La Camera ha votato contro la riforma del MES

L'Italia è l'unico paese dell'Eurozona a non averla ratificata: probabilmente un nuovo voto sarà possibile solo dopo le elezioni europee

Federico Freni, sottosegretario al ministero dell'Economia durante il voto (Mauro Scrobogna /LaPresse)
Federico Freni, sottosegretario al ministero dell'Economia durante il voto (Mauro Scrobogna /LaPresse)
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La Camera dei deputati ha votato contro la ratifica della riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, conosciuto soprattutto con l’acronimo MES: un’istituzione che esiste da una decina di anni e che serve per aiutare i paesi dell’Eurozona in grave crisi economica. Hanno votato contro Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 Stelle. Forza Italia si è astenuta, così come l’Alleanza Verdi e Sinistra. Partito Democratico, Italia Viva e Azione hanno votato a favore.

È un esito notevole, che ha un importante valore sia sostanziale che politico. Sostanziale perché di fatto blocca per tutti i 20 paesi che fanno parte del MES l’entrata in vigore di una riforma importante, che avrebbe introdotto tra le varie cose un meccanismo di aiuti in caso di diffuse crisi bancarie. La riforma era già stata approvata da tempo, anche dall’Italia, e doveva solo essere ratificata dai vari parlamenti nazionali entro il 31 dicembre. A parte l’Italia, tutti i paesi interessati avevano già concluso il procedimento di ratifica. Da quando è entrato in carica il governo di Giorgia Meloni aveva rinviato più volte il voto.

A livello politico invece il voto è importante perché mostra per la prima volta una netta divisione tra i partiti che compongono la maggioranza di governo: Fratelli d’Italia e Lega hanno votato contro la ratifica, mentre si sono astenuti Forza Italia e Noi Moderati (un piccolo partito di centrodestra che sostiene il governo di Giorgia Meloni). Questo perché in passato le posizioni assunte sul MES erano state molto diverse: Fratelli d’Italia e la Lega si erano espressi in modo molto duro sia contro la riforma del MES che contro lo strumento stesso, costruendo un pezzo del proprio consenso su questo tema mentre erano all’opposizione. Forza Italia si era sempre dimostrata piuttosto neutra, se non addirittura favorevole.

Con questo risultato con ogni probabilità il voto sulla ratifica del MES sarà rinviato a dopo le elezioni europee, in programma a giugno del 2024: è possibile che nel frattempo venga ripresentato un disegno di legge per la ratifica del trattato, ma il parlamento non può discutere una proposta di legge analoga a quella bocciata prima di sei mesi.

Fratelli d’Italia e Lega hanno sempre legato al MES diversi slogan della loro propaganda antieuropea, definendo il MES un opprimente meccanismo burocratico europeo e sostenendo che limiterebbe la libertà dei singoli paesi di compiere in autonomia le loro scelte in ambito economico. Hanno contribuito a rendere il dibattito italiano intorno al MES quasi del tutto politico, e le conseguenze di questa “politicizzazione” si sono rivelate complicate da gestire per il governo di Giorgia Meloni: per come è stata impostata la retorica sul MES, per Meloni approvare la ratifica oggi avrebbe significato rinnegare in parte davanti all’opinione pubblica le durissime campagne denigratorie che il suo partito, Fratelli d’Italia, aveva portato avanti insieme alla Lega. Sarebbe stato rischioso in vista delle elezioni europee e avrebbe potuto portare a una perdita di consensi.

In realtà l’ambito di applicazione del MES è una materia assai poco politica e molto più tecnica, soprattutto per quel che riguarda quest’ultima riforma. Il MES è un’organizzazione intergovernativa che comprende i paesi che hanno l’euro, e che serve a mettere in comune il denaro di tutti e a utilizzarlo in caso di necessità, secondo il principio per cui all’interno di una stessa zona monetaria i problemi economici di un paese possono facilmente ripercuotersi sugli altri. L’approvazione della riforma peraltro non metteva in discussione l’esistenza del MES, che continuerà a esserci in ogni caso nella sua vecchia forma.