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  • Sabato 30 marzo 2024

È stata incriminata la giornalista russa che riprese l’ultimo video di Navalny

Antonina Favorskaya è stata accusata di aver collaborato con la fondazione del principale oppositore di Putin, considerata un'organizzazione estremista: rischia fino a sei anni di carcere

Antonina Favorskaya dietro a una gabbia trasparente in un tribunale di Mosca, venerdì 29 marzo
Antonina Favorskaya dietro a una gabbia trasparente in un tribunale di Mosca, venerdì 29 marzo (AP Photo/ Dmitry Serebryakov)
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Un tribunale di Mosca ha incriminato la giornalista russa Antonina Favorskaya per estremismo, accusandola di aver partecipato alle attività della Fondazione anticorruzione di Alexei Navalny, a lungo considerato il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin e ucciso in un carcere di massima sicurezza in Siberia lo scorso 16 febbraio. Nel 2021 la fondazione di Navalny era stata dichiarata un’organizzazione estremista, un’espressione piuttosto vaga che permette alle autorità russe di perseguire enti o attività che a loro giudizio comportano un rischio per la sicurezza del paese. Favorskaya è una corrispondente di Sota.Vision, uno dei pochi media russi rimasti indipendenti nel paese.

Favorskaya, in particolare, fu la persona che riprese e diffuse l’ultimo video di Navalny, registrato il giorno prima della sua morte durante un collegamento per un’udienza dal carcere di massima sicurezza IK-3 nella città di Kharp, a quasi duemila chilometri da Mosca e al di sopra del Circolo polare artico. Aveva anche documentato estesamente il suo funerale a Mosca, prima di essere arrestata in un bar, secondo quanto dice il Moscow Times, in seguito a una soffiata.

La giornalista, che aveva trascorso un periodo di detenzione preventiva di dieci giorni con l’accusa di aver disobbedito alle forze dell’ordine, è stata nuovamente arrestata mercoledì con l’accusa di aver pubblicato sui social network contenuti che in Russia sono vietati. Il tribunale ha ordinato un periodo di custodia cautelare di due mesi: in caso di condanna rischia fino a sei anni di carcere.

Secondo quanto ha scritto AFP, Favorskaya sostiene che le accuse contro di lei siano legate a un articolo in cui aveva scritto che Navalny era stato «torturato» durante la detenzione. È solo l’ultima dei collaboratori o dei sostenitori di Navalny che negli ultimi tempi sono stati perseguitati o incriminati dal regime russo.

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