Le province italiane in cui si vive meglio nel 2023

Secondo la classifica annuale del Sole 24 Ore la più vivibile è quella di Udine, seguita da Bologna e Trento

(Gabriele Tirelli, Unsplash)
(Gabriele Tirelli, Unsplash)

Dal 1990 alla fine di ogni anno il Sole 24 Ore pubblica la sua classifica delle province italiane sulla base della qualità della vita, che mette a punto tenendo in considerazione numerosi fattori, tra cui lavoro, ambiente, salute, sicurezza e cultura. Secondo la classifica di quest’anno, la provincia in cui si vive meglio in Italia nel 2023 è quella di Udine, seguita da quelle di Bologna e Trento. Roma è al 35esimo posto su 107 e Milano all’ottavo, mentre la gran parte dei territori in cui la qualità della vita è più bassa si trova al Sud.

Per realizzare la sua classifica annuale il Sole 24 Ore utilizza 90 indicatori, divisi in 6 grandi categorie: “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia, salute e società”, “giustizia e sicurezza” e “cultura e tempo libero”. L’obiettivo è misurare il benessere nelle varie province italiane a partire dai dati relativi ai 12 mesi precedenti, che vengono forniti da fonti ufficiali, istituzioni e istituti di ricerca, tra cui il ministero dell’Interno e quello della Giustizia, l’Istat (istituto italiano di statistica), l’Inps (l’ente previdenziale nazionale) e la Banca d’Italia. Per ciascuno dei 90 indicatori vengono assegnati mille punti alla provincia con il valore migliore e zero a quella con il peggiore.

La provincia di Udine ha guadagnato 11 posizioni rispetto alla classifica del 2022, in cui la più vivibile era risultata Bologna, seguita da Bolzano e Firenze. In base ai dati raccolti, il Sole ha assegnato a Udine il primo posto per la qualità della vita delle donne, il quarto per la categoria “giustizia e sicurezza” e l’ottavo per la qualità della vita di bambine e bambini. Tra le altre cose, sulla prima posizione hanno influito il numero elevato di palestre, piscine e centri per il benessere in rapporto alla popolazione della provincia (circa 516mila abitanti), ma anche la bassa frequenza di incendi, reati informatici e furti di automobili, e una bassa quantità di famiglie con Isee inferiore ai 7mila euro e di imprese in fallimento.

Bologna, che dal 1990 è stata la provincia italiana più vivibile per cinque volte, ha invece ottenuto il primo posto per la categoria «demografia, salute e società», mentre Trento è stata giudicata la migliore per l’indice di sportività, per la qualità della vita delle persone anziane e per l’ecosistema urbano. Tra le prime dieci ci sono anche Bergamo, capitale italiana della Cultura per il 2023 assieme a Brescia e prima nella categoria “ambiente e servizi”, Monza e Brianza, prima per “ricchezza e consumi”, e Milano, al miglior posto per “affari e lavoro”.

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Nel 2022 Firenze era stata giudicata la terza provincia italiana più vivibile, ma quest’anno ha perso tre posizioni a causa dell’aumento delle denunce di furti e rapine, di quello degli affitti e per via di alcuni nuovi parametri, come il consumo di farmaci contro l’obesità. Sono invece uscite dalle prime dieci posizioni Trieste e Bolzano: la prima è stata penalizzata dai risultati negativi sulla produzione di energia da fonti rinnovabili e sugli investimenti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), la seconda dal numero di scuole accessibili e di farmacie. Un altro dato negativo che ha inciso sulla qualità della vita in molte province, tra cui Rimini, Biella e Modena, è la diminuzione dei risparmi delle persone, dovuta all’aumento generale dei prezzi, dei mutui e delle bollette.

Secondo l’indagine del Sole 24 Ore, 31 delle 40 province italiane in cui si vive peggio nel 2023 si trovano nel Sud o nelle Isole, mentre solo nove sono al Centro e al Nord (Latina, Imperia, Frosinone, Alessandria, Rovigo, Grosseto, Viterbo, Rieti e Massa Carrara). La provincia con la qualità della vita peggiore è Foggia, preceduta da Caltanissetta e Napoli, rispettivamente al 106esimo e al 105esimo posto. Sulla situazione secondo la classifica incidono fattori come la bassa aspettativa di vita, il numero delle imprese in fallimento, il divario nella parità salariale tra uomini e donne (il cosiddetto “gender pay gap”), i livelli di criminalità e la disoccupazione.

Qualche curiosità: Massa Carrara è la prima provincia per numero di librerie ogni 100mila abitanti, 16 contro una media di 7,6; Vibo Valentia è quella con il maggior numero di imprese i cui titolari hanno meno di 35 anni, 12 contro una media di 8,2; e la provincia con più progetti finanziati con i fondi del PNRR è quella di Isernia: 12,3 ogni mille abitanti, mentre la media è di 4,3.

11. Parma
12. Trieste
13. Bolzano
14. Pordenone
15. Brescia
16. Reggio Emilia
17. Como
18. Cremona
19. Padova
20. Treviso
21. Pisa
22. Vicenza
23. Cagliari
24. Ancona
25. Pesaro e Urbino
26. Piacenza
27. Ascoli Piceno
28. Gorizia
29. Sondrio
30. Siena
31. Prato
32. Venezia
33. Varese
34. Ravenna
35. Roma
36. Torino
37. Macerata
38. Lecco
39. Cuneo
40. Forlì-Cesena
41. Pescara
42. Novara
43. Pavia
44. Belluno
45. Arezzo
46. Mantova
47. Genova
48. Lodi
49. Perugia
50. Fermo
51. Rimini
52. Biella
53. Verbano-Cusio-Ossola
54. L’Aquila
55. Asti
56. Vercelli
57. La Spezia
58. Teramo
59. Savona
60. Ferrara
61. Chieti
62. Terni
63. Lucca
64. Pistoia
65. Oristano
66. Livorno
67. Nuoro
68. Rovigo
69. Bari
70. Alessandria
71. Lecce
72. Massa-Carrara
73. Rieti
74. Grosseto
75. Viterbo
76. Campobasso
77. Sassari
78. Benevento
79. Avellino
80. Frosinone
81. Imperia
82. Isernia
83. Potenza
84. Matera
85. Barletta-Andria-Trani
86. Ragusa
87. Latina
88. Salerno
89. Messina
90. Enna
91. Catanzaro
92. Catania
93. Sud Sardegna
94. Agrigento
95. Palermo
96. Vibo Valentia
97. Taranto
98. Caserta
99. Trapani
100. Brindisi
101. Reggio Calabria
102. Cosenza
103. Crotone
104. Siracusa
105. Napoli
106. Caltanissetta
107. Foggia

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