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  • Lunedì 25 dicembre 2023

Il “presepe” di Pompei che non lo era

Nel parco archeologico sono state trovate tredici statuine in terracotta presentate in questi giorni, ma il Natale non c'entra niente

Statuine di terracotta trovate a Pompei
Immagine tratta dal sito del Parco archeologico di Pompei
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Pochi giorni fa durante gli scavi di un’antica residenza nel Parco archeologico di Pompei sono state trovate tredici statuine di terracotta, simili a quelle che di tanto in tanto riemergono sia in questa che in altre aree archeologiche. Diversi giornali e agenzie di stampa italiani ne hanno dato notizia parlando di un cosiddetto “presepe” dell’antica Pompei, e notando come la loro scoperta sia avvenuta proprio durante il periodo natalizio. Ovviamente non può essere un presepe, visto che le prime rappresentazioni della nascita di Gesù risalgono agli anni intorno al 1200 e che la distruzione di Pompei risale al 79 dopo Cristo: il modo in cui erano disposte le statuine ha fatto ipotizzare agli esperti che fossero piuttosto elementi votivi usati per un antico rito pagano.

Le statuine sono state scoperte nella Regio V, insula 6 – Via del Vesuvio, un’area del parco archeologico in cui erano in corso gli scavi e le opere di restauro della cosiddetta casa di Leda e il Cigno, che prende il nome da un affresco ritrovato sulla parete di uno dei suoi locali. Il sito del parco spiega che sono alte circa 15 centimetri e che molte sono di figure umane, ma ce ne sono altre che rappresentano una noce, una mandorla, la testa di un gallo in argilla e una pigna in vetro.

La casa di Leda e il Cigno fu scoperta tra il 2018 e il 2019 nell’ambito dei lavori del cosiddetto Grande Progetto Pompei. Le statuine sono state ritrovate in un ambiente vicino ai locali in cui erano in corso i lavori.

In particolare le sculture sono state trovate in posizione eretta, su un piano orizzontale, in una zona due metri al di sopra del piano del pavimento: probabilmente erano conservate su uno scaffale in un vano che, per via delle decorazioni trovate nella parte superiore delle pareti, si pensa potesse trovarsi nell’atrio della casa.

Il Parco archeologico dice che in base ai primi studi sembra che alcuni soggetti rimandino al mito di Cibele e Attis, che è «connesso al ciclo vitale delle stagioni e della fertilità della terra e dunque all’equinozio di primavera».

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