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  • Martedì 14 novembre 2023

Il biografo tedesco di Putin era finanziato da un oligarca russo

Hubert Seipel è noto per documentari e libri sul presidente russo: un'inchiesta ha rivelato che ha ricevuto 600mila euro da Alexei Mordashov

Hubert Seipel con Vladimir Putin nel 2016 (Credit Image: © Michael Klimentyev/Planet Pix via ZUMA Wire)
Hubert Seipel con Vladimir Putin nel 2016 (Credit Image: © Michael Klimentyev/Planet Pix via ZUMA Wire)
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Un’inchiesta condotta da due organizzazioni di giornalisti investigativi in collaborazione con testate come il Washington Post e il Guardian ha rivelato che il noto documentarista e giornalista tedesco Hubert Seipel è stato finanziato con 600mila euro da un oligarca russo molto vicino al presidente Vladimir Putin. Fra il 2018 e il 2019 Alexei Mordashov avrebbe corrisposto tale cifra per sostenere il lavoro del giornalista e in particolare il suo libro Il Potere di Putin: perché l’Europa ha bisogno della Russia.

Seipel è molto noto in Germania, ha scritto libri e girato documentari giornalistici andati in onda sulla televisione pubblica ARD: ha lavorato in passato con i settimanali Stern e Der Spiegel, ha realizzato la prima intervista televisiva a Edward Snowden (ex analista dell’intelligence da anni al centro di una grossa storia di spionaggio negli Stati Uniti), ed era presentato dal suo editore come «l’unico giornalista occidentale ad avere un accesso diretto e personale a Putin». Lo stesso Seipel ha raccontato di aver incontrato «più di cento volte» il presidente russo, su cui ha girato un documentario nel 2012, Io, Putin, e due libri: il primo, del 2015, era una biografia.

Il caso è uno dei primi che coinvolgono un influente giornalista occidentale e presenta prove di ingenti pagamenti in quello che sembra un tentativo del regime di Putin di assicurarsi una rappresentazione giornalistica favorevole.

L’inchiesta dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), già noto per le rivelazioni basate sui cosiddetti «Panama Papers», e dell’organizzazione tedesca di giornalismo investigativo Paper Trail Media è basata su 3,6 milioni di documenti provenienti da sette diverse organizzazioni finanziarie, sei a Cipro e una in Lettonia. Attraverso questi documenti i giornalisti impegnati nell’inchiesta sono stati in grado di ricostruire come le élite russe abbiano nascosto e reso utilizzabili capitali in Europa, nonostante le sanzioni.

Uno dei viaggi in Russia di Seipel, nel 2013 (EPA/ALEXEI NIKOLSKY/RIA NOVOSTI/KREMLIN POOL)

All’interno di questa grande inchiesta sono emersi i finanziamenti dell’oligarca Alexei Mordashov a Seipel: i documenti suggeriscono che non si limitassero ai 600mila euro per l’ultimo libro, ma fossero cominciati già in occasione del primo. Mordashov è un oligarca con interessi in acciaierie e banche e con un patrimonio personale stimato in 20 miliardi di dollari. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina è stato inserito fra gli oligarchi soggetti a sanzioni economiche dell’Unione Europea in quanto «particolarmente vicino» al presidente russo.

Seipel in passato si era occupato della guerra in Kosovo e di energia nucleare e aveva incontrato un prima volta Putin oltre dieci anni fa per un documentario sul settore dell’energia. Era nata l’idea di un documentario sullo stesso Putin, realizzato dopo aver concordato con lo staff del presidente una sessione di interviste e riprese durate molti mesi: il documentario aveva avuto un buon successo e risalto, perché conteneva uno sguardo più personale sul passato e sulla vita del presidente. Seipel aveva seguito Putin a caccia, in combattimenti di judo e in piscina e lo aveva fatto parlare anche della sua infanzia a San Pietroburgo.

Il libro, pubblicato tre anni dopo, era stato criticato perché sembrava sposare in modo un po’ troppo acritico molte delle tesi putiniane. Il contesto tedesco, soprattutto in quegli anni, era per lo più però discretamente favorevole al presidente russo. Pesavano il passato “tedesco” dello stesso Putin, che aveva lavorato per il KGB a Dresda e parla correntemente tedesco, e soprattutto i grandi legami economici fra i due paesi. Leader tedeschi come Gerhard Schröder, ma anche Angela Merkel, hanno portato avanti politiche di inclusione della Russia nell’orbita europea, almeno a livello economico. La Russia ha investito molto anche sul mercato giornalistico tedesco, e media governativi come Russia Today e Sputnik avevano assunto una certa rilevanza in Germania prima dell’invasione russa dell’Ucraina.

Anche dopo lo scoppio della guerra Seipel aveva mantenuto posizioni considerate da molti osservatori come filorusse. Contattato dal Washington Post Seipel ha confermato di aver ricevuto un finanziamento da Mordashov, definendolo come un contributo per le molte spese effettuate per le ricerche per il libro e dicendo che era stato chiarito che questo non avrebbe condizionato la sua «indipendenza di giudizio». I documenti mostrano che il passaggio di denaro avveniva attraverso la finanziaria De Vere Worldwide, con base nelle Isole Vergini Britanniche.

Seipel non ha però voluto rivelare l’entità del finanziamento, del quale non aveva parlato alla casa editrice Hoffmann und Campe. Quest’ultima ha detto di non sapere nulla di queste connessioni e di non avere in programma di pubblicare nuovi libri di Seipel (ne sta scrivendo uno proprio sulla guerra in Ucraina). Mercoledì 15 novembre, in seguito a seguito delle inchieste giornalistiche che hanno rivelato e descritto i legami economici tra Seipel e Putin, la casa editrice tedesca Hoffmann und Campe ha annunciato che smetterà di vendere due libri di Seipel: Putin. Innenansichten der Macht (Putin: il potere dall’interno), pubblicato nel 2015, e Putins Macht (il potere di Putin), pubblicato nel 2021.