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  • Giovedì 14 marzo 2024

Il Congresso spagnolo ha approvato la legge sull’amnistia per gli indipendentisti catalani

È la prima importante votazione su una misura criticata ma fondamentale perché il governo abbia la maggioranza: ora dovrà passare anche al Senato

Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e la ministra delle Finanze Maria Jesús Montero dopo l'approvazione della legge (AP Photo/Manu Fernandez)
Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e la ministra delle Finanze Maria Jesús Montero dopo l'approvazione della legge (AP Photo/Manu Fernandez)
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Il Congresso spagnolo ha approvato in prima lettura la legge per concedere l’amnistia ai leader indipendentisti catalani che negli scorsi anni sono stati incriminati o hanno subìto procedimenti giudiziari per le loro azioni a favore dell’indipendenza, soprattutto dopo il referendum illegale per l’indipendenza della Catalogna dell’ottobre 2017 ma anche in altri casi, come per esempio una consultazione simile fatta nel 2014.

L’approvazione della legge sull’amnistia era l’elemento centrale dell’accordo di governo fra Junts per Catalunya, un partito indipendentista catalano di centrodestra, e il Partito socialista spagnolo (PSOE). Le elezioni della scorsa estate avevano prodotto un parlamento senza una maggioranza chiara, e per ottenere un nuovo mandato il primo ministro uscente Pedro Sánchez (del PSOE) aveva dovuto accordarsi con vari partiti autonomisti o indipendentisti locali per poter governare, fra cui Junts per Catalunya e Sinistra repubblicana di Catalogna (ERC).

L’amnistia per gli indipendentisti è da sempre fortemente criticata dai partiti di centrodestra e di destra e dalla magistratura, ma anche da molte persone di sinistra. Chi vi si oppone la considera una concessione eccessiva nei confronti di un movimento che, con il referendum del 2017, attaccò direttamente la Costituzione spagnola. Secondo i sondaggi più della metà dei cittadini spagnoli è contraria alla concessione dell’amnistia.

Quella approvata martedì è la seconda proposta di legge sull’amnistia votata dal parlamento. A gennaio una prima legge era stata respinta all’ultimo momento dagli stessi parlamentari di Junts per Catalunya (detto comunemente solo Junts), perché il PSOE non aveva approvato i loro emendamenti in parlamento. Il nuovo testo è il prodotto di un accordo con i partiti indipendentisti catalani Junts ed ERC, ed è stato approvato dalla commissione Giustizia del Congresso.

La Catalogna è una regione nel nordest della Spagna, in cui una parte della popolazione parla il catalano, una lingua diversa da quella del resto del paese, cioè il castigliano. Da decenni molte persone nella regione chiedono l’indipendenza, a cui però le istituzioni spagnole si sono sempre opposte. La legge sull’amnistia prevederebbe la cancellazione della «responsabilità penale, amministrativa e contabile» per più di 300 leader e attivisti indipendentisti incriminati di vari reati, e anche per 73 poliziotti sotto processo per le eccessive violenze commesse contro i manifestanti indipendentisti nei giorni del referendum del 2017.

L’amnistia serve anche a Junts per poter candidare alle elezioni regionali della Catalogna l’ex presidente catalano Carles Puigdemont, che organizzò il referendum del 2017 e da allora vive all’estero per sfuggire alla giustizia spagnola. La questione però è complicata dal fatto che mercoledì l’attuale presidente Pere Aragonès, del partito Sinistra Repubblicana della Catalogna (indipendentista di centrosinistra) ha sciolto il parlamento regionale e indetto elezioni anticipate per il 12 maggio. Questo significa che la legge potrebbe non aver ancora completato il percorso parlamentare: secondo Junts la legge sarebbe dovuta entrare in vigore entro luglio, e quindi è possibile che il partito provi a velocizzare il processo.