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  • Mercoledì 3 gennaio 2024

Una pistola non può sparare da sola

I colpi non partono «accidentalmente», serve premere il grilletto con una certa pressione e fino in fondo per azionare il meccanismo

pistola
(AP Photo/John Locher, File)
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Il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, proprietario della pistola che ha ferito un 31enne durante una festa di Capodanno in provincia di Biella, ha detto di non essere stato lui a sparare e poi ha aggiunto un’espressione molto utilizzata in questi casi: «Il colpo è partito accidentalmente». La sua versione è stata contraddetta da un agente di polizia che ha partecipato alla festa, e nel frattempo la procura di Biella sta indagando sull’accaduto: Pozzolo è indagato per lesioni aggravate.

Non è raro leggere sui giornali giustificazioni simili a quella di Pozzolo («mentre puliva l’arma inavvertitamente partiva un colpo», «mostrava l’arma a un amico e improvvisamente partiva un colpo»), tentativi di spostare l’attenzione sull’arma piuttosto che sul modo in cui è stata maneggiata. In realtà, per come sono progettate e costruite, le pistole non possono sparare da sole.

Le pistole sono armi che servono a scagliare un proiettile lontano sfruttando l’energia del gas creato dalla combustione. I modelli naturalmente possono variare moltissimo, e ogni azienda ha una sua particolare progettazione relativa al disegno e ai meccanismi interni, ma alcuni componenti sono essenziali in quasi tutte le pistole: i più importanti sono il grilletto, il cane, il percussore.

Il grilletto è la parte esterna del meccanismo di scatto che va premuto per azionare l’arma. Il cane, in inglese chiamato “hammer”, cioè martello, si trova nella parte posteriore della pistola: viene azionato dal grilletto e serve a colpire il percussore che a sua volta provoca lo sparo urtando una capsula a percussione, l’innesco più diffuso. A quel punto il gas prodotto dalla detonazione crea una pressione che spinge il proiettile fuori della canna. La cartuccia è composta dalla carica detonante, dall’innesco e dal proiettile, tutto contenuto in un bossolo metallico.

Ci sono altri componenti che hanno quasi tutte le pistole: il caricatore dove vengono inserite le cartucce da sparare, il castello che contiene il meccanismo per azionare il cane e quindi il percussore, e infine il calcio, cioè l’impugnatura. Nelle pistole moderne sono presenti alcuni sistemi meccanici come il blocco automatico del percussore per consentire lo sparo esclusivamente quando si preme il grilletto fino in fondo. A meno che la pistola non sia modificata artigianalmente o molto usurata, l’eventualità di uno sparo accidentale è praticamente nulla anche in caso di caduta dell’arma.

Le pistole si distinguono principalmente tra rivoltelle, o revolver, e semiautomatiche. Anche se i componenti sono simili, il funzionamento tra i due modelli è diverso soprattutto nel caricamento dell’arma. Nell’immaginario collettivo, i revolver sono il tipo di pistola utilizzati nei film western: le cartucce vengono inserite in un tamburo circolare che dopo ogni sparo ruota manualmente o automaticamente allineando una nuova cartuccia al percussore e alla canna consentendo di sparare il colpo successivo.

Il numero dei colpi dipende dal calibro: più il calibro è grande e meno sarà lo spazio disponibile nel tamburo. Una volta sparato il proiettile, le cartucce rimangono nel tamburo. Il revolver spesso non ha la sicura manuale, cioè un pulsante che aziona un meccanismo per bloccare il grilletto, ma ha comunque un sistema meccanico che blocca lo sparo in caso di caduta.

Nelle pistole semiautomatiche le cartucce vanno inserite in un caricatore che le spinge verso la canna attraverso un sistema a molla. La prima cartuccia va caricata nella canna spingendo indietro il carrello, la parte mobile che scorre sulla canna attraverso guide orizzontali. Il movimento del carrello viene chiamato in gergo scarrellamento. La pressione dovuta alla detonazione di ogni sparo sposta indietro il carrello tramite il cosiddetto rinculo. Questa azione permette di estrarre il bossolo dalla canna attraverso un buco laterale d’uscita, di armare il cane e di caricare la pistola con una nuova cartuccia: per questo si chiama semiautomatica.

Un’altra distinzione importante riguarda il meccanismo di sparo ad azione singola o doppia azione. Nei revolver ad azione singola, quando si preme il grilletto si aziona il cane e quindi il percussore. Prima di sparare un colpo, il cane deve quindi essere armato manualmente portandolo indietro con il pollice. In quelli a doppia azione, con lo sparo viene armato anche il cane: in questo modo si può sparare in successione soltanto premendo il grilletto.

Anche le semiautomatiche possono essere a singola o doppia azione, ma la distinzione è diversa e possono sempre sparare in successione premendo più volte solo il grilletto. Nel caso specifico, la pistola di Pozzolo è una North American Arms LR22, un revolver in miniatura lungo 10 centimetri, ma pur sempre un revolver, con un meccanismo ad azione singola e senza ponticello, cioè l’anello di protezione del grilletto.

In qualsiasi caso il comportamento e l’attenzione della persona che impugna l’arma è essenziale per far partire il colpo. «La prima cosa da dire è che un’arma per sparare deve essere carica» dice Alessandro Pavan, esperto di armi e carabiniere in congedo. «Inoltre la pistola non può sparare da sola perché il ciclo di sparo che fa sganciare il cane e successivamente colpire il percussore funziona solo se si preme il grilletto, in nessun altro modo».

La forza necessaria a far scattare il meccanismo di scarico è diversa a seconda del modello di pistola. Molto dipende dalla distinzione tra azione singola e doppia azione. «Nelle pistola a singola azione serve una forza di circa un chilo» continua Pavan. «In quelle a doppia azione la forza è più del doppio, circa 2,5 chili. In ogni caso non basta assolutamente sfiorare il grilletto». Nelle pistole a doppia azione il grilletto è anche in posizione più avanzata perché deve azionare il meccanismo interno per armare nuovamente il cane.

Anche se il rischio di uno sparo accidentale è nullo, chi maneggia una pistola deve seguire alcune semplici regole. «L’accorgimento principale viene chiamato finger discipline e consiste nel tenere il dito sempre fuori dalla guardia del grilletto, chiamato anche ponticello» dice Pavan. «Fino a quando non c’è davvero l’esigenza di sparare non va mai inserito il dito nel ponticello per evitare qualsiasi tipo di pressione, a maggior ragione con il cane armato e il colpo in canna e magari in condizioni di stress. Il grilletto va premuto solamente quando si ha la certezza che si deve sparare». Un’altra regola essenziale, e sempre valida, riguarda il semplice possesso di una pistola: «Chiunque si trova ad avere a che fare con una pistola o con un’arma deve maneggiarla come se fosse carica, solo in questo modo si possono prevenire disattenzioni» dice Pavan.