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  • Venerdì 1 marzo 2024

Cosa si sa della strage dei palestinesi che stavano aspettando gli aiuti a Gaza

Il governo della Striscia sostiene che i soldati israeliani abbiano sparato contro la folla uccidendo più di 100 persone, Israele dice che le morti sarebbero state dovute alla calca che si era creata

Un'immagine tratta da un video diffuso dall'esercito israeliano che mostra decine di palestinesi intorno a un camion di aiuti umanitari
Un'immagine tratta da un video diffuso dall'esercito israeliano che mostra decine di palestinesi intorno a un camion di aiuti umanitari
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Nella notte tra mercoledì e giovedì più di cento palestinesi sono stati uccisi e più di 700 sono stati feriti nella città di Gaza, la più grande della Striscia di Gaza, mentre stavano aspettando di ricevere cibo da alcuni camion di aiuti umanitari. Cosa sia successo esattamente non si sa, anche perché la strage è avvenuta quando era ancora buio, attorno alle 4:30 locali, le 3:30 italiane.

Il ministero della Salute di Gaza (cioè Hamas) ha accusato l’esercito israeliano di aver sparato sulla folla, uccidendo almeno 112 civili palestinesi. L’esercito israeliano ha dato una versione diversa: ha ammesso che i suoi soldati hanno sparato dei colpi, ma solo in aria e alle gambe, quindi senza uccidere nessuno, e ha sostenuto che le persone sarebbero morte a causa della calca che si era creata attorno ai camion di aiuti.

Giovedì pomeriggio l’esercito israeliano ha diffuso un video realizzato da un drone che mostra dall’alto alcuni momenti prima e dopo la strage, pur non facendo davvero chiarezza su quanto successo. Si vede un grande folla di centinaia di civili che si accalca intorno a due camion di aiuti umanitari lungo la strada costiera al Rashid, a Gaza, cercando di prendere i pacchi di cibo a bordo.

A un certo punto del video si vedono decine di persone che cominciano ad allontanarsi in maniera improvvisa dai camion, apparentemente prese dal panico, correndo in varie direzioni e cercando di mettersi al sicuro. Cosa abbia causato la fuga non si capisce. La versione dell’esercito israeliano è che molti palestinesi sarebbero stati calpestati dalla folla o investiti dagli stessi camion a causa della calca, ma la scarsa qualità del video non permette di confermare questa ricostruzione. In un’altra parte del video si vedono due carri armati israeliani vicino alla strada, e alcuni morti palestinesi stesi a terra poco distante: anche in questo caso non è possibile dire con certezza cosa abbia causato la morte di quelle persone.

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L’unica altra testimonianza video disponibile è stata diffusa dal canale Al Jazeera: il video è stato realizzato da una persona che si trovava vicino al convoglio di aiuti umanitari quando è avvenuta la strage, ma è molto confuso e va preso anche in questo caso con una certa cautela. Si vede un gran numero di persone radunate intorno ai camion, e in sottofondo c’è il rumore di alcuni colpi d’arma da fuoco, sparati probabilmente dai soldati israeliani.

Al Jazeera ha raccolto le testimonianze di diverse persone che si trovavano sul posto, che hanno accusato i soldati israeliani di aver sparato indiscriminatamente sulla folla. Alcuni hanno parlato anche di un attacco aereo compiuto in contemporanea agli spari. Jadallah al Shafei, direttore degli infermieri all’ospedale al Shifa di Gaza, ha detto ad Al Jazeera che la «maggior parte dei morti e feriti ha ferite da armi da fuoco e schegge nella testa e nella parte superiore del corpo».

Mohammed Salha, il direttore ad interim dell’ospedale di Al-Awda, invece ha detto ad Associated Press che più dell’80 per cento delle 176 persone ricoverate lì aveva ferite di armi da fuoco e solo 34 avevano ferite compatibili con quelle provocate da una calca. Salha ha comunque aggiunto di non aver potuto stabilire le cause di morte, perché i corpi erano stati portati altrove per un conteggio ufficiale.

Un uomo intervistato dall’agenzia di stampa Associated Press, Kamel Abu Nahel, ha detto di essere andato sul luogo della strage giovedì mattina presto perché aveva sentito che sarebbero stati consegnati degli aiuti (principalmente farina). Ha detto che una volta lì i soldati israeliani avrebbero sparato contro la folla una prima volta, disperdendola. Poco dopo i civili palestinesi sarebbero tornati per cercare di ricevere gli aiuti. A quel punto l’esercito israeliano avrebbe sparato nuovamente. Anche Nahel ha detto di essere stato colpito.

Il giornalista di Al Jazeera Ismail al-Ghoul è andato sul luogo dopo la strage e ha raccolto le testimonianze di alcune persone che hanno sostenuto che alcuni carri armati israeliani avrebbero investito i civili dopo aver sparato sulla folla, passando sopra i corpi di quelli morti e ferendone altre decine. Anche questa testimonianza va presa con le molle, perché finora non ci sono conferme di altro tipo.

Giovedì pomeriggio l’esercito israeliano ha chiarito la sua versione. Ha detto che i soldati che erano sul posto per controllare il percorso dei camion avevano sparato dei colpi in aria dopo che alcuni palestinesi si erano avvicinati troppo a loro; poi avevano sparato anche alle gambe, colpendo in tutto dieci persone (non è stata specificata la gravità delle ferite).

Giovedì sera il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha detto di essere «sconvolto» da quanto successo, e che servirà un’indagine indipendente per chiarire cosa abbia causato la strage.

Sempre giovedì sera il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, ha fatto un commento ancora più duro, dicendo che «queste persone sono morte perché c’è un conflitto in corso; queste persone sono morte perché non è stato possibile consegnare gli aiuti umanitari in modo sicuro. […] Per quanto ci riguarda non sappiamo esattamente cosa sia successo, se le persone siano state uccise a causa degli spari israeliani, se siano state schiacciate dalla folla o se siano state investite dai camion, ma questi sono tutti atti di violenza in un certo senso causati dal conflitto in corso».

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