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  • Lunedì 12 dicembre 2022

In quali città italiane si vive meglio nel 2022

Secondo la classifica annuale del Sole 24 Ore la provincia più vivibile nel 2022 è Bologna, seguita da Bolzano e Firenze

Le due torri di Bologna (ANSA/ Giorgio Benvenuti)
Le due torri di Bologna (ANSA/ Giorgio Benvenuti)
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Come accade alla fine di ogni anno dal 1990, anche questo dicembre il Sole 24 Ore ha pubblicato una classifica delle province italiane sulla base della qualità della vita, che tiene conto di diversi fattori, tra cui lavoro, ambiente, salute, sicurezza e cultura.

L’obiettivo dell’indagine del Sole 24 Ore è misurare il benessere nelle varie aree d’Italia a partire da indicatori relativi ai 12 mesi precedenti e forniti da fonti ufficiali, tra cui istituzioni e istituti di ricerca. In base all’analisi di quest’anno, la provincia italiana più vivibile nel 2022 è Bologna, seguita da Bolzano e Firenze. Bologna è prima per la quinta volta nella storia dell’indagine (l’ultima risale al 2020); Bolzano si è sempre ben posizionata tra le prime dieci posizioni e Firenze rappresenta la sorpresa: ha guadagnato otto posizioni rispetto al 2021, che diventano 24 se si parte dal 2020. La città toscana non era così alta in classifica dal 2003, anno in cui risultò la città migliore in cui vivere.

Per mettere a punto la classifica sono stati utilizzati in totale 90 indicatori, divisi in 6 grandi categorie: “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “giustizia e sicurezza”, “cultura e tempo libero” e “demografia e salute”. Ci sono stati aggiornamenti sugli indicatori per tenere conto di nuovi aspetti relativi alla qualità della vita: sono stati introdotti per la prima volta due indici legati all’inflazione su prodotti alimentari ed energetici e la classifica sui consumi energetici (di gas naturale ed elettricità) per abitante. Tra le novità, anche l’indice dei giorni consecutivi senza pioggia rilevati nel 2021, anche se non comprende ancora la grande siccità registrata quest’anno.

Bologna si è classificata prima nella categoria “demografia e salute”, grazie all’altissima presenza di abitanti diplomati e laureati tra i 25 e i 39 anni, ed è al terzo posto in Italia per durata del percorso di studi (11,7 anni, dopo Roma e Trieste). La città emiliana si posiziona seconda nella categoria “ricchezza e consumi”, grazie soprattutto al valore aggiunto (ossia il PIL) prodotto in media da ogni abitante.

Bologna però resta nella parte bassa della classifica se si guarda ai canoni medi di locazione, che assorbono mediamente la metà del reddito degli abitanti, contro una media italiana del 32 per cento. Dopo la pandemia è diventato molto difficile trovare un appartamento o una stanza in affitto nel capoluogo emiliano, anche a causa della concorrenza di Airbnb. La città si posiziona male anche per quanto riguarda “giustizia e sicurezza”, categoria in cui Bologna è al 95° posto (e al 104° per indice di criminalità).

Una variabile che ha piuttosto cambiato le cose rispetto allo scorso anno è l’inflazione e l’aumento del costo generale della vita, una dimensione misurata dall’edizione di quest’anno e che ha fatto scendere nella classifica alcune città metropolitane, notoriamente già di per sé più care rispetto ai piccoli centri.

Milano, che lo scorso anno era in seconda posizione, è ora all’ottavo posto: viene penalizzata, tra le altre cose, dalla elevata incidenza dei canoni di locazione sul reddito medio, pari al 62 per cento e quindi quasi il doppio della media italiana, e dell’aumento generale dei prezzi leggermente più alto della media.

– Leggi anche: Cos’è l’inflazione, spiegato

Roma perde 18 posizioni e si trova al 31° posto in classifica, poco sotto Genova (27esima). La capitale è penalizzata dall’indice di litigiosità, ossia le cause civili iscritte nei tribunali nel primo semestre di quest’anno, e dal terz’ultimo posto nell’indice sintetico che misura il benessere delle generazioni più giovani. Seguono Torino al 40° posto, che ha perso 12 posizioni rispetto al 2021, Palermo all’88° e Napoli al 98°, in discesa di otto posizioni: la prima è stata penalizzata dalla scarsa qualità dell’aria e dall’elevata incidenza di crimini denunciati; la seconda dall’alta quota di beneficiari di reddito di cittadinanza e dai modesti depositi bancari; la terza dalla più elevata densità abitativa e dal record negativo di rapine per strada.

Secondo l’indagine del Sole 24 Ore, la maggior parte delle province italiane in cui si vive peggio nel 2022 si trova al Sud: le tre peggiori in classifica sono Caltanissetta, Isernia e Crotone, rispettivamente alle posizioni 105, 106 e 107. Isernia ha perso ben 25 posizioni rispetto all’anno scorso, penalizzata soprattutto dai pessimi posizionamenti nelle classifiche sull’ambiente e sulla demografia.

11. Cremona
12. Udine
13. Reggio Emilia
14. Bergamo
15. Sondrio
16. Verona
17. Modena
18. Cagliari
19. Gorizia
20. Venezia
21. Treviso
22. Brescia
23. Monza-Brianza
24. Piacenza
25. Pesaro-Urbino
26. Pordenone
27. Genova
28. Ancona
29. Padova
30. Ravenna
31. Roma
32. Lecco
33. Como
34. Forlì-Cesena
35. Belluno
36. Cuneo
37. Arezzo
38. Vicenza
39. Novara
40. Torino
41. Perugia
42. Ascoli Piceno
43. Varese
44. Pescara
45. Prato
46. Rimini
47. Lucca
48. La Spezia
49. Lodi
50. Verbano-Cusio-Ossola
51. Ferrara
52. Livorno
53. Savona
54. Terni
55. Asti
56. Vercelli
57. Grosseto
58. Mantova
59. Macerata
60. Massa-Carrara
61. Viterbo
62. Pavia
63. L’Aquila
64. Pistoia
65. Biella
66. Bari
67. Rieti
68. Teramo
69. Sassari
70. Oristano
71. Alessandria
72. Imperia
73. Fermo
74. Nuoro
75. Chieti
76. Matera
77. Rovigo
78. Lecce
79. Frosinone
80. Latina
81. Campobasso
82. Benevento
83. Barletta-Andria-Trani
84. Avellino
85. Ragusa
86. Agrigento
87. Sud Sardegna
88. Palermo
89. Messina
90. Siracusa
91. Catania
92. Brindisi
93. Trapani
94. Potenza
95. Cosenza
96. Catanzaro
97. Salerno
98. Napoli
99. Caserta
100. Enna
101. Taranto
102. Reggio Calabria
103. Vibo Valentia
104. Foggia
105. Caltanissetta
106. Isernia
107. Crotone