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  • Venerdì 15 dicembre 2023

Cosa succede se l’Ucraina rimane senza soldi

Gli aiuti sono bloccati sia in Europa sia negli Stati Uniti: il governo ucraino ha ancora qualche mese prima di essere costretto a prendere decisioni complicate

di Davide Maria De Luca

(AP Photo/Efrem Lukatsky)
(AP Photo/Efrem Lukatsky)
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Giovedì notte il Consiglio Europeo, cioè l’organo che raccoglie i capi di stato e di governo dell’Unione Europea, ha deciso di non procedere immediatamente all’approvazione dei nuovi finanziamenti all’Ucraina, a causa del veto del primo ministro ungherese Viktor Orbán. Questa decisione, che rimanderà di mesi l’invio di oltre 50 miliardi di euro di aiuti promessi dalla Commissione Europea, si unisce al fatto che anche nel Congresso degli Stati Uniti gli aiuti all’Ucraina previsti dall’amministrazione del presidente Joe Biden sono bloccati.

A partire da gennaio, dunque, il governo ucraino potrà contare soltanto sugli aiuti di partner come Giappone e Regno Unito, insufficienti a coprire le sue spese. L’Ucraina ha ancora tempo a disposizione prima di trovarsi senza soldi. Ma la situazione è grave e se non sarà risolta potrebbe diventare potenzialmente disastrosa.

Gli aiuti che gli alleati destinano all’Ucraina sono usati in due modi: vengono trasferiti direttamente al governo ucraino sotto forma di donazioni o prestiti a lungo termine a interessi molto bassi, oppure vengono utilizzati per acquistare armi da spedire nel paese. Grossomodo si può dire che l’Unione Europea contribuisce soprattutto al bilancio del governo ucraino, mentre gli Stati Uniti finanziano gran parte delle spese militari.

Senza questi aiuti, difficilmente l’Ucraina potrebbe proseguire il conflitto o, per farlo, dovrebbe chiedere sacrifici alla sua popolazione molto superiori a quelli affrontati fino a ora. Per quest’anno e per il prossimo, il governo prevede un deficit pari a circa il 20 per cento del PIL, cioè oltre 40 miliardi di euro: una cifra imponente anche per un paese ricco e in pace. Gli aiuti degli alleati sono l’unico modo di finanziarne la quasi totalità (esiste ancora un mercato dei titoli di stato ucraini grazie al quale il governo potrebbe finanziarsi, ma con le incertezze della guerra i possibili compratori privati sono molto pochi e chiedono interessi molto alti).

Paesi come Regno Unito, Giappone, Canada e istituzioni internazionali come il Fondo monetario internazionale hanno già garantito all’Ucraina circa 10 miliardi di euro per il 2024. Se aggiungiamo il denaro che sarà raccolto dalla vendita di titoli di stato, restano scoperti circa 30 miliardi di euro che avrebbero dovuto essere finanziati da Unione Europea e Stati Uniti.

Se questi aiuti non arriveranno nel corso del prossimo anno, il governo dovrà tagliare il suo bilancio di quasi un terzo. Con la spesa pubblica già ridotta all’osso a causa dei tagli imposti dalla guerra (per dare un’idea: dall’inizio dell’invasione la spesa per l’istruzione è stata tagliata del 30 per cento, quella sanitaria del 10) significherebbe una difficile scelta tra continuare ad acquistare armi o pagare pensioni e stipendi pubblici.

Ma, per fortuna dell’Ucraina, questa decisione non dovrà essere presa subito, nel mese di gennaio, quando la gran parte dei fondi già stanziati dagli alleati sarò ufficialmente esaurita. «Il ministero delle Finanze ha riserve di valuta estera e altre risorse accantonate che gli consentiranno di andare avanti per almeno i primi due mesi del 2024», spiega Yurii Gaidai, economista del Centro per le strategie economiche, un think tank di Kiev.

Si tratta di un lasso di tempo che molti ritengono sufficiente per arrivare a un compromesso tanto in Europa quanto al Congresso degli Stati Uniti. Un nuovo Consiglio Europeo per discutere gli aiuti all’Ucraina, ad esempio, è già stato convocato a gennaio, mentre si discute della possibilità di finanziare il paese a livello bilaterale, cioè tramite accordi diretti tra gli stati membri e l’Ucraina, aggirando così potenziali veti.

Nel frattempo il leader della maggioranza Democratica al Senato degli Stati Uniti, Chuck Schumer, ha annunciato un nuovo voto sul pacchetto di aiuti per la prossima settimana. Il provvedimento è bloccato dai Repubblicani, che chiedono in cambio del loro voto alla Camera – dove hanno la maggioranza – l’approvazione di nuove regole molto restrittive sull’immigrazione. La visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington, questa settimana, non è riuscita a risolvere la situazione, ma l’annuncio di Schumer indica che le trattative tra i due partiti sono ancora in corso e che forse ci sono margini per un compromesso.

Un altro elemento positivo per l’Ucraina è che, nonostante lo stallo sugli aiuti, le sue forze armate non rischiano di restare senza armi e munizioni nel breve termine. Una delle ragioni è che il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta proseguendo con le sue forniture, anche se a un passo più lento che in passato – il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato una nuova consegna da 200 milioni di dollari proprio mentre Zelensky si trovava a Washington.

Può sembrare sorprendente, visto che pochi giorni fa la stessa Casa Bianca aveva annunciato l’esaurimento dei fondi destinati all’Ucraina. Un escamotage contabile spiega questa apparente contraddizione. Gli Stati Uniti inviano armi all’Ucraina in due modi diversi: il primo, e più importante, sfrutta contratti di fornitura a lungo termine assegnati ad aziende produttrici di armi; il secondo si basa sul prelievo di armi e munizioni già presenti nei magazzini delle forze armate americane.

I fondi destinati al primo metodo sono esauriti e teoricamente lo sono anche quelli destinati a coprire il costo delle scorte di magazzino, ma pochi mesi fa il dipartimento della Difesa americano ha dichiarato di aver commesso un «errore contabile» nel calcolare il valore totale delle attrezzature di riserva spedite in Ucraina. Questo «errore» ha liberato 6,2 miliardi di dollari aggiuntivi, grazie ai quali munizioni di artiglieria, missili contraerei e altre attrezzature continuano a essere inviati in Ucraina e lo saranno, almeno, per i primi mesi del 2024.

Mentre le spedizioni di armi dagli Stati Uniti si stanno riducendo di quantità, quelle dall’Europa stanno aumentando. Gran parte degli aiuti militari dagli stati membri arriva grazie ad accordi bilaterali che aggirano la necessità di ottenere l’unanimità al Consiglio Europeo. Secondo i dati del Kiel Institute, la Germania ha ormai inviato un totale di oltre 17 miliardi di euro in aiuti militari, oltre un terzo del totale americano. Ieri è arrivato l’annuncio dell’arrivo in Ucraina di una terza batteria di missili antiaerei Patriot tedeschi, il cui valore è stimato in circa un miliardo di euro.

Il governo ucraino, le sue forze armate e molti analisti occidentali criticano ancora oggi la lentezza e l’insufficienza degli aiuti militari a Kiev, in particolare le forniture delle munizioni di artiglieria, ma si tratta di problemi politici che durano da tempo e che, almeno nel breve termine, non rischiano di peggiorare. Se però il blocco ai nuovi aiuti, in particolare quelli americani, dovesse proseguire per gran parte del 2024, la situazione delle forze armate di Kiev è destinata a peggiorare. Di quanto dipenderà dalle risorse che gli altri alleati dedicheranno a sostituire i mancati aiuti americani e dalla capacità del governo ucraino di mobilitare ancora di più la sua industria militare.

Tag: ucraina