Emma Stone non ne sbaglia una

A 35 anni ha vinto il suo secondo Oscar come miglior attrice protagonista, e ha dimostrato di saper fare qualsiasi tipo di film, dalle commedie ai blockbuster, fino ai film più autoriali e ambiziosi

Emma Stone agli Oscar 2024 (AMPAS/ZUMA Press Wire)
Emma Stone agli Oscar 2024 (AMPAS/ZUMA Press Wire)
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Nella notte tra domenica e lunedì l’attrice statunitense Emma Stone ha vinto l’Oscar come miglior attrice protagonista per la sua interpretazione in Povere creature!, l’ottavo film del regista greco Yorgos Lanthimos. È la seconda volta che Stone ottiene questo riconoscimento: era già successo nel 2017, quando era stata premiata per la sua interpretazione nel musical La La Land.

Stone ha 35 anni e da almeno una decina è considerata una delle attrici più talentuose della sua generazione, apprezzata in particolare per una grande versatilità che le permette di adattarsi a produzioni diversissime per budget e pubblico di riferimento. Ha recitato in blockbuster, musical, film drammatici e autoriali, commedie disimpegnate, film di supereroi, e serie tv di larghissimo seguito, distinguendosi in tutti i casi per la tridimensionalità e lo spessore che è in grado di conferire ai personaggi che interpreta.

Basato sull’omonimo romanzo dello scrittore scozzese Alasdair Gray, Povere creature! è ambientato alla fine dell’Ottocento e si potrebbe definire una storia di formazione fantascientifica. Il personaggio interpretato da Stone è la protagonista, Bella Baxter, una donna creata da uno scienziato in un modo che ricorda quello del mostro di Frankenstein, cioè partendo dal cadavere di una donna a cui viene impiantato il cervello di un neonato.

Stone è stata apprezzata in particolare per la sua capacità di dare una caratterizzazione molto precisa a tutte le fasi che scandiscono l’arco di trasformazione di Baxter, che all’inizio del film non è in grado di compiere azioni basilari come camminare correttamente, articolare discorsi e mangiare in maniera autonoma, ma con il procedere della narrazione sviluppa capacità d’analisi, spirito critico e un rapporto molto libero e disinibito con i propri desideri, sessuali e non, emancipandosi dalla volontà degli uomini che la circondano.

Anche se l’interpretazione di Stone era stata lodata in maniera piuttosto trasversale dalla critica, la sua vittoria è stata in qualche modo una “sorpresa”: riviste di settore e bookmakers avevano infatti dato per favorita Lily Gladstone, protagonista del film di Martin Scorsese Killers of the Flower Moon

Nell’ultimo anno, oltre che per Povere creature!, Stone aveva fatto parlare di sé per il suo ruolo di co-protagonista della serie The Curse, che in Italia è stata poco vista ma nel mondo anglosassone ha ricevuto ottime recensioni. Racconta di una coppia di influencer del New Mexico che viene coinvolta in un programma televisivo e nella costruzione di un quartiere di lusso in un’area fino a quel momento sconosciuta ai più. Il personaggio di Stone è quello di una donna profondamente ambigua rispetto al proprio desiderio di fama e ricchezza e allo stesso tempo rispetto alla consapevolezza di star agendo in modo meschino ed eticamente discutibile, ma anche nel rapporto col marito inetto e sessualmente poco prestante. Tutta la serie si basa sul tentativo – riuscito – di suscitare disagio nello spettatore e gran parte del risultato dipende dalla sua interpretazione.

Stone cominciò a recitare a 7 anni, quando ottenne il ruolo da protagonista in una recita della scuola elementare che frequentava a Scottsdale, in Arizona. Pochi anni dopo cominciò a fare della recitazione un lavoro, prendendo parte a importanti produzioni teatrali che la portarono da subito in tournée e la costrinsero a recuperare gli anni di scuola persi con le lezioni private.

