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  • Mercoledì 7 febbraio 2024

Nei Paesi Bassi l’estrema destra non sta riuscendo a formare un governo

Dopo la vittoria del partito di Geert Wilders alle elezioni di novembre, un potenziale alleato di coalizione ha abbandonato le trattative

Geert Wilders, 11 settembre 2023 (AP Photo/Peter Dejong)
Geert Wilders, 11 settembre 2023 (AP Photo/Peter Dejong)
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Nei Paesi Bassi è fallito l’accordo per formare un nuovo governo guidato dal Partito per la Libertà (PVV), il partito di estrema destra di Geert Wilders: uno dei tre potenziali futuri alleati del PVV, Pieter Omtzigt, leader di Nuovo Contratto Sociale (NSC), ha abbandonato all’improvviso i negoziati facendo riferimento a dei disaccordi su come affrontare la questione delle finanze pubbliche. Geert Wilders, che sta provando da mesi a trovare un accordo per diventare primo ministro del paese, ha detto di essere «incredibilmente deluso».

Il Partito per la Libertà di Geert Wilders era stato il più votato alle elezioni parlamentari di fine novembre: aveva preso oltre il 23 per cento dei voti, ma aveva ottenuto solo 37 seggi sui 76 necessari a formare una maggioranza parlamentare. Da mesi Wilders aveva dunque avviato le trattative con il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) dell’ex primo ministro Mark Rutte, che alle elezioni aveva ottenuto 24 seggi, con il Movimento dei contadini e dei cittadini (BBB, un partito populista e vicino alla destra nato da una serie di proteste nel 2019) che aveva ottenuto 7 seggi e con l’NSC di Omtzigt, 20 seggi.

– Leggi anche: Il leader di estrema destra che ha vinto a sorpresa nei Paesi Bassi

Omtzigt è un politico particolare: benché abbia un’esperienza di circa vent’anni, in vista delle elezioni di novembre aveva cercato di interpretare una richiesta di cambiamento che molti elettori ed elettrici nei Paesi Bassi sembravano avvertire come necessaria. Aveva concentrato la propria campagna elettorale su una retorica anti establishment e sulla volontà di non farsi troppo coinvolgere in polemiche e litigi. È sostenitore di politiche di sinistra in economia, e di destra sull’immigrazione e sull’interruzione volontaria di gravidanza. Prima delle elezioni aveva dichiarato che non si sarebbe mai alleato con l’estrema destra di Geert Wilders, e che avrebbe invece potuto formare un governo sia con il VVD che con il cartello elettorale fra Partito Laburista e Sinistra verde (PvdA-GL), il secondo partito più votato in novembre con il 15,6 per cento dei voti e 25 seggi.

La televisione pubblica olandese NOS sostiene che l’NSC potrebbe garantire il proprio appoggio esterno a un governo di minoranza, ma per ora non ci sono conferme di cosa succederà. Senza l’NSC Wilders non sembra avere altre possibilità per formare un governo di maggioranza. Sembra però complicata anche l’ipotesi di una coalizione che escluda il partito di Wilders dato che servirebbe un accordo fra quasi tutte le altre maggiori forze politiche che sono, però, anche molto distanti fra loro. Se nessun partito riuscirà a condurre delle trattative per arrivare a una maggioranza, potrebbero essere organizzate nuove elezioni.

I sondaggi dicono che, dallo scorso novembre, il PVV di Wilders ha aumentato il proprio consenso passando dal 24 per cento al 32 per cento. Se si andasse di nuovo al voto otterrebbe 50 seggi, 13 in più rispetto a quelli guadagnati in novembre, non ancora sufficienti a raggiungere la maggioranza di 76.