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  • Lunedì 4 dicembre 2023

Il Venezuela ha approvato l’annessione di una regione della Guyana

Tramite un referendum voluto dal presidente autoritario Nicolás Maduro: ora non è chiaro cosa succederà

Venezuela Guyana
(AP Photo/ Matias Delacroix)
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Domenica con un discusso referendum gli elettori venezuelani hanno votato in favore dell’annessione al territorio nazionale della Guayana Esequiba, una regione della Guyana, un piccolo stato a est del paese. La Guayana Esequiba è un territorio perlopiù non urbanizzato, ricco di petrolio e risorse naturali, che il Venezuela rivendica come proprio da circa due secoli: il referendum era considerato un tentativo del presidente venezuelano autoritario Nicolás Maduro di aumentare la propria popolarità in vista delle elezioni dell’anno prossimo, ma come prevedibile ha fatto aumentare le tensioni con la Guyana, che lo ha ritenuto una provocazione esplicita. Al momento non è chiaro cosa succederà alla luce della vittoria del sì.

Secondo il centro elettorale nazionale (CNE), il referendum è stato approvato con oltre il 90 per cento dei sì e un’affluenza vicina al 50 per cento. Tre ore prima della chiusura dei seggi il presidente del CNE, Elvis Amoroso, aveva detto che avevano votato circa 10 milioni di persone, su una popolazione totale di oltre 28 milioni. Il ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino López, ha espresso soddisfazione per il risultato del voto.

Il referendum di domenica proponeva di creare nella regione di Esequibo uno stato venezuelano, da incorporare nel territorio del paese, e di estendere la cittadinanza venezuelana agli abitanti dell’area, il tutto senza il permesso della Guyana. Proponeva anche di opporsi con tutti i mezzi alla «pretesa» della Guyana di «disporre unilateralmente di un mare ancora da delimitare, illegalmente e in violazione del diritto internazionale» e di togliere alla Corte Internazionale di Giustizia la giurisdizione sulle dispute territoriali alla Guayana Esequiba.

Il governo di Maduro aveva sostenuto l’annessione del territorio con un’enorme campagna nazionalista fatta con concerti, mostre fotografiche e vendita di merchandising. Alcuni oppositori politici di Maduro, come l’ex candidato alle presidenziali Henrique Capriles, avevano deciso di partecipare al voto, mentre altri, come quelli del partito Volontà Popolare o la vincitrice delle primarie delle opposizioni, María Corina Machado, avevano invitato gli elettori a boicottarlo. Dall’altro lato la Guyana aveva detto che non avrebbe riconosciuto i risultati del referendum, e il ministro degli Esteri del paese, Robert Persaud, aveva scritto che le rivendicazioni del Venezuela avevano portato «livelli di tensioni senza precedenti tra i due paesi».

Non è comunque chiaro cosa farà adesso il governo del Venezuela. La creazione di uno stato venezuelano all’interno di Esequibo rimane una possibilità remota. Qualsiasi tentativo di procedere con l’applicazione del referendum infatti comporterebbe modifiche alla Costituzione del Venezuela e probabilmente richiederebbe un intervento militare, che per ora non sembra un’opzione concreta.

La disputa territoriale sulla Guayana Esequiba, che è grande circa i due terzi della Guyana, è antica. Il territorio faceva parte del Venezuela ai tempi del colonialismo spagnolo. Nel 1811 il Venezuela ottenne l’indipendenza dalla Spagna e la Guayana Esequiba divenne oggetto di una disputa con le potenze coloniali che allora occupavano la Guyana: prima i Paesi Bassi e poi il Regno Unito (motivo per cui in Guyana si parla inglese).

Nel 1899 una sentenza di arbitrato internazionale stabilì che la Guayana Esequiba apparteneva al Regno Unito, che la integrò nella Guyana britannica. Nel 1966, quando la Guyana ottenne l’indipendenza dal Regno Unito, le rivendicazioni venezualane ricominciarono e, nonostante vicende diplomatiche piuttosto complicate, è di fatto rimasta insoluta, anche se la Guyana continua a controllare e amministrare la regione. Nel 2018 la Guyana ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di dichiarare il confine attuale come legittimo e vincolante: la Corte ha preso in carico il caso lo scorso aprile, e per una decisione definitiva potrebbe volerci qualche anno.

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