Enel ha deciso che non venderà la società di distribuzione argentina Edesur, scrive Bloomberg

Un ufficio di Enel con il logo Enel su uno schermo
(ANSA/UFFICIO STAMPA ENEL/Roberto Caccuri/Contrasto)

Secondo quanto riportato da Bloomberg, lunedì l’azienda italiana di energia Enel ha deciso di sospendere la vendita di Edesur, una società argentina di distribuzione di energia elettrica che appartiene al suo gruppo e che stava cercando di vendere da tempo.

La decisione dipenderebbe dalla fiducia che i dirigenti di Enel avrebbero nei confronti del piano di deregolamentazione dell’economia del neoeletto presidente ultraliberista Javier Milei. Una portavoce di Enel ha detto a Bloomberg che la decisione è stata presa lunedì a Buenos Aires in un incontro fra diversi funzionari di Enel, fra cui il suo amministratore delegato Flavio Cattaneo, e il ministro dell’Economia argentino Luis Caputo e il capo di gabinetto di governo argentino Nicolas Posse.

Negli scorsi mesi Enel, che è proprietaria di molte aziende che lavorano nel settore dell’energia nel mondo, aveva venduto due filiali argentine che erano in perdita per diversi motivi, fra cui il controllo sui prezzi dell’energia operato dallo stato argentino prima dell’insediamento di Milei. Secondo Bloomberg invece ora i suoi dirigenti sarebbero fiduciosi che la deregolamentazione del settore immaginata da Milei possa aumentare i loro guadagni. Enel è la prima grande multinazionale a cambiare la sua strategia in Argentina dopo l’elezione di Milei.

Al momento non c’è però certezza su quali saranno gli effetti del piano economico di Milei, anche perché questo potrebbe essere presto bloccato. Il 15 marzo il Senato argentino ha votato con una larga maggioranza per annullare un importante decreto con cui Milei aveva deregolamentato vari settori dell’economia, fra cui quello dell’energia. Il decreto, che era stato emanato a fine dicembre, resterà in vigore fino a che non si esprimerà la Camera dei deputati, dato che in Argentina basta che una delle due camere del Congresso approvi un decreto per considerarlo valido. La Camera dovrebbe votare la norma entro poche settimane e Milei potrebbe avere qualche possibilità di ottenere un voto favorevole: qui controlla il 15 per cento dei seggi, ma potrebbe avere maggiore successo nel convincere i deputati centristi a votare insieme alla sua coalizione.

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