C’è un forte aumento di casi di morbillo in Europa
Nel 2023 l'OMS ha raccolto segnalazioni di 42mila casi rispetto ai meno di mille dell'anno precedente: c'entra anche la pandemia da coronavirus
Negli ultimi mesi in Europa si è registrato un forte aumento dei casi di morbillo, che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito preoccupante. Nel 2023 l’OMS ha ricevuto segnalazioni di 42mila casi da 41 dei 53 paesi che fanno parte di quella che chiama “Regione Europea”, un’ampia area che oltre ai paesi dell’Unione Europea comprende numerosi altri stati compresi Kazakistan, Russia e Turchia. I casi sono aumentati di circa 45 volte rispetto a tutto il 2022 quando ne erano stati segnalati 942.
I dati, comunicati a dicembre e integrati questa settimana, sono stati ripresi negli ultimi giorni dall’OMS con alcune iniziative di comunicazione soprattutto sui social network per sensibilizzare sull’importanza della vaccinazione, l’unica soluzione per tenere sotto controllo i casi e ridurre gli effetti della malattia. La prevenzione contro il morbillo viene effettuata con la somministrazione nei primi anni di vita del vaccino MPR, che offre protezione anche contro la parotite (gli “orecchioni”) e la rosolia.
Il morbillo è una malattia infettiva del sistema respiratorio, è causato da un virus ed è altamente contagioso. Si trasmette per via aerea e chi la contrae diventa contagioso circa tre giorni prima dei sintomi e fino a una settimana dopo la comparsa delle pustole rosse su buona parte del corpo (esantema).
La malattia, oltre allo sfogo cutaneo, causa tosse, raffreddore e febbre alta, che di solito raggiunge picchi intorno ai 40 °C. Il morbillo può essere la causa di molte complicazioni, dalla polmonite all’encefalite (una pericolosa infezione che interessa il cervello e il resto del sistema nervoso centrale contenuto nella scatola cranica) passando per otiti di media entità.
Negli anni, il vaccino MPR ha consentito di immunizzare centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, riducendo sensibilmente i casi di morti da morbillo. Si stima che ogni mille casi di morbillo muoiano fino a tre bambini a causa delle complicazioni respiratorie e neurologiche indotte dalla malattia. Per questo motivo da tempo l’OMS e le istituzioni sanitarie in molti paesi hanno consigliato o resa obbligatoria la vaccinazione.
Secondo i dati dell’OMS, nel 2023 il morbillo non ha riguardato solamente i bambini, ma diverse altre fasce di età: due casi su cinque hanno interessato bambini tra 1 e 4 anni, mentre un caso su cinque ha riguardato persone adulte con più di 20 anni. Tra gennaio e ottobre 2023 in Europa sono state ricoverate 21mila persone e sono stati registrati almeno 5 morti a causa della malattia in due paesi.
L’aumento dei casi di morbillo è stato in parte ricondotto a un rallentamento nelle vaccinazioni tra il 2020 e il 2022, quindi durante la fase più acuta della pandemia da coronavirus. L’OMS ha calcolato che oltre 1,8 milioni di bambini non abbiano ricevuto il vaccino in quel periodo segnato da grandi difficoltà nel fornire assistenza sanitaria, ma anche da una certa avversione a recarsi in ospedale se non per le emergenze, nel timore di poter essere contagiati.
Nell’estate del 2022 il rischio di una forte riduzione delle vaccinazioni era stata segnalata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). All’epoca la direttrice, Andrea Ammon, aveva previsto che ci sarebbero stati ritardi nelle vaccinazioni per almeno due gruppi di bambini: quelli che avevano tra i 12 e i 14 mesi di età all’inizio della pandemia, e quelli che avevano raggiunto la medesima età nel 2021. Il problema sembrava avere una minore portata per i bambini con età tra i 5 e i 6 anni, cioè quando si riceve una seconda dose per immunizzare quel 2-5 per cento per i quali non è sufficiente la prima somministrazione.
Il paese che ha segnalato il maggior numero di casi di morbillo nel 2023 è il Kazakistan, che tra dicembre 2022 e novembre 2023 ha rilevato 13.677 contagi. Seguono poi la Russia con 10.710 casi e il Kirghizistan con 5.452. La situazione è difficile anche in Turchia, Azerbaigian e Romania. Nel Regno Unito sono stati segnalati 183 casi, molti meno, ma comunque significativi per un’economia sviluppata occidentale.
Per quanto riguarda l’Italia, l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità (ISS) pubblicato a settembre e riferito ai primi 8 mesi dell’anno indicava undici casi di morbillo: 9 confermati in laboratorio e due segnati come “possibili”. Il maggior numero di casi era stato rilevato in Lombardia con tre segnalazioni. Oltre la metà dei pazienti aveva un’età compresa tra i 15 e i 39 anni.
La diffusione del morbillo tra le persone adulte è di solito strettamente legata alla percentuale di popolazione vaccinata e/o immunizzata attraverso la malattia (con tutti i rischi che ne conseguono). La malattia può essere tenuta sotto controllo se il tasso di vaccinati è almeno del 95 per cento, ma in Europa negli ultimi anni si è registrata una sensibile diminuzione. È stato calcolato che dal 96 per cento del 2019 si sia scesi al 93 per cento del 2022. Il dato è in linea con la riduzione legata al periodo della pandemia, ma in alcuni paesi ha influito anche l’esitazione vaccinale.
Il vaccino MPR negli anni è stato spesso osteggiato dai movimenti contro i vaccini, nati soprattutto in seguito alla disinformazione e a un vecchio e fraudolento studio scientifico del 1998, da tempo smentito da tutte le più importanti organizzazioni sanitarie del mondo compresa l’OMS e ritirato dalla stessa rivista The Lancet, che lo aveva pubblicato alla fine degli anni Novanta.