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  • Giovedì 4 aprile 2024

Alla Parigi-Roubaix serve una chicane?

In una delle corse ciclistiche tipicamente più pericolose, gli organizzatori hanno inserito per ragioni di sicurezza una serie di curve prima del pavé della foresta di Arenberg, ma secondo alcuni non risolverà il problema

(Bryn Lennon/Getty Images)
(Bryn Lennon/Getty Images)
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Domenica 7 aprile si correrà la Parigi-Roubaix maschile (quella femminile sarà il 6), la terza stagionale delle cinque Classiche monumento, le corse ciclistiche che si svolgono in un solo giorno più prestigiose e più antiche. La Parigi-Roubaix è considerata la più imprevedibile e rischiosa tra queste corse (e gode per questo anche di un prestigio tutto suo), perché i ciclisti devono pedalare per molti tratti sul pavé, una pavimentazione stradale formata da cubetti di pietra (la corsa è soprannominata L’inferno del Nord). Per provare a ridurre un po’ la pericolosità della gara, mercoledì gli organizzatori hanno deciso di inserire una chicane, cioè una serie di curve ravvicinate, prima dell’ingresso nella foresta di Arenberg, uno dei settori di pavé della gara (e forse il più riconoscibile perché in mezzo a un bosco).

La scelta è già molto discussa e contestata da corridori ed esperti di ciclismo. Il vincitore della scorsa edizione, l’olandese Mathieu van der Poel (considerato favorito anche per quest’anno), ha ricondiviso sui suoi profili social il video del nuovo percorso, chiedendo polemicamente: «È uno scherzo?».

La foresta di Arenberg è uno dei 29 settori di pavé previsti nel percorso della gara maschile di quest’anno (ci saranno in tutto 55,7 chilometri di ciottolato sui 259,9 totali) e si trova al 164esimo chilometro, dopo un passaggio a livello. Essendo lungo 2,3 chilometri, più della media degli altri, e arrivando quasi a due terzi di gara, questo tratto di pavé è considerato il primo momento in cui possono crearsi dei distacchi decisivi per la vittoria finale della corsa. Finora i ciclisti arrivavano alla foresta di Arenberg dopo un rettilineo, e quindi raggiungevano il pavé a velocità molto alte, vicine ai 60 chilometri orari, pedalando il più velocemente possibile per entrare nel settore nelle prime posizioni e non rischiare di perdere terreno.

Per evitare che questa situazione portasse a degli incidenti, quindi, la direzione di gara ha inserito prima del tratto di pavé una chicane, delimitata da alcune transenne: i ciclisti dovranno prima girare a destra, poi fare una curva quasi a gomito (cioè molto stretta) a sinistra, e poi ancora girare a destra. In questo modo, secondo la previsione degli organizzatori, la velocità di ingresso nella foresta di Arenberg dovrebbe abbassarsi a 25-30 chilometri orari.

Il direttore della corsa, Thierry Gouvenou, ha detto al quotidiano sportivo francese L’Équipe che è stato il sindacato dei corridori (l’associazione internazionale che rappresenta i ciclisti professionisti) a chiedere di trovare una soluzione per ridurre il pericolo. «L’idea è stata di inserire delle curve per rallentare il gruppo e allungarlo, un po’ come il sistema delle chicane sui circuiti automobilistici», ha spiegato Gouvenou.

Diversi esperti, però, temono che questa chicane non sia la soluzione adatta e che in questo modo si stia solo spostando il problema. Se prima i corridori acceleravano per arrivare nelle prime posizioni all’inizio della foresta di Arenberg, è possibile che ora tutti cerchino di mettersi davanti prima della chicane, con il rischio che ci siano sorpassi azzardati in curva, per i quali i ciclisti potrebbero non avere spazio a sufficienza, in un tratto di strada molto stretto e delimitato dalle transenne. Gouvenou ha detto di aver avvertito il sindacato dei corridori che con questa soluzione ci saranno necessariamente maggiori frenate prima del settore di pavé: «Mi hanno detto che preferiscono frenare energicamente, anche rischiando di cadere sull’asfalto, piuttosto che entrare nella foresta a 60 chilometri orari».