L’Australia vieterà l’importazione di sigarette elettroniche monouso

(AP Photo/Steven Senne)
(AP Photo/Steven Senne)

Martedì il ministro della Sanità australiano, Mark Butler, ha annunciato che a partire da gennaio del 2024 in Australia sarà vietata l’importazione di sigarette elettroniche monouso. Da marzo il divieto verrà ampliato a tutti i tipi di sigarette elettroniche, tranne quelle per l’uso terapeutico.

In Australia la vendita di sigarette elettroniche senza una prescrizione medica è vietata per legge dal 2021, ma il loro consumo è comunque aumentato notevolmente negli ultimi anni. Per ora i pazienti in possesso di apposita ricetta medica possono importare autonomamente le sigarette elettroniche dall’estero, mentre a partire dal prossimo gennaio sarà possibile acquistarle solo nelle farmacie autorizzate.

Le misure intendono disincentivare l’utilizzo di sigarette elettroniche fra le persone più giovani. Secondo il ministro infatti le sigarette elettroniche erano state inizialmente presentate come uno strumento terapeutico per aiutare a smettere di fumare, ma avrebbero invece creato «una nuova generazione di dipendenza dalla nicotina», una delle principali sostanze dannose e che creano dipendenza contenute nel tabacco e nelle sigarette elettroniche.

Misure per contrastare la diffusione delle sigarette elettroniche erano già state annunciate a maggio, ma solo martedì sono state confermate le modalità e le tempistiche con cui entreranno in vigore i primi divieti. Nel 2024 dovrebbero essere presentate altre misure per impedire la produzione in Australia e la pubblicizzazione delle sigarette elettroniche. Butler ha ammesso che il piano non è perfetto, e che «senza dubbio» alcune sigarette elettroniche riusciranno comunque a essere importate in Australia. Il ministro ha aggiunto che il loro uso porterebbe un maggior numero di giovani a fumare anche sigarette di tabacco, il cui fumo è «la principale causa di morti evitabili in Australia».

L’Australia è uno dei paesi con le leggi più rigide in tema di tabacco. Nel 2012 fu il primo ad approvare una legge che imponeva alle aziende produttrici di sigarette di vendere i propri prodotti in confezioni senza loghi, e attualmente un pacchetto di sigarette costa in media 40 dollari australiani (circa 25 euro, su uno stipendio mensile medio dell’equivalente di circa 4.400 euro).