Apple ha rinunciato alla sua auto che si guida da sola

L'ambizioso progetto è stato cancellato dopo anni di investimenti da svariati miliardi e pochi progressi, dicono Bloomberg e altri giornali statunitensi

Il CEO di Apple, Tim Cook (Justin Sullivan/Getty Images)
Il CEO di Apple, Tim Cook (Justin Sullivan/Getty Images)
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Dopo quasi dieci anni e miliardi di dollari spesi in ricerca e sviluppo, Apple ha deciso di cancellare il proprio progetto per costruire un’automobile elettrica che si guida da sola, concentrandosi invece sui nuovi sistemi di intelligenza artificiale. La decisione, secondo Bloomberg e diversi altri giornali statunitensi, è stata comunicata martedì 27 febbraio da alcuni dirigenti della società ai 2mila dipendenti della divisione “Project Titan”, che in questi anni avevano lavorato all’iniziativa. Molti di loro saranno trasferiti in altre aree, ma ci saranno comunque licenziamenti e una riorganizzazione interna.

Le prime notizie su Project Titan erano iniziate a circolare intorno al 2014, quando Apple aveva aumentato le assunzioni di ingegneri e sviluppatori specializzati nel settore delle automobili. Il progetto era stato voluto fortemente dal CEO dell’azienda Tim Cook, all’epoca da poco succeduto a Steve Jobs, alla ricerca di nuovi prodotti, da affiancare a quelli di grande successo come gli iPhone.

Come fa spesso, Apple non aveva mai confermato di essere al lavoro su un’automobile a guida autonoma, ma negli anni erano circolate molte notizie dall’interno del gruppo di lavoro e soprattutto si erano visti prototipi per le strade degli Stati Uniti: il progetto era formalmente segreto, ma nei fatti noto a molti.

Project Titan era nato in un periodo in cui diverse aziende tecnologiche della Silicon Valley erano al lavoro per sviluppare sistemi di guida autonomi, ritenendo che in pochi anni avrebbero cambiato radicalmente il nostro modo di utilizzare i veicoli. I primi prototipi erano di automobili senza volanti e pedali, che avrebbero permesso di farsi trasportare ovunque, immaginando un futuro in cui nessuno avrebbe dovuto guidare. La realizzazione di sistemi completamente autonomi si sarebbe però rivelata molto più complessa del previsto, facendo via via ridurre gli investimenti nel settore da parte di alcune delle aziende tecnologiche più grandi come Alphabet, la holding che controlla Google.

Uno dei primi prototipi di auto a guida autonoma presentato da Google nel 2014 (Alphabet)

Occuparsi direttamente della costruzione di un’automobile non è inoltre semplice, richiede il coordinamento tra una grande quantità di fornitori e pone molte difficoltà legate alla logistica, aspetti che almeno inizialmente alcune grandi aziende tecnologiche sembravano avere sottovalutato. Anche per questo motivo i primi anni di Project Titan erano stati piuttosto deludenti, con Apple che aveva deciso in più occasioni di riorganizzare la divisione e cambiare alcuni dei suoi principali dirigenti.

Nel 2017 l’azienda aveva iniziato a sperimentare alcuni sistemi di guida autonoma utilizzando SUV prodotti dalla società automobilistica Lexus, nascondendo al suo interno le varie strumentazioni. In pochi mesi erano comparse decine di veicoli negli Stati Uniti per effettuare i test, parte dei quali veniva anche realizzata in un grande circuito a Phoenix (Arizona), che Apple aveva ottenuto dalla società automobilistica Chrysler.

Oltre alle difficoltà nel realizzare il sistema di guida autonomo, Apple aveva riscontrato vari problemi nella progettazione stessa dell’automobile e delle sue caratteristiche, a cominciare da quelle della carrozzeria. Negli ultimi anni si era quindi ipotizzato che la società potesse rivedere radicalmente i propri piani rinunciando a costruire direttamente un’auto. Apple avrebbe potuto fare da fornitore alle aziende automobilistiche già esistenti, offrendo software e dispositivi per la guida autonoma. La società ha del resto già diverse collaborazioni nel settore dell’auto per fornire CarPlay, il proprio sistema per collegare gli iPhone ai sistemi di bordo di vari modelli di automobile.

Seppure in assenza di conferme ufficiali, negli scorsi anni erano circolate notizie sulla possibilità che il primo modello di auto Apple avrebbe avuto un prezzo intorno ai 100mila dollari, paragonabile a quello di automobili di fascia alta. I margini derivanti dalle vendite sarebbero stati relativamente bassi, se confrontati con quelli che Apple ottiene dalla vendita dei propri dispositivi elettronici, ma avrebbero comunque portato ad alti ricavi e rafforzato le strategie della società per tenere ulteriormente i propri clienti all’interno di un ecosistema che li porta ad acquistare altri suoi prodotti.

Le analisi e previsioni di vendita erano però oscillate fortemente negli ultimi anni a causa dell’andamento del mercato delle automobili elettriche, ancora poco stabile e con ritmi di vendita che cambiano sensibilmente. Dopo anni di forte richiesta, la domanda di automobili elettriche si è ridotta e vari produttori storici di automobili hanno rivisto i propri piani, passando da progetti per la produzione di auto esclusivamente elettriche a modelli ibridi che utilizzano sia motori elettrici sia termici, riducendo consumi ed emissioni.

Tesla, la società di automobili elettriche più grande e che sarebbe probabilmente finita in diretta concorrenza con Apple, a inizio anno aveva avvisato i propri investitori su un probabile rallentamento delle vendite proprio a causa del cambiamento della domanda. L’azienda vende comunque milioni di automobili e ha concluso il 2023 con ricavi intorno ai 100 miliardi di dollari. La società deve confrontarsi sempre di più con la concorrenza dei produttori cinesi e in misura diversa con quella di alcune storiche aziende automobilistiche, quindi è probabile che tra i suoi dirigenti la cancellazione di Project Titan sia stata accolta con un certo sollievo. Lo stesso Elon Musk, CEO di Tesla, ha commentato positivamente la decisione di Apple pubblicando su X un post con un emoji che mostra un saluto e una sigaretta.

La cancellazione di Project Titan era stata preceduta nelle scorse settimane da alcune notizie sulle discussioni interne ad Apple per decidere che cosa fare dell’iniziativa. Era stata valutata la possibilità di rinviare la presentazione della prima automobile al 2028, con un sistema di guida autonoma parziale e distante dagli obiettivi iniziale di piena autonomia. La revisione degli obiettivi del progetto sarebbe servita anche a tranquillizzare il consiglio di amministrazione di Apple e i principali investitori della società, tra le più ricche al mondo.

Dopo avere valutato pro e contro, Cook ha infine deciso di abbandonare il progetto e di concentrare le attenzioni sui sistemi di intelligenza artificiale. La scelta è stata accolta positivamente dagli investitori, che dopo avere appreso la notizia da Bloomberg hanno contribuito a un marcato aumento del valore in borsa delle azioni Apple.

Le persone che avevano lavorato ai sistemi per la guida autonoma, sviluppando vari tipi di soluzioni di intelligenza artificiale (AI), saranno trasferite in altre aree di Apple e si occuperanno dello sviluppo dei nuovi servizi basati sulle AI. Rispetto a Google, OpenAI e Meta, al momento Apple è piuttosto indietro nell’offerta di sistemi di intelligenza artificiale per i propri prodotti, in una fase in cui c’è un fortissimo interesse nato soprattutto in seguito al successo di ChatGPT. Cook in alcune interviste ha promesso l’introduzione di alcune soluzioni basate su AI nei principali prodotti Apple entro la fine dell’anno. È probabile che qualcosa sia mostrato in anteprima a giugno, nell’ambito della Apple Worldwide Developers Conference, la serie di incontri che la società organizza ogni anno per mostrare agli sviluppatori le novità legate ai sistemi operativi che fanno funzionare gli iPhone, gli iPad e i Mac.

Attualmente il 58 per cento circa dei ricavi di Apple deriva dalla vendita degli iPhone, ma il mercato degli smartphone è ormai maturo e rispetto a un tempo le persone cambiano con minore frequenza il proprio cellulare. La società è quindi alla ricerca di nuovi prodotti per differenziare ulteriormente le fonti di ricavo, in modo da essere meno esposta all’andamento delle vendite degli iPhone. Lo scorso anno la società ha presentato Vision Pro, un visore per la “realtà mista” che costa circa 3.500 dollari e per il quale le previsioni di vendita sono molto basse, se confrontate con quelli degli iPhone o di altri prodotti di successo come gli Apple Watch e i Mac. L’aggiunta di sistemi di intelligenza artificiale ai prodotti potrebbe cambiare le cose, ma secondo gli analisti difficilmente l’azienda riuscirà a offrire qualcosa di davvero rilevante in questo ambito prima di un paio di anni, con un certo ritardo rispetto ai concorrenti.