossime missioni, compresa quella nell’area di Rafah».

È possibile che il ritiro di parte delle truppe da Khan Yunis abbia anche l’obiettivo di riportare in città le persone che vi abitavano per svuotare almeno in parte Rafah in vista di un’offensiva.