Nel 2004 si trasferì a Los Angeles, dove cambiò il suo nome da Emily a Emma, visto che il primo era già registrato nel sindacato: ebbe le sue prime parti in programmi televisivi e serie di poco successo, ma grazie a un piccolo ruolo nella sitcom Lucky Louie di Louis CK si fece notare abbastanza da ottenere la parte nel film di Greg Mottola Suxbad, che fu il vero inizio della sua carriera.

Successivamente si fece conoscere partecipando a commedie un po’ di nicchia come The Rocker – Il batterista nudo, La rivincita delle ex e Benvenuti a Zombieland. Nel 2011 ottenne un primo momento di notorietà internazionale recitando in tre film usciti nell’estate di quell’anno: Amici di letto, Crazy, Stupid, Love e soprattutto The Help, il film sul segregazionismo in Mississippi che la rese famosa al grande pubblico. A partire dal 2012 interpretò la protagonista femminile Gwen Stacy nella nuova serie di film su Spider-Man, quella con protagonista Andrew Garfield, con il quale Stone ebbe una lunga relazione.

Dopo il primo film di Spider-Man e una collaborazione con Woody Allen, che la scelse come co-protagonista assieme a Colin Firth di Magic in the Moonlight, Stone di fatto saltò le tappe richieste a un’attrice normale recitando in Birdman di Alejandro Inarritu, che nel 2015 vinse l’Oscar e che la presentò al mondo come attrice capace di fare quei ruoli drammatici e controversi che piacciono ai critici.

Per Birdman Stone ottenne anche la sua prima candidatura all’Oscar, come miglior attrice non protagonista, senza però riuscire a vincere il premio: fu superata da Patricia Arquette e dalla sua interpretazione in Boyhood. Da lì arrivò a La La Land, con il quale – aiutata anche dalla nostalgia suscitata dal film in molti spettatori – si impose come una delle pochissime dive del cinema contemporaneo, una di quelle capaci di far ruotare intorno a sé un intero blockbuster.

Nel 2017 abbandonò le grandi produzioni per dedicarsi al cinema più autoriale: Jonathan Dayton e Valerie Faris la scelsero come protagonista di La battaglia dei sessi, un film molto apprezzato dalla critica internazionale ma poco visto dal pubblico, incentrato sulla famosa partita di tennis tra Bobby Riggs e Billie Jean King.

L’anno dopo collaborò per la prima volta con Lanthimos, ai tempi un regista ancora sconosciuto al grande pubblico, in La favorita, una commedia surreale ambientata nell’Inghilterra del Seicento che racconta della regina Anna d’Inghilterra (Olivia Colman) e di due dame di compagnia (Rachel Weisz e Stone), che con il sesso e con una battaglia intellettuale si fanno la guerra in una scalata al potere per ottenere la posizione, per l’appunto, di sua favorita. Grazie a La favorita ottenne la sua seconda nomination come miglior attrice non protagonista, ma anche in questa occasione non riuscì a vincere il premio, che andò invece a Regina King.

Prima di The Curse Emma Stone si era fatta conoscere dagli appassionati di serie tv per Maniac, dove interpreta Annie Landsberg, una donna senza scopo e ambizioni, dipendente da un farmaco misterioso che si dice “aggiusti” la mente delle persone.

Oltre che per i suoi ruoli nel cinema e nella serialità televisiva, a Stone è generalmente riconosciuto un certo talento come presentatrice. Negli anni questa sua attitudine è emersa soprattutto quando ha fatto la presentatrice di alcune puntate di Saturday Night Live, il celebre programma comico americano del canale NBC. Dal 2010 a oggi ha condotto cinque episodi del programma, distinguendosi in tutti i casi per l’umorismo intelligente e per la scrittura brillante degli sketch che ha ideato e scritto.

L’ultima volta è stata a dicembre, quando tra le altre cose aveva presentato lo sketch Make Your Own Kind of Music, in cui interpreta un produttore discografico che ironizza sul continuo riciclo della musica rock nei film di Hollywood. Parlando di questo sketch, il critico cinematografico statunitense Tim Grierson ha scritto che Stone «riesce a restituire l’assurdità prendendo le cose tremendamente sul serio».