Le polemiche per le cariche della polizia contro gli studenti a Pisa e Firenze

Le foto e i video dei manifestanti picchiati hanno generato molta impressione: il ministero dell'Interno ha parlato di «difficoltà operative» e c'è stato un richiamo del presidente della Repubblica

Scontri tra polizia e manifestanti a Pisa
Scontri tra polizia e manifestanti a Pisa (ANSA)
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Venerdì a Pisa e Firenze la polizia ha caricato in maniera estremamente violenta due cortei pro Palestina a cui stavano partecipando in gran parte studenti minorenni. Le cariche, in cui sono state ferite complessivamente 18 persone, stanno provocando polemiche da parte di vari esponenti dell’opposizione nei confronti del ministero dell’Interno, accusato di non aver fatto abbastanza per evitare che i cortei finissero in scontri e violenze.

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto un richiamo pubblico piuttosto duro al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, cosa inusuale se si considerano i suoi modi abitualmente cauti.

A Pisa, dove ci sono stati gli scontri più gravi, venerdì mattina il corteo dei manifestanti pro Palestina è partito da piazza Dante, e a un certo punto ha imboccato via san Frediano, una strada molto stretta che sbuca su piazza dei Cavalieri, dove ha sede la Scuola Normale. Lì i manifestanti hanno trovato la strada sbarrata da un veicolo della polizia e da agenti in tenuta antisommossa. I manifestanti hanno provato ad avanzare, pacificamente e con le mani alzate, e a quel punto il comandante della polizia ha ordinato una «carica di alleggerimento», che in teoria sarebbe un’azione fisica volta a ridurre la pressione del corteo e a sgomberare un po’ la folla.

In realtà, con il corteo bloccato nella strettoia di via San Frediano, i poliziotti hanno manganellato con violenza gli studenti, e non si sono limitati a scacciarli ma li hanno anche inseguiti mentre scappavano. Alla fine ci sono stati 13 feriti, di cui otto minorenni e un poliziotto.

A Firenze il corteo era partito da piazza Santissima Annunziata con l’intenzione di raggiungere il consolato americano, ma è stato caricato a piazza Ognissanti, poco prima del consolato. Sono state ferite cinque persone, tra cui una studentessa che è stata fotografata con la faccia insanguinata e il naso fratturato.

I video e le foto delle cariche della polizia hanno fatto molta impressione, e tra venerdì e sabato vari esponenti dell’opposizione e della società civile hanno condannato le violenze della polizia. Tra gli altri Elly Schlein, la segretaria del Partito Democratico, ha detto per esempio che la manganellate sugli studenti sono «inaccettabili» e che c’è un «clima di repressione». Il PD ha annunciato che chiederà un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Piantedosi.

Nel pomeriggio di sabato il presidente Mattarella ha diffuso una nota in cui ha detto di aver parlato con Piantedosi, e di avergli fatto presente che «l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento».

Di fronte alle polemiche, il dipartimento della Pubblica sicurezza, cioè il dipartimento del ministero dell’Interno che si occupa della polizia, ha scritto in un comunicato che a Pisa e Firenze ci sono state «difficoltà operative di gestione». Ha ricordato anche che le manifestazioni non erano state autorizzate, e che questo ha reso più difficile la gestione dell’ordine pubblico. Gli organizzatori di una manifestazione devono comunicarne lo svolgimento alla questura della propria città e concordare con le autorità il percorso di un eventuale corteo, cosa che gli studenti pro Palestina non avevano fatto. Nonostante questo, la violenza della polizia sugli studenti è stata sproporzionata, al punto che anche il dipartimento ha scritto nel suo comunicato che ci sarà «un momento di riflessione e di verifica» su quanto avvenuto.

Come ha notato Giuliano Foschini su Repubblica, anche se la manifestazione non era autorizzata sarebbe comunque compito della polizia fare lavoro di prevenzione per limitare il più possibile le violenze ed evitare «che un gruppo di manifestanti si possa trovare di fronte a un cordone di Polizia».

Più in generale, vari giornali hanno notato come negli ultimi mesi la polizia abbia fatto frequente ricorso alla violenza per rispondere a cortei e manifestazioni. È successo per esempio durante altre proteste pro Palestina a Napoli e Torino, e davanti alla sede Rai di Bologna, sempre durante manifestazioni per la Palestina.

L’opposizione sostiene che il governo di destra stia favorendo risposte dure della polizia per intimorire i manifestanti e il dissenso. Fonti della polizia, parlando sempre con Repubblica, sostengono invece che dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas le forze dell’ordine si trovino a dover gestire un numero molto elevato di manifestazioni, «impensabile fino a qualche mese prima», e che questo contribuisca a impreparazione e problemi.