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  • Mercoledì 28 febbraio 2024

Gli ippopotami di Pablo Escobar sono un grosso problema in Colombia

Furono portati nel paese dal narcotrafficante negli anni Ottanta, ma da allora sono diventati troppi: sterilizzarli per ridurne il numero non è per niente semplice

un ippopotamo emerge dall'acqua
Un ippopotamo nel parco dell'Hacienda Nàpoles, un tempo di proprietà di Pablo Escobar, in Colombia (AP Photo/Fernando Vergara, File)
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In Colombia esiste l’unica popolazione di ippopotami selvatici fuori dall’Africa: sono circa 160 e discendono dai 4 che furono importati nel paese dal narcotrafficante Pablo Escobar fra gli anni Settanta e Ottanta, probabilmente proprio dall’Africa. Da qualche anno sono diventati troppi e creano problemi per l’ecosistema e la popolazione locale, ma il governo colombiano non sa bene come gestirli: l’opinione pubblica è contraria alla loro uccisione, e non si riesce a sterilizzarne abbastanza da ridurre efficacemente la loro popolazione.

Il numero di sterilizzazioni che si riesce a compiere ogni anno è abbastanza basso, a causa del costo e delle difficoltà tecniche di ciascuna operazione. A complicare le cose c’è il fatto che gli ippopotami si moltiplicano piuttosto velocemente, dato che in Colombia hanno trovato un habitat molto favorevole e non hanno predatori naturali.

La sterilizzazione chirurgica è molto complessa perché può essere fatta solo addormentando l’animale con un sedativo. Gli ippopotami vengono attirati in un recinto con un’esca, per esempio delle carote, ma bisogna fare le cose con calma e conquistare la loro fiducia, perché molti di loro hanno imparato a evitare la cattura. A quel punto l’operazione, piuttosto complessa perché sia maschi che femmine hanno i genitali all’interno del corpo, deve essere completata in meno di un’ora: se l’anestesia durasse di più l’animale rischierebbe di soffrire di ipotermia o di problemi cardiaci, oltre a rischiare di morire per le possibili complicazioni dell’operazione.

Se un ippopotamo dovesse svegliarsi durante un’operazione potrebbe ferire o uccidere gli operatori che lo stanno sterilizzando. Gli ippopotami sono animali aggressivi e territoriali che pesano in media quasi una tonnellata e mezza, e nonostante la corporatura tozza e le zampe corte si muovono piuttosto velocemente. Hanno canini lunghi anche 50 centimetri e causano ogni anno la morte di circa 500 persone.

La sterilizzazione può avvenire anche tramite la somministrazione di contraccettivi. Nel 2023 il governo colombiano si era accordato con quello statunitense per la fornitura di un farmaco chiamato GonaCon, che inibisce le pulsioni sessuali sia dei maschi sia delle femmine. Però tracciare gli animali a cui è stato somministrato si è rivelato quasi impossibile, e comunque non ci sono abbastanza soldi per continuare a usarlo: alcune dosi erano state regalate al governo colombiano da quello statunitense, ma comprarne altre costerebbe più di 200 dollari ciascuna.

Gli ippopotami colombiani sono considerati un problema perché divorano la vegetazione, tolgono spazio agli animali locali, inquinano il terreno e l’acqua. Scavano sentieri nella terra, cambiano il flusso e le condizioni dell’acqua, come l’acidità e l’ossigenazione, creando problemi per specie locali a rischio come il lamantino. Sono inoltre un pericolo per gli esseri umani e diverse persone sono state attaccate, anche se finora in Colombia non sono mai state registrate morti di persone causate dagli ippopotami.

una femmina di ippopotamo vicino a un recinto e a uno specchio di acqua paludosa

Una femmina di ippopotamo all’Hacienda Nápoles, in Colombia (Luis Bernardo Cano/dpa)

Gli ippopotami si sono stabiliti nel fiume Magdalena, nella Colombia centrale, attorno all’Hacienda Nàpoles, l’ex tenuta che Pablo Escobar aveva trasformato in parco divertimenti. Quando Escobar si consegnò alle autorità nel 1991, il governo sequestrò la tenuta e trasferì o uccise la maggior parte degli animali che ci vivevano. Gli ippopotami però furono lasciati in libertà, perché spostarli sarebbe stato troppo costoso. Nei successivi trent’anni gli ippopotami si sono diffusi in luoghi distanti anche 400 chilometri da Hacienda Nàpoles.

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Molti biologi e veterinari ritengono che il metodo più efficace per ridurre la popolazione degli ippopotami sia la loro uccisione. Le difficoltà e i costi delle sterilizzazioni infatti consentono di farne meno di 15 ogni anno, troppo poche per limitare effettivamente l’aumento degli ippopotami. Gli abbattimenti però sono fortemente osteggiati dall’opinione pubblica colombiana: negli anni vari governi hanno annunciato che gli ippopotami sarebbero stati cacciati, per poi annullare la decisione poco dopo per via delle proteste.

La prima volta fu nel 2009: il cacciatore professionista Federico Pfeil-Schneider scortato dai militari ne uccise uno, ma la foto della carcassa circondata da soldati orgogliosi generò grande indignazione. All’ippopotamo fu dato il nome di Pepe e la sua uccisione fu molto criticata dalla popolazione colombiana. A novembre del 2023 era stato di nuovo annunciato che alcuni ippopotami sarebbero stati abbattuti, dopo che una sentenza della corte suprema colombiana li aveva definiti una specie invasiva: poco dopo il governo aveva cambiato idea, ed era tornato a sostenerne la sterilizzazione.

Alcune persone che vivono vicino all’Hacienda Nàpoles sono contrarie alla loro eliminazione anche perché gli animali sono diventati un’attrazione turistica e quindi una fonte di reddito. L’attrattiva degli ippopotami è dovuta non solo al loro aspetto esotico, ma anche al loro legame con la complessa eredità di Pablo Escobar, che fu uno dei narcotrafficanti più ricchi e famosi al mondo.

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Alcuni ippopotami invece sono stati trasferiti negli zoo colombiani o di altri paesi, ma i costi dei trasferimenti sono troppo elevati, e gli animali trasferiti sono troppo pochi per avere un impatto significativo sulla loro popolazione.