La giunta del Trentino è durata due ore

Il presidente leghista Fugatti non ha concesso la vicepresidenza a Fratelli d'Italia, che ha annunciato le dimissioni dei suoi due assessori

maurizio fugatti
Il presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti (Foto Claudio Martinelli/LaPresse)
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Sabato mattina alle 11 il presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha annunciato i nomi degli assessori della sua nuova giunta, un passaggio atteso dopo le elezioni vinte con un largo consenso. Era attesa anche la nomina a vicepresidente di Francesca Gerosa, esponente di Fratelli d’Italia che nei mesi scorsi si era candidata alla presidenza per poi rinunciare lasciando il posto a Fugatti, leghista, al secondo mandato. Il mancato rispetto dell’accordo fatto prima delle elezioni ha avuto conseguenze immediate: due ore dopo l’annuncio della nuova giunta, Fratelli d’Italia ha detto che non intende farne parte aprendo una crisi nella maggioranza di destra.

In provincia di Trento il rapporto tra Fratelli d’Italia e Lega è sempre stato piuttosto burrascoso. Durante la campagna elettorale molti esponenti di Fratelli d’Italia avevano criticato Fugatti per l’interventismo nella gestione dei grandi carnivori, orsi e lupi, che il presidente vorrebbe abbattere o trasferire in massa. C’erano stati diversi confronti accesi e talvolta espliciti, cioè attraverso dichiarazioni pubbliche durante appuntamenti elettorali e non soltanto nelle riunioni private.

Alle elezioni ci si aspettava una notevole crescita di Fratelli d’Italia, in linea con i risultati ottenuti in altre province. In effetti la crescita c’è stata, ma non sufficiente a superare la Lega: Fratelli d’Italia ha ottenuto il 12,3 per cento dei voti, la Lega il 13,1 per cento e la lista civica di Fugatti il 10,7. Fugatti si è preso diversi giorni per pensare a una composizione della giunta che non scontentasse le forze politiche che l’avevano sostenuto alle elezioni. Alla fine ha deciso di sacrificare le rivendicazioni di Fratelli d’Italia.

Fugatti ha confermato quasi tutti gli assessori uscenti: sono stati nominati il leghista Roberto Failoni, l’esponente della sua lista civica Mattia Gottardi, Mario Tonina del Partito autonomista trentino tirolese (PATT), l’assessora Giulia Zanotelli eletta nella lista della Lega e Achille Spinelli, assessore tecnico della precedente amministrazione, responsabile della lista civica Fugatti. Gli assessori di Fratelli d’Italia erano le uniche due novità: Francesca Gerosa a Istruzione, cultura, giovani e pari opportunità e Claudio Cia a Politiche per la casa, disabilità, mobilità e trasporti, deleghe considerate poco significative da Fratelli d’Italia.

Achille Spinelli è stato nominato anche vicepresidente, una scelta che ha fatto arrabbiare Fratelli d’Italia. Due ore dopo la conferenza stampa di Fugatti il commissario trentino del partito, il deputato Alessandro Urzì, ha inviato un comunicato ai giornali per annunciare le dimissioni dei due assessori. «Vista la composizione della Giunta annunciata dal Presidente Fugatti, Fratelli d’Italia ritiene di poter dare il proprio contributo al bene del Trentino anche senza farne parte», ha scritto Urzì. «Il centrodestra riesce a ben governare la nazione e molte regioni perché i nostri partiti quando ne sono alla guida antepongono, nell’interesse dei cittadini, la coesione della coalizione agli egoismi del proprio partito. Purtroppo in Trentino non sta andando così».

Già durante la presentazione della Giunta, forse consapevole delle polemiche che avrebbero provocato le sue scelte, Fugatti ha detto che la suddivisione delle deleghe «non è incisa nella pietra» e che «c’è sempre lo spazio di manovra per ripensarla». Il tentativo di prevenire la spaccatura con Fratelli d’Italia, tuttavia, non è riuscito. Formalmente i due assessori di Fratelli d’Italia non si sono ancora dimessi, ma non sembrano esserci molte possibilità di rimediare.

In questa situazione non è ancora chiaro come verrà gestita la maggioranza. Diversi giornali trentini hanno scritto che Fratelli d’Italia potrebbe comunque garantire un appoggio esterno, cioè voterebbe i provvedimenti proposti dalla maggioranza senza farne parte. I voti dei cinque consiglieri eletti da Fratelli d’Italia sono decisivi, e il rischio di un assetto simile è che Fugatti si trovi a dipendere dagli ex alleati, che possono sfiduciarlo o bocciare alcuni provvedimenti molto importanti come il bilancio provinciale.