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  • Domenica 18 febbraio 2024

Come viene raccontata la morte di Navalny in Russia

In modo sommario, parziale e allineato con la versione del governo russo: ma in generale sulle televisioni e sui giornali controllati dal regime se ne parla poco

Un uomo copre un ritratto di Navalny con della vernice a San Pietroburgo, nel 2021 (AP Photo/Ivan Petrov)
Un uomo copre un ritratto di Navalny con della vernice a San Pietroburgo, nel 2021 (AP Photo/Ivan Petrov)
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In Russia i media di stato stanno raccontando poco o nulla della morte in carcere di Alexei Navalny, il principale oppositore politico del presidente Vladimir Putin: sui principali canali televisivi controllati dal governo, quelli più guardati, la notizia della morte di Navalny è stata data in ritardo, in maniera sommaria, parziale e senza nessuna informazione di contesto. Ai media e ai parlamentari russi è stato inoltre vietato di dare informazioni diverse da quelle del governo, che da venerdì sostiene che Navalny sia morto dopo essersi sentito male durante una passeggiata, forse a causa del distaccamento di un coagulo di sangue.

Navalny è morto venerdì alle 14:17 locali (le 10:17 italiane) nel carcere di massima sicurezza IK-3 nella città di Kharp, a quasi duemila chilometri da Mosca e all’interno del Circolo polare artico, secondo quanto dichiarato dalle autorità russe. Su Canale Uno e su NTV, due reti televisive controllate rispettivamente dal governo russo e da Gazprom, l’azienda energetica statale russa, la notizia è stata data ore dopo l’accaduto: su Canale Uno nel notiziario delle 16, e solo al tredicesimo minuto del programma, e su NTV nel notiziario delle 18, al ventiseiesimo minuto. In entrambi i casi la copertura della notizia è consistita nella sola lettura, frettolosa e in meno di un minuto, del comunicato stampa del servizio penitenziario russo.

Il comunicato diffuso dal servizio penitenziario russo dice che Navalny «si è sentito male dopo una passeggiata e ha perso conoscenza quasi immediatamente», che lo staff medico sarebbe arrivato subito, che sarebbe stata chiamata un’ambulanza, ma che «tutti gli sforzi fatti per rianimarlo non hanno avuto esiti». Al momento non ci sono informazioni chiare su cosa sia successo esattamente a Navalny: la tesi del coagulo di sangue era stata data da alcune fonti del sito RT, sempre controllato dal governo russo, e sta venendo accolta con molto scetticismo da diversi specialisti interpellati negli ultimi giorni, secondo cui ci vorrebbe quantomeno il risultato di un’autopsia per una diagnosi del genere.

Né su Canale Uno né su NTV sono state inoltre date informazioni di contesto per capire la rilevanza e il significato della notizia della morte di Navalny: chi era, perché era in prigione e con quali accuse. In uno dei due casi non è stato nemmeno detto il nome per intero di Navalny, chiamato solo per cognome. Russia 1, altro canale televisivo di stato russo, non ha proprio dato la notizia della sua morte.

– Leggi anche: Alexei Navalny, il dissidente

Secondo il sito indipendente di giornalismo investigativo russo The Insider, a diverse reti televisive russe, sia di stato che non, sarebbe stata vietata la pubblicazione di contenuti sulle circostanze della morte di Navalny. Ai giornalisti sarebbe stato ordinato di limitare la copertura delle informazioni a quanto diffuso dalle agenzie di stampa controllate dal governo, e solo previa autorizzazione delle stesse agenzie.

Le informazioni diffuse dall’Insider si basano su dichiarazioni di fonti interne a quattro reti televisive. Una fonte lavora alla VGTRK, rete pubblica russa che gestisce diversi canali televisivi: ha detto che intorno alle 15 di venerdì è stato imposto un «embargo totale» sulla pubblicazione di articoli su Navalny. Un’altra fonte, non è specificato di quale rete, ha detto di aver ricevuto intorno alle 16 una direttiva che ordinava di interrompere la copertura dell’argomento. Altre due fonti, una delle quali parte di «un’importante pubblicazione» secondo l’Insider, hanno detto di aver ricevuto indicazioni di attenersi al racconto dei media di stato.

Su un altro popolare canale televisivo di stato russo, quando un politico durante un talk show ha cercato di esprimere rammarico per la morte di Navalny, è stato bruscamente interrotto dal conduttore del programma, che gli ha chiesto cosa c’entrasse Navalny con l’argomento di cui stavano discutendo.

Secondo il sito indipendente russo di giornalismo investigativo Agentstvo, inoltre, il partito Russia Unita, quello di Putin, avrebbe vietato ai propri parlamentari della Duma, la Camera russa, di commentare la morte di Navalny, ordinando loro di «attenersi strettamente alla versione del servizio penitenziario russo, [o] meglio di evitare proprio di commentare del tutto la morte di Navalny». La comunicazione del partito di Putin, condivisa con Agentstvo da una fonte anonima interna al partito stesso, sarebbe stata diffusa ai parlamentari circa mezz’ora dopo l’annuncio della morte di Navalny del servizio penitenziario russo.

Nel frattempo sia in televisione che online sono state fatte circolare diverse teorie allineate col governo e più o meno esplicitamente complottiste sulla morte di Navalny. Sempre Agentstvo ha raccontato di account automatizzati (i cosiddetti “bot”, gestiti cioè da software) vicini al governo russo che sia sul social media russo VK che su X (Twitter) hanno diffuso centinaia di contenuti aderenti alla versione del governo. In molti di questi si ribadiva che Navalny era morto per il distaccamento di un coagulo, in altri si sosteneva che il governo russo non aveva nessun interesse a far morire Navalny, in altri ancora si insinuava che la sua morte rappresentasse invece un vantaggio per i paesi occidentali, in alcuni casi accusati esplicitamente di avervi avuto un ruolo.

Nel frattempo sui media di stato russi non è stato dato spazio né visibilità nemmeno ai molti russi che da venerdì hanno protestato in varie forme contro la morte di Navalny, e che in moltissimi casi sono stati arrestati.