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  • Domenica 10 dicembre 2023

La lunga attesa per fare il passaporto, ancora

In molte città gli appuntamenti continuano a essere disponibili dopo molti mesi, un disservizio che dura da quasi un anno

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(Questura di Lucca)
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Dall’inizio dell’anno in quasi tutte le città italiane è diventato molto complicato prenotare un appuntamento per ottenere o rinnovare il passaporto, documento indispensabile per viaggiare fuori dall’Unione Europea. L’attesa è molto lunga, in alcuni casi di diversi mesi, e spesso il portale online delle questure dove vengono messi a disposizione gli appuntamenti risulta addirittura inaccessibile. Il governo ha promesso più volte di risolvere il problema, ma finora non c’è riuscito.

L’associazione dei consumatori Altroconsumo ha diffuso i risultati di un’indagine fatta in 17 città italiane. Chi ha bisogno del documento deve aspettare 10 mesi a Venezia, quasi 8 a Bolzano, 7 a Cagliari, mentre a Bologna, Genova, Milano, Pordenone, Potenza e Torino non è possibile prenotare nemmeno l’appuntamento. Le cose vanno meglio in altre città come Roma, dove secondo la rilevazione l’attesa non supera i dieci giorni. Anche a Perugia, Pescara e Palermo gli appuntamenti sono disponibili in tempi brevi. Altroconsumo sta rilevando i tempi di attesa da un anno e i miglioramenti riscontrati sono stati poco significativi, anzi in molte città la situazione è decisamente peggiorata.

Interpellati da diversi giornali locali, i funzionari delle questure hanno attribuito i disservizi all’aumento delle richieste avvenuto dopo le restrizioni introdotte per via della pandemia: le domande sono aumentate moltissimo perché al numero normale di richieste si sono aggiunte quelle delle persone che negli ultimi tre anni non avevano rinnovato i documenti. Anche Brexit, cioè l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ha avuto conseguenze sul numero delle richieste e quindi sui tempi di attesa.

All’inizio di febbraio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva risposto a due interrogazioni parlamentari sul tema. Piantedosi aveva ammesso i disservizi e aveva promesso di risolvere i problemi in breve tempo, senza però chiarire come. Una delle ipotesi di cui si era discusso riguardava il miglioramento del sistema informatico delle questure per evitare i blocchi di accesso.

A giugno Piantedosi aveva poi annunciato l’adeguamento tecnologico della piattaforma online per le prenotazioni e aveva assicurato l’organizzazione di open day e l’apertura di sportelli dedicati alle urgenze. In effetti in molte città le questure hanno lasciato aperti gli sportelli anche di domenica per rispondere alle tante richieste: nonostante questi accorgimenti l’attesa non è diminuita.

Durante l’estate, inoltre, diverse questure hanno comunicato alcuni dati ai giornali locali per rispondere alle critiche diffuse sui social network: per esempio è emerso che molte persone che avevano chiesto il passaporto non l’avevano poi ritirato quando disponibile. È successo a Torino, Cuneo, Bergamo, Treviso, Pordenone e altre città.

Una possibile soluzione al problema è stata proposta un mese fa con la presentazione del progetto Polis di Poste Italiane, che secondo i piani permetterà di gestire la richiesta e la consegna dei passaporti negli uffici postali dei comuni con meno di 15mila abitanti sgravando di lavoro le questure, a cui spetterà soltanto il controllo dei requisiti. «Andiamo verso un superamento radicale della criticità, perché con un accordo che abbiamo fatto con Poste Italiane con il progetto Polis avremo la possibilità di realizzare un decentramento della consegna e della richiesta dei passaporti, attraverso la rete pulviscolare degli sportelli postali sul territorio nazionale», ha detto Piantedosi.

Poste Italiane aveva assicurato che il servizio sarebbe stato operativo da dicembre: alcuni uffici hanno aperto, ma sulla gestione dei passaporti non ci sono novità. Nel frattempo Altroconsumo ha organizzato una raccolta firme per chiedere al governo un intervento più rapido e risolutivo.

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