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  • Lunedì 20 novembre 2023

La storia del femminicidio di Giulia Cecchettin, dall’inizio

L'ex fidanzato Filippo Turetta, accusato di averla uccisa, è stato trovato in Germania dopo una settimana di fuga

Il padre e la sorella di Giulia Cecchettin durante una fiaccolata in suo ricordo organizzata domenica a Vigonovo, il paese dove viveva (Lucrezia Granzetti/LaPresse)
Il padre e la sorella di Giulia Cecchettin durante una fiaccolata in suo ricordo organizzata domenica a Vigonovo, il paese dove viveva (Lucrezia Granzetti/LaPresse)
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Domenica è stato arrestato in Germania Filippo Turetta, lo studente 22enne veneto accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, anche lei di 22 anni e veneta. Turetta è stato fermato dalla polizia tedesca dopo una settimana di fuga con la sua auto. Il giorno prima, sabato, era stato trovato il corpo di Cecchettin nella zona tra il lago di Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone. Turetta era indagato per l’omicidio da venerdì, dopo che la procura aveva trovato un video in cui lo si vedeva aggredire, ferire e caricare forzatamente in macchina Cecchettin. Il video era dell’11 novembre, giorno a partire dal quale non si avevano notizie dei due ragazzi.

Il caso sta ricevendo grandi attenzioni da giorni: tutte le informazioni disponibili fanno pensare che quello di Cecchettin sia stato un femminicidio, cioè un omicidio conseguenza di violenze (fisiche ma anche psicologiche) che derivano da una dinamica di potere e controllo alimentata da stereotipi e aspettative di genere, e che sono esercitate sulle donne da uomini a loro vicini o che pensano di esserlo. Sarebbe l’ennesimo: secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno, dall’inizio dell’anno al 13 novembre in Italia sono state uccise 102 donne, 82 delle quali in ambito familiare e affettivo. 53 sono state uccise dal partner o dall’ex partner. Anche per il fatto che si sta parlando moltissimo di questa storia e dei temi che la riguardano, sembra che il governo stia lavorando a un piano per introdurre nelle scuole superiori alcune ore di lezione in cui i ragazzi vengano educati alle “relazioni”.

Cecchettin viveva a Vigonovo, in provincia di Venezia, ed era studentessa di Ingegneria biomedica all’università di Padova, dove si sarebbe dovuta laureare la scorsa settimana. Turetta è iscritto alla stessa facoltà ed è di Torreglia, in provincia di Padova. I due avevano avuto una relazione, che poi Cecchettin aveva deciso di interrompere, ma secondo le informazioni fornite dai familiari avevano continuato a frequentarsi e a studiare insieme.

La sera di sabato 11 novembre Turetta era andato a prendere in macchina Cecchettin per passare qualche ora insieme. L’ultimo messaggio di Cecchettin era stato inviato alla sorella poco prima delle 23 di quel giorno, poi non si erano più avute notizie di entrambi. Un testimone però aveva detto che intorno alle 23:15 aveva visto dal balcone della propria casa un uomo e una donna litigare in un parcheggio a Vigonovo, non distante dalla casa di Cecchettin. Stando a quella testimonianza la donna aveva chiesto aiuto ma era stata poi convinta o forzata a rientrare in macchina. Il testimone aveva chiamato il numero di emergenza, ma nel frattempo la macchina era partita.

Nei giorni successivi erano cominciate le ricerche dei due ragazzi, condotte soprattutto cercando di ricostruire i movimenti dell’auto di Turetta. Inizialmente si cercava tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Alto Adige, poi il passaggio dell’auto di Turetta, una Fiat Grande Punto nera, era stato rilevato in Austria, paese da cui poi sarebbe entrato in Germania.

La procura di Venezia aveva aperto un’inchiesta per scomparsa di persona, poi venerdì, dopo la scoperta del video in cui si vedeva l’aggressione, Turetta era diventato indagato per tentato omicidio. Il video non è stato reso pubblico, ma il contenuto è stato descritto da diversi giornali e agenzie di stampa sulla base delle informazioni ricevute da fonti investigative: sembra che si veda Turetta colpire Cecchettin più volte con le mani, poi inseguirla quando lei cerca di scappare e dopo averla raggiunta colpirla ancora fino a farla cadere a terra. Nelle immagini si vedrebbe poi Cecchettin sanguinante che viene caricata a forza da Turetta sull’auto.

Il giorno dopo, sabato 18, la procura di Venezia aveva annunciato di aver trovato il corpo di una ragazza che era stata immediatamente identificata come Cecchettin. Era stato trovato coperto da alcuni sacchi neri ai piedi di una scarpata della val Caltea nella zona del comune di Barcis, in Friuli. Secondo le informazioni raccolte dall’agenzia Ansa, a un esame esterno del corpo della ragazza da parte del medico legale risulterebbero ferite compatibili con almeno 20 coltellate. Non ci sono ancora i risultati dell’autopsia, ma viene dato per certo che la ragazza fosse già morta quando il suo corpo è stato abbandonato.

Dopo un giorno Turetta è stato arrestato a pochi chilometri dalla cittadina di Bad Dürremberg, vicino a Lipsia, nella Germania orientale. È stato trovato dopo una settimana dall’inizio della sua fuga, a circa mille chilometri da dove era iniziata, a lato di un’autostrada: sembra che l’auto fosse senza benzina e che lui non avesse più soldi per fare rifornimento. Il lato autostradale in cui è stato trovato era quello in direzione sud, cosa che ha fatto ipotizzare che si fosse spinto anche oltre e che stesse tornando indietro. Al momento non ci sono però abbastanza informazioni per confermare questa ipotesi.

Le accuse a suo carico nel frattempo sono di nuovo cambiate: ora Turetta è indagato per omicidio volontario aggravato dal vincolo affettivo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che il ragazzo non si è opposto all’estradizione, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Al momento è detenuto in Germania. A Fossò, il luogo dell’aggressione, è stato trovato un coltello con la lama spezzata: deve ancora essere analizzato per capire se possa essere stato usato per uccidere Cecchettin.