Anche la Nuova Zelanda vieterà le sigarette elettroniche usa e getta

 (AP Photo/Rebecca Blackwell, File)
(AP Photo/Rebecca Blackwell, File)

Mercoledì il governo della Nuova Zelanda ha annunciato che vieterà la vendita di sigarette elettroniche usa e getta nel paese, e che aumenterà le multe per i negozianti che vendono sigarette normali o sigarette elettroniche non usa e getta ai minori di 18 anni (già vietato per legge).

Le sigarette elettroniche usa e getta (“disposable vapes” in inglese) vaporizzano i liquidi contenuti al loro interno e possono contenere oppure no della nicotina, ma la loro caratteristica principale è che vengono buttate per intero dopo che il liquido è terminato. Sono differenti sia dalle sigarette elettroniche tradizionali, che sono sempre a base di liquidi ma ricaricabili, sia da quelle che riscaldano il tabacco anziché bruciarlo (come per esempio le sigarette elettroniche della marca Iqos, molto diffuse in Italia).

Le sigarette elettroniche usa e getta preoccupano perché sono più che altro usate dalle persone più giovani: sono prodotte in diversi aromi zuccherati o fruttati, hanno packaging dai colori vivaci e costano meno di un pacchetto di sigarette. Per questa ragione altri paesi – come Regno Unito, Francia, Germania, Belgio, Irlanda e Australia  – avevano già annunciato divieti simili.

Il governo neozelandese si è insediato lo scorso novembre, ed è formato da una coalizione composta dal Partito Nazionale di centrodestra, dal partito liberale ACT e da quello conservatore e populista New Zealand First. La decisione di vietare le sigarette usa e getta è stata presa dopo che nei mesi scorsi il governo era stato molto criticato per aver deciso di abolire una legge introdotta nel 2021 dal precedente governo di centrosinistra, che prevedeva l’introduzione di divieti progressivi al fumo di tabacco, con ultimo obiettivo il divieto di acquistare sigarette e altri prodotti simili alle persone nate dopo il 2008. Il nuovo governo aveva sostenuto che, con l’abolizione della legge, il denaro derivante dal pagamento delle tasse sulle sigarette sarebbe stato utilizzato per finanziare il taglio delle imposte promesso in campagna elettorale.