L’operazione contro i bagarini agli Uffizi e alla Galleria dell’Accademia, a Firenze

La Guardia di Finanza ha fermato quattro persone che vendevano biglietti per i musei a prezzi maggiorati e senza autorizzazione: è stato dato loro il Daspo urbano

Code di turisti alla Galleria degli Uffizi, Firenze, 20 maggio 2016 (ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)
Code di turisti alla Galleria degli Uffizi, Firenze, 20 maggio 2016 (ANSA/MAURIZIO DEGL INNOCENTI)

La Guardia di Finanza ha fermato a Firenze quattro persone che vendevano biglietti per l’accesso ai musei della città a prezzi maggiorati rispetto a quelli indicati dal ministero della Cultura, e senza autorizzazione. Sembra che queste persone siano dipendenti di agenzie di viaggi, anche straniere, o di piattaforme di vendita online: per loro è stato deciso un Daspo urbano, cioè un ordine di allontanamento dall’area per 48 ore. La Guardia di Finanza ha anche sequestrato 58 biglietti validi per l’accesso alla Galleria dell’Accademia venduti a 25 euro l’uno a fronte dei 16 euro previsti, e 16 biglietti per la Galleria degli Uffizi venduti a 40 euro l’uno al posto di 25 euro.

Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Firenze Bruno Salsano ha detto che sono stati «intensificati i controlli per reprimere il fenomeno del bagarinaggio» e che sono in corso delle indagini «per risalire la filiera» illecita della vendita di biglietti. L’ultima operazione fa parte del piano cosiddetto “Alto Impatto” deciso, anche a seguito di una sollecitazione delle direzioni dei musei di Firenze, in collaborazione con il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica della prefettura (ne fanno parte il questore, il comandante provinciale dei Carabinieri, il comandante della Guardia di Finanza e il sindaco).

Per ora gli accertamenti hanno consentito di individuare una serie di siti web riconducibili a tour operator che, in alternativa ai canali ufficiali, permettono di prenotare e comprare biglietti di accesso ai musei a prezzi maggiorati e con l’aggiunta del servizio per saltare la fila. Spesso la maggiorazione al costo del biglietto di accesso, in alcuni casi anche superiore al 60 per cento rispetto alla tariffa standard, viene giustificata con la promessa di una serie di servizi aggiuntivi che, di fatto, non vengono forniti.

L’esistenza di un mercato parallelo dei biglietti viene denunciata da tempo a Firenze, ma anche in altri musei italiani. L’Associazione delle guide turistiche abilitate (AGTA) ha detto che, dopo la pandemia e con il forte aumento del numero di visitatori di questa primavera, il fenomeno è aumentato. Nel caso del Colosseo a Roma, per esempio, il bagarinaggio è associato a una mancanza cronica di biglietti venduti nei canali ufficiali, dove fino a poco tempo fa era assai complicato acquistarli e dove spesso, per i periodi con più richiesta, finivano in pochi minuti.

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