Medici Senza Frontiere chiuderà una clinica ad Haiti dopo che un paziente è stato ucciso da una banda criminale

Il foro lasciato da un proiettile dopo un attacco a un altro ospedale a Port-au-Prince (AP Photo/Odelyn Joseph)
Il foro lasciato da un proiettile dopo un attacco a un altro ospedale a Port-au-Prince (AP Photo/Odelyn Joseph)

La ONG Medici Senza Frontiere (MSF) ha annunciato che chiuderà temporaneamente una clinica nella capitale di Haiti, Port-au-Prince, a causa delle minacce alla sicurezza dei suoi operatori. In un comunicato di giovedì l’organizzazione ha detto che chiuderà il Centro per le emergenze di Turgeau, nel centro della città, per condurre un’analisi dei rischi. Le altre cliniche dell’organizzazione a Port-au-Prince rimarranno aperte.

Martedì poco fuori dal Centro un paziente è stato prelevato da un’ambulanza e ucciso con colpi di arma da fuoco da un gruppo di uomini armati, mentre veniva trasferito verso un ospedale specializzato. Non è la prima volta che le potenti bande criminali di Port-au-Prince attaccano gli ospedali. A novembre un gruppo di uomini armati circondò un ospedale bloccando per qualche ora gli operatori e i pazienti al suo interno, prima dell’arrivo della polizia. Un altro ospedale di Medici Senza Frontiere rimase chiuso fra luglio e agosto a causa di un attacco simile, e un altro ancora a marzo.

Medici Senza Frontiere è una delle più grandi e note organizzazioni internazionali che forniscono assistenza sanitaria, fra le altre cose, in contesti di guerra o di povertà, e una delle poche attive ad Haiti. Da alcuni anni a Port-au-Prince bande criminali molto potenti e violente hanno preso il controllo di diversi quartieri della città. Molte persone hanno dovuto lasciare le proprie case, e i gruppi criminali sono accusati di omicidi, rapimenti, stupri e incendi dalle organizzazioni per i diritti umani.

A ottobre l’ONU aveva approvato una missione internazionale per contrastare le bande criminali, invocata dallo stesso governo haitiano. Dovrebbero parteciparvi più di dieci paesi e dovrebbe essere guidata dal Kenya, dove però la sentenza di un tribunale ha bloccato l’invio di forze di polizia in territorio straniero. Fra gli altri paesi che dovrebbero prendervi parte ci sono Giamaica, Barbados e Antigua e Barbuda.

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