Le testimonianze che smentirebbero la versione di Pozzolo

Secondo il Corriere della Sera sono due e coincidono nell'accusare il deputato di Fratelli d'Italia di avere sparato

Emanuele Pozzolo (Facebook)
Emanuele Pozzolo (Facebook)
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Domenica un articolo di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera riporta quelle che descrive come due testimonianze importanti raccolte dai magistrati che stanno indagando sul colpo sparato dalla pistola del deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo la notte di Capodanno, che ha ferito un uomo alla gamba. Secondo Sarzanini, le due testimonianze coincidono e accusano Pozzolo di avere sparato il colpo, smentendo la sua versione, secondo la quale a sparare con la sua pistola sarebbe stato qualcun altro.

Parlando dei testimoni, Sarzanini scrive che «la loro identità viene al momento tenuta riservata ma è già stato escluso che possano essersi messi d’accordo anche perché hanno ruoli diversi e sono stati comunque ascoltati poco dopo il fatto». Non è chiaro perciò se si tratti di alcune delle persone le cui testimonianze erano già emerse nei giorni scorsi. La procura di Biella sta ricostruendo quanto avvenuto alla festa, e per farlo saranno determinanti principalmente le deposizioni dei testimoni, visto che a quanto sembra il test dello stub, che serve a rivelare i residui lasciati da un colpo d’arma da fuoco sul corpo e sui vestiti di una persona, è stato fatto solo ore dopo lo sparo, quando Pozzolo è tornato in caserma per consegnare i vestiti che in precedenza non aveva voluto fornire ai carabinieri.

Lo sparo è avvenuto poco dopo l’una di notte del primo gennaio, nei locali della Pro Loco di Rosazza, un piccolo paese in alta valle Cervo di cui è sindaca Francesca Delmastro, sorella di Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia. Pozzolo non era stato invitato alla cena, scrive il Corriere, ma si è presentato comunque dopo la mezzanotte per salutare. Alcune testimonianze riportate da Sarzanini sostengono che fosse «un po’ su di giri, piuttosto brillo».

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Lo sparo è avvenuto all’interno dei locali, mentre molte persone erano fuori che stavano mettendo nelle automobili all’esterno le cose utilizzate durante la festa. La persona colpita è Luca Campana, genero di un uomo che lavora nella scorta di Delmastro: constatata la gravità della ferita è stata chiamata l’ambulanza.

Sono arrivati anche i carabinieri, che hanno raccolto le prime testimonianze e fatto le prime verifiche. Secondo Sarzanini, Pozzolo ha subito confermato che la pistola – un piccolo revolver North American Arms LR22 – era sua, ma ha negato di avere sparato. Avrebbe però rifiutato di consegnare i vestiti per il test dello stub, sostenendo di non poter tornare a casa svestito, e portandoli poi solo la mattina dopo in caserma.

Il Corriere riporta il contenuto di tre testimonianze raccolte dai carabinieri tra i presenti. Uno era fuori dalla sala al momento dello sparo, ma gli altri due erano invece lì, e secondo Sarzanini entrambi hanno sostenuto senza dubbi che sia stato Pozzolo a sparare, non volontariamente ma per «un incidente». Su questo aspetto in questi giorni si stanno concentrando diversi dubbi, visto che una pistola non può sparare “da sola”, ma deve essere caricata e predisposta, e il grilletto deve essere premuto fino in fondo con una certa forza.

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Il caso dello sparo alla festa di Rosazza sta mettendo in grossa difficoltà Fratelli d’Italia e la sua leader, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Pozzolo è stato sospeso dal partito.