• Sport
  • Martedì 14 novembre 2023

Il grande caso di spionaggio nel football universitario americano

Una delle squadre più prestigiose degli Stati Uniti è accusata di aver decifrato in modo illegittimo i segnali in codice delle avversarie

di Pietro Cabrio

Jim Harbaugh, allenatore dei Michigan Wolverines, a colloquio con il suo quarterback (AP Photo/Paul Sancya)
Jim Harbaugh, allenatore dei Michigan Wolverines, a colloquio con il suo quarterback (AP Photo/Paul Sancya)
Caricamento player

La University of Michigan di Ann Arbor è uno degli istituti più prestigiosi del sistema universitario statunitense. Nelle graduatorie e nelle classifiche delle migliori università nordamericane è sempre nelle prime posizioni, appena dopo gli istituti più famosi della Ivy League, quelli che si conoscono bene anche all’estero, come Harvard, Princeton e Yale. Oltre alla loro funzione educativa, le università statunitensi hanno un ruolo essenziale nel sistema sportivo nazionale, costituendo con le loro squadre l’ultimo livello prima del professionismo. Se si considera soltanto la parte sportiva, e in particolare quella legata al football, lo sport nazionale, Michigan è ai primi posti.

I suoi Wolverines sono la quinta squadra con più titoli nazionali e da lì sono passati in tanti, compreso Tom Brady, il quarterback più vincente di sempre, e l’ex presidente degli Stati Uniti Gerald Ford. La squadra gioca le sue partite in uno stadio che contiene quasi 110mila spettatori, e quasi 110mila spettatori si presentano per ogni partita della stagione. È per tutti questi motivi che da giorni negli Stati Uniti si sta parlando del caso di spionaggio che sta coinvolgendo i Wolverines, il loro noto allenatore Jim Harbaugh e un ex capitano dell’esercito statunitense.

Il caso è diventato pubblico a fine ottobre, quando la NCAA — l’organizzazione che gestisce e supervisiona i campionati universitari americani — aveva già iniziato a indagare, arrivando poi a sostenere che Michigan avrebbe utilizzato per almeno tre stagioni una rete di collaboratori per registrare e osservare di persona le squadre avversarie durante le loro partite, in particolare le comunicazioni tra staff e giocatori, cosa vietata dal regolamento NCAA. E proprio nelle ultime due stagioni Michigan è tornata a ottenere ottimi risultati, qualificandosi per due edizioni consecutive dei playoff.

A differenza del football dei professionisti, nel football universitario sono vietate le comunicazioni dirette tramite dispositivi tra staff e giocatori, che quindi comunicano tra di loro da bordo campo con segnali visivi e gesti. Secondo le accuse, Michigan avrebbe predisposto una rete di osservatori proprio per cogliere e successivamente decifrare i segnali in codice delle altre squadre. In uno sport in cui si avanza a suon di schemi, spesso molto complessi, conoscerli in anticipo o perlomeno sapere cosa aspettarsi è un vantaggio enorme che da solo può rappresentare la differenza tra vincere e perdere.

Jim Harbaugh con il resto della squadra (Leon Halip/Getty Images)

Al centro di questa rete di spionaggio ci sarebbe stato un ex capitano dell’esercito statunitense e tifoso dei Wolverines, Connor Stalions, entrato nell’organizzazione della squadra prima come volontario e poi come analista per il reclutamento di giocatori dopo aver scritto un manifesto di 600 pagine sull’identità dell’Università del Michigan. In questi anni Stalions è stato presente tra lo staff dei Wolverines a bordo campo durante le partite del campionato e quindi in contatto con le figure principali della squadra. Il Wall Street Journal ha scritto inoltre che nel 2022 avrebbe comprato una casa da mezzo milione di dollari proprio accanto al campus universitario.

Stalions risulta essere stato licenziato dopo l’inizio delle indagini da parte della NCAA, e lui stesso, tramite i suoi avvocati, ha detto che nessun membro dello staff dei Wolverines era al corrente di quello che faceva, ammettendo di fatto l’illecito: anche perché da quando è stato fatto il suo nome, le squadre avversarie lo hanno trovato sia negli elenchi degli spettatori sia in certe registrazioni televisive, seduto esattamente davanti agli staff avversari, nascosto dietro cappello e occhiali da sole. Ma Stalions si sarebbe anche spinto oltre: sono infatti emerse delle foto che lo ritrarrebbero a bordo campo, camuffato da assistente della Central Michigan University, durante una partita di campionato contro Michigan State, altra squadra universitaria dello stato.

I livelli raggiunti da questa rete di spionaggio, se confermati e associati ad altri membri dello staff di Michigan, potrebbero avere serie ripercussioni sia sulla stagione dei Wolverines che sulla reputazione dell’Università, cosa che si potrebbe riflettere a sua volta nel reclutamento dei giocatori e quindi nel futuro del programma sportivo dell’istituto. La linea difensiva di Michigan sta addossando ogni responsabilità a Stalions, che avrebbe quindi agito da solo, e sarebbe anche in preparazione un dossier con documenti che proverebbero come tre università avversarie (Ohio State, Rutgers e Purdue) si sarebbero associate per decifrare i segnali di gioco dei Wolverines.

Michigan dovrà provare che le condotte delle università rivali abbiano effettivamente violato il regolamento, dato che l’interpretazione dei segnali avversari è consentita, o perlomeno non è vietata, tramite l’analisi dei filmati ufficiali. Tutte le squadre hanno dei reparti che si occupano appositamente di questo, senza contare i rapporti personali: i vari membri degli staff, infatti, possono essere a conoscenza dei segnali di più squadre, per amicizia con altri colleghi o per averci lavorato in passato. È anche per questo motivo che ogni squadra non si affida a un solo sistema di codici.

In ogni caso, a giudicare dai primi provvedimenti, per Michigan non si sta mettendo granché bene. La scorsa settimana l’allenatore Jim Harbaugh, ex giocatore e allenatore di NFL cresciuto proprio nei Wolverines, è stato sospeso per il resto della stagione dalla Big Ten, l’associazione che riunisce alcune delle squadre più prestigiose del paese, i cui procedimenti sono più rapidi di quelli della NCAA, che sta ancora indagando. Harbaugh potrà partