È stata fissata per il 25 marzo la prima udienza di uno dei processi penali contro l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump

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Donald Trump durante l'udienza (Jefferson Siegel for The New York Times via AP, Pool)

Giovedì un giudice di New York ha fissato per il 25 marzo la prima udienza di uno dei processi penali in cui è coinvolto l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, respingendo quindi la sua richiesta di annullarlo. Trump aveva chiesto che fosse rimandato a dopo le elezioni sostenendo che interferirebbe con la sua campagna elettorale. Trump è il candidato nettamente favorito per le primarie del Partito Repubblicano: quasi sicuramente le vincerà, e affronterà alle elezioni del e novembre l’attuale presidente Joe Biden, del Partito Democratico. In realtà finora Trump ha partecipato a molte udienze in cui la sua presenza diretta non era richiesta, cercando spesso di trasformarle in comizi elettorali.

Il processo in questione riguarda il presunto pagamento di 130mila dollari all’attrice di film porno Stormy Daniels, che Trump avrebbe fatto nel 2016 tramite il suo ex avvocato Michael Cohen per convincerla a non divulgare un rapporto sessuale avuto con lui una decina di anni prima. La procura di Manhattan sostiene che il pagamento non sarebbe stato rendicontato correttamente secondo le rigide norme che regolano le spese dei candidati politici (il pagamento venne effettuato verso la fine della campagna elettorale delle elezioni presidenziali del 2016).

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Trump deve affrontare anche altri tre processi penali (due in cui è accusato di aver cercato di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020, uno per aver conservato illecitamente dei documenti riservati) e uno civile (in cui è accusato di frode). Fra i quattro, quello che inizierà il 25 marzo è considerato il meno problematico: Trump rischia fino a 4 anni di prigione, ma non è detto che sarà condannato al carcere. Il caso federale sul tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni, che riguarda anche l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, rischia invece di escludere la sua candidatura alle elezioni.