Come è fatto Threads

Il nuovo social network di Meta molto simile a Twitter è appena arrivato nell'Unione Europea e ci si stanno iscrivendo in molti

(Illustration by Justin Sullivan/Getty Images)
(Illustration by Justin Sullivan/Getty Images)
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Da giovedì è disponibile anche nell’Unione Europea Threads, il nuovo social network sviluppato da Meta (il gruppo di Facebook e Instagram) per fare diretta concorrenza a X (ex Twitter) e approfittare dello scontento tra molti suoi utenti, dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk che ha portato a un certo caos sulla piattaforma. Threads era stato lanciato negli Stati Uniti e in un centinaio di altri paesi nel mondo lo scorso luglio, mentre il suo accesso era stato bloccato nell’Unione Europea in attesa di alcune verifiche sulla sua compatibilità con le leggi europee che regolamentano le attività delle grandi piattaforme online.

Il nuovo servizio è strettamente legato a Instagram, uno dei social network di maggior successo di Meta, che in questi mesi ha permesso alla società di far crescere rapidamente la quantità di nuovi iscritti a Threads. Nei giorni intorno al lancio estivo, il social network aveva accumulato in poco tempo oltre 100 milioni di iscritti, complice sia la facilità di iscrizione tramite Instagram sia una certa curiosità per il nuovo sistema. Probabilmente proprio lo stretto legame tra i due social network aveva spinto Meta a mantenere qualche cautela in più e ad attuare qualche ulteriore verifica prima di renderlo disponibile nell’Unione Europea.

Meta ha inoltre introdotto alcune modifiche per ridurre la dipendenza di Threads da Instagram. I post pubblicati dagli utenti su Threads possono essere letti senza avere un profilo, ma questo è necessario se si vuole interagire per esempio per mettere dei “Mi piace” o rispondere ai contenuti pubblicati da un altro utente. L’opzione di proseguire senza un profilo è indicata chiaramente nella pagina iniziale di Threads, che consiglia comunque di proseguire utilizzando il proprio account Instagram e scaricando l’applicazione del social network da App Store per gli iPhone o da Google Play per gli smartphone Android.

La procedura di iscrizione è piuttosto rapida e semplifica la ricerca delle persone che si conoscono o che comunque si seguono già su Instagram, e che potrebbero essere anche sulla nuova piattaforma. Il sistema propone infatti di seguire gli stessi account e inserisce in una lista in attesa quelli che ancora non sono presenti su Threads, pur esistendo su Instagram. In questo modo, man mano che si iscrivono al nuovo social network li si potrà seguire automaticamente, senza doverli andare nuovamente a cercare (l’account del Post è qui).

Le restanti impostazioni del profilo, come la fotografia e la biografia, possono essere importante direttamente da Instagram senza compilarle nuovamente. Le notifiche su buona parte delle attività che si svolgono dentro Threads sono attive in modo predefinito, quindi se ne potrebbero ricevere molte sia su chi ha iniziato a seguire il proprio profilo, sia su chi ha messo dei “Mi piace” ai post o ha lasciato un commento. Dalla sezione “Impostazioni” del profilo si possono disattivare le notifiche per alcuni tipi di interazioni, come avviene già su Instagram.

Come era già stato fatto notare a luglio, per il resto Threads assomiglia moltissimo a X sia nelle modalità di funzionamento sia nell’idea che aveva originariamente Twitter: pubblicazione di testi brevi e alta interazione tra gli utenti con commenti, una sorta di chat sempre pubblica. Oltre al testo, in un thread si possono pubblicare immagini, GIF, video, link, sondaggi e messaggi vocali. In quest’ultimo caso la registrazione avviene tramite il microfono dello smartphone, come per un vocale su WhatsApp, e l’audio può poi essere riprodotto oppure letto tramite una funzione che trascrive automaticamente il contenuto.

I thread (cioè i post su Threads) possono essere commentati, ripubblicati e condivisi proprio come avviene con i post su X. Si possono mettere i “Mi piace” e c’è una funzione per aggiungere un commento, che come i thread stessi può anche contenere menzioni, in modo che li vedano altri utenti, e hashtag. Le risposte vengono organizzate in conversazioni, che possono essere visualizzate separatamente riducendo un po’ la confusione che di solito si genera quando ci sono molte interazioni. Come sugli altri social network, gli utenti molesti possono essere silenziati, bloccati o segnalati. In questo caso, la segnalazione dei thread funziona come su Instagram e attiva un processo, automatico o manuale a seconda dei casi, per valutare se il contenuto pubblicato sia offensivo o comunque non rispetti le regole decise da Meta.

Nella sezione “Attività”, raggiungibile dall’icona a forma di cuore nella barra al fondo dell’applicazione, vengono mostrati i vari tipi di interazioni. Si possono vedere i nuovi follower, le risposte ai propri thread, le menzioni e le citazioni, così come i repost e le interazioni da parte di profili verificati. La quantità di filtri è maggiore rispetto a quella disponibile su X nella funzionalità analoga, che prevede maggiori automatismi come un “filtro qualità” sul quale da diverso tempo vengono segnalati malfunzionamenti.

Quando era stato presentato a luglio, Threads aveva attirato l’attenzione di esperti e utenti perché era con ogni evidenza una soluzione alternativa a X, realizzata in un momento di grande difficoltà per quel social network in seguito ai grandi cambiamenti decisi da Musk. Complice la semplice via di accesso tramite Instagram, in pochi giorni Threads aveva raccolto milioni di utenti, ma erano stati sollevati quasi da subito dubbi sulla capacità del social network di mantenere l’interesse così alto e di attirare nuovi utenti diventando davvero concorrenziale rispetto a X, che esiste da circa 17 anni. L’accessibilità nell’Unione Europea per altri 450 milioni di persone dovrebbe favorire un’ulteriore crescita di Threads, anche se il servizio ha mostrato di faticare a mantenere alto il coinvolgimento dei propri utenti.

Threads ha comunque mostrato di avere le potenzialità per essere un’alternativa credibile a X tra ottobre e novembre, quando molte persone hanno iniziato a cercare notizie e aggiornamenti sull’attacco di Hamas in Israele e sulla conseguente guerra nella Striscia di Gaza. Mentre su X i sistemi di moderazione sono molto meno efficienti rispetto a un tempo, permettendo la circolazione di numerose notizie false e di messaggi d’odio, su Threads la situazione è stata relativamente più tranquilla, spesso con un maggior numero di fonti affidabili e verificabili. Secondo alcune analisi, in quell’occasione il social network si è rivelato una valida alternativa a X in un ambito dove di solito Twitter eccelleva: il racconto della strettissima attualità.

In precedenza Adam Mosseri, il dirigente di Meta responsabile di Threads e noto per alcune delle principali innovazioni introdotte su Instagram negli ultimi anni, aveva detto che in realtà il nuovo social network non avrebbe fatto nulla per incentivare la condivisione delle notizie. Meta in passato aveva ricevuto grandi critiche per come aveva gestito la circolazione delle notizie, soprattutto su Facebook durante la campagna delle presidenziali statunitensi del 2016 che vedeva contrapposti Donald Trump e Hillary Clinton, quando erano state messe in circolazione numerose informazioni false. Da allora la società ha cercato di ridurre la presenza delle notizie, incentivando invece la pubblicazione di contenuti relativi alla vita di tutti i giorni dei propri utenti.

Se la rimozione di buona parte dei filtri e delle limitazioni ha reso la ricerca di informazioni su X un po’ caotica e in alcuni casi rischiosa, le regole più rigide su Threads implicano che in alcuni casi non si possano ottenere facilmente informazioni su alcuni argomenti. La ricerca di informazioni sulla pandemia da coronavirus è per esempio pesantemente limitata: se si cerca COVID si viene rimandati a una pagina del ministero della Salute per avere informazioni sulla malattia, ma non si possono invece trovare i post delle persone che ne hanno parlato sul social network. Anche in questo caso l’obiettivo, come su Instagram, è di limitare l’eventuale circolazione di notizie false sul coronavirus, ma si perde la possibilità di trovare spunti e argomenti sul tema.