Fare il passaporto è ancora un’impresa

Il governo aveva promesso di ridurre le attese, ma i primi appuntamenti continuano a essere disponibili soltanto dopo molti mesi

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(LaPresse)
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Sabato 22 aprile gli uffici della questura di Torino sono rimasti aperti in via eccezionale per smaltire una parte delle tantissime domande presentate per ottenere il passaporto. Nonostante fosse la quarta apertura straordinaria del 2023, la dodicesima nell’ultimo anno, i funzionari non sono riusciti a soddisfare le tantissime persone che da mesi cercano di fare o rinnovare il documento: in quasi tutte le città italiane le attese sono lunghissime da molti mesi. All’inizio di febbraio il governo aveva promesso di intervenire per risolvere i problemi, ma da allora non ci sono state grosse novità, anzi fare il passaporto continua a essere un’impresa.

Fino all’inizio dell’anno i disservizi sembravano limitati a medie e piccole città, con appuntamenti disponibili soltanto a distanza di alcuni mesi, fino a otto nei casi peggiori. Ora sembra che il problema ci sia anche nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli dove l’attesa per il passaporto è molto più lunga rispetto allo scorso anno. Inoltre diverse persone hanno segnalato difficoltà di accesso al portale online delle questure: in molti casi si blocca nel momento della prenotazione oppure risulta offline.

Interpellati da diversi giornali locali, i funzionari delle questure attribuiscono i disservizi all’aumento delle richieste avvenuto dopo le restrizioni introdotte per via della pandemia. Negli ultimi mesi le domande sono aumentate moltissimo perché al numero normale di richieste si sono aggiunte quelle delle persone che negli ultimi tre anni non avevano rinnovato i documenti. Anche Brexit, cioè l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ha avuto conseguenze sul numero delle richieste e quindi sui tempi di attesa.

Secondo i dati diffusi dalla Polizia, nei primi due mesi del 2023 sono stati rilasciati 412.385 passaporti, con la previsione di farne circa 2,5 milioni entro la fine dell’anno. In tutto il 2022 ne erano stati rilasciati 1,8 milioni. Sono 900mila i passaporti in scadenza entro la fine dell’anno.

All’inizio di febbraio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva risposto a due interrogazioni parlamentari sul tema. Piantedosi aveva ammesso i disservizi e aveva promesso di risolvere i problemi in breve tempo, senza però chiarire come. Una delle ipotesi di cui si era discusso riguardava il miglioramento del sistema informatico delle questure per evitare i blocchi di accesso.

La ministra del Turismo Daniela Santanché aveva assicurato che il governo avrebbe «adottato misure urgenti per risolvere una problematica complessa, ferma da tempo, e che ora sta ulteriormente penalizzando il comparto del turismo». Il 6 febbraio Santanché ha detto che la soluzione sarebbe stata trovata al massimo in dieci giorni. A due mesi di distanza, tuttavia, non ci sono novità sulle soluzioni promesse.

In una nota diffusa all’inizio di marzo, la Polizia ha detto di aver organizzato “task force” dedicate per aumentare i giorni e gli orari di apertura degli uffici. In molte città italiane sono state organizzate aperture straordinarie a cui si possono presentare le persone anche senza un appuntamento preso sul portale online. È stata inoltre attivato un osservatorio sul numero delle domande presentate ogni giorno per aumentare i turni di lavoro a seconda delle necessità. Sono tutti rimedi parziali e non nuovi: già lo scorso anno, infatti, molte questure hanno organizzato open day senza riuscire a risolvere del tutto il problema.