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  • Martedì 9 gennaio 2024

Chi è stato Franz Beckenbauer

Un calciatore elegantissimo, un allenatore vincente e un dirigente controverso, tra le altre cose

(Ansa)
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Il calciatore tedesco Franz Beckenbauer, considerato uno dei più grandi difensori della storia, è morto lunedì 8 gennaio a 78 anni. Agli inizi della sua carriera fu un’ala sinistra di ottime prospettive; successivamente giocò prima a centrocampo e poi in difesa, distinguendosi in entrambi i casi per un carisma e uno stile di gioco elegantissimo e con pochi eguali per i tempi, che gli valsero il soprannome di “Kaiser” (“Imperatore” in tedesco).

Dopo la fine della sua carriera da giocatore fu un allenatore di grande successo, vincendo tra le altre cose i Mondiali del 1990 con la nazionale della Germania Ovest: 16 anni prima aveva vinto quella competizione come calciatore, battendo in finale i Paesi Bassi nei primi Mondiali disputati in casa dalla Germania. È uno dei pochissimi calciatori a esserci riuscito: condivide questo primato con il brasiliano Mário Zagallo, morto il 5 gennaio a 92 anni, e con il francese Didier Deschamps. Nella fase finale della sua carriera Beckenbauer fu un dirigente molto discusso, in particolare per il suo ruolo nell’organizzazione dei Mondiali di calcio che si svolsero in Germania nel 2006.

Beckenbauer nacque l’11 settembre del 1945 a Monaco di Baviera: figlio di un impiegato delle poste e di una casalinga, trascorse l’infanzia nel quartiere di Giesing. Iniziare a giocare a calcio non fu un grosso problema: il suo appartamento, infatti, si trovava di fronte al campo sportivo dell’AS Monaco 1906, la squadra locale in cui trascorse i primissimi anni della sua carriera.

Nel 1959, a 14 anni, entrò a fare parte della squadra giovanile del Bayern Monaco, la squadra più importante della sua città e più in generale del calcio tedesco. Esordì in prima squadra cinque anni dopo, il 6 giugno 1964, in una partita di Seconda divisione (l’equivalente della serie B per il campionato tedesco) contro il St. Pauli, una delle squadre di Amburgo.

Anche se negli anni successivi avrebbe fatto la storia interpretando il ruolo di difensore come pochi altri prima di lui, inizialmente giocava in avanti: durante il suo periodo nel settore giovanile aveva fatto parlare di sé per i molti gol segnati come ala sinistra, per il suo carattere turbolento e per i suoi continui litigi con l’allenatore della Primavera Rudi Weiß.

Il giorno dell’esordio contro il St. Pauli il Bayern Monaco vinse per 4 a 0, e Beckenbauer si distinse sin da subito per personalità segnando l’ultimo gol. Alla fine della stagione la squadra vinse il campionato e tornò in Bundesliga, la massima divisione del calcio tedesco. Nel frattempo Beckenbauer era diventato un titolare fisso: concluse la stagione segnando 16 reti, di cui 5 su rigore, e si iniziò a parlare di lui come uno dei talenti più promettenti del calcio tedesco. Avrebbe giocato al Bayern Monaco fino al 1977, diventandone il calciatore più rappresentativo. In quei 13 anni vinse quattro campionati, una Coppa delle Coppe, quattro coppe tedesche, tre Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale.

Si distinse per uno stile di gioco elegantissimo e per la sua abilità nei dribbling, che ai tempi erano delle caratteristiche difficili da trovare in un difensore. Provando a definire lo stile di Beckenbauer l’autore uruguaiano Eduardo Galeano, che fu un grande appassionato di calcio, scrisse che «contro la dominante tendenza al calcio di pura forza, modello divisione Panzer, lui dimostrava che l’eleganza può essere più poderosa di un carrarmato e la delicatezza più penetrante di un obice».

Iniziò a cambiare ruolo grazie alle intuizioni di Zlatko Čajkovski, allenatore jugoslavo del Bayern Monaco negli anni Sessanta, che nel 1966 decise di farlo giocare a centrocampo per sfruttare la sua abilità nei passaggi. Il suo ruolo cambiò definitivamente nel 1972, quando l’allenatore della Germania Ovest Helmut Schön scelse di spostarlo in difesa, ma senza affidargli i canonici compiti di contrasto e marcatura, lasciandogli la libertà di posizionarsi nelle zone di campo necessarie per interrompere le azioni offensive.

Per la sua carriera fu un’evoluzione importante: grazie alla sua visione di gioco e alla sua abilità nei lanci aveva la possibilità di dare inizio alle azioni, senza preoccuparsi troppo degli avversari. Divenne insomma un “libero”, ruolo che aveva cominciato a essere utilizzato da molte squadre agli inizi degli anni Cinquanta, soprattutto nel campionato italiano, e che oggi è scomparso del tutto. Il cambio di posizione diede uno slancio ulteriore alla sua carriera: nel 1972 vinse il suo primo Pallone d’Oro, successo che avrebbe replicato quattro anni dopo.

Nel 1977, dopo 13 anni al Bayern Monaco, andò a giocare negli Stati Uniti, dove fu messo sotto contratto dai New York Cosmos, club con il quale vinse tre campionati nordamericani in quattro stagioni. Nel 1980 tornò in Germania per giocare con l’Amburgo, con cui vinse la Bundesliga l’anno successivo, all’età di 35 anni. Tornò a New York nel 1983, disputando la sua ultima stagione nei Cosmos e ritirandosi dal calcio giocato a 38 anni.

Anche la sua carriera nella nazionale fu piena di successi, sia come calciatore che come allenatore. A partire dal 1971 diventò il capitano della Germania Ovest: l’anno dopo vinse il campionato d’Europa, e nel 1974 vinse i Mondiali disputati in casa battendo in finale in Paesi Bassi, in una partita che lo vide contrapporsi al calciatore olandese Johan Cruijff, con cui ebbe un rapporto d’amicizia molto stretto ma anche una forte rivalità sportiva.

Sedici anni dopo tornò a vincere questa competizione da allenatore, battendo in finale l’Argentina nella finale dei Mondiali ospitati dall’Italia. Beckenbauer ebbe qualche successo anche nei suoi pochi anni sulla panchina del Bayern Monaco: nel 1994 subentrò nel ruolo di allenatore a Erich Ribbeck e vinse la Bundesliga, la tredicesima nella storia del club.

Dopo la fine della sua esperienza da allenatore, Beckenbauer divenne un dirigente di grande peso politico e influenza. Nel 2002 divenne direttore amministrativo del Bayern Monaco, club di cui sarebbe diventato presidente onorario nel 2009. Nel 2006 fu il presidente del comitato organizzatore dei primi Mondiali ospitati dalla Germania unita, gli ultimi vinti dalla nazionale italiana: le sue attività di lobbismo per assicurare alla Germania quell’edizione dei Mondiali furono molto criticate.

Come ha ricostruito Dario Saltari in un approfondito articolo pubblicato su L’Ultimo Uomo, nel luglio del 2000, pochi giorni prima del voto per decidere la sede di quei Mondiali, l’ex amministratore delegato di Adidas Robert Louis-Dreyfus fece un bonifico da 6,7 milioni di euro al comitato presieduto da Beckenbauer. Quei soldi, ufficialmente, sarebbero serviti ad organizzare una serata di gala della FIFA per il giorno di apertura dei Mondiali tedeschi, ma secondo lo Spiegel, uno dei periodici tedeschi più autorevoli, sarebbero stati utilizzati per corrompere i quattro rappresentanti asiatici del comitato esecutivo della FIFA, convincendoli a votare per la Germania, che alla fine si impose sul Sudafrica per un solo voto. Tuttavia, Beckenbauer respinse queste accuse, scaricando la responsabilità su Robert Schwan, suo ex consigliere morto nel 2002.

Dal 2007 al 30 marzo 2011 fu vicepresidente della Fifa (la federazione internazionale che governa il calcio), quando il presidente era Sepp Blatter. Nel 2016, quando Blatter finì al centro di uno scandalo per alcuni episodi di corruzione, Beckenbauer venne multato dal comitato etico della FIFA per via del suo rifiuto di collaborare nell’indagine relativa l’assegnazione del campionato del mondo 2022 al Qatar, che fu caratterizzata da diversi episodi di corruzione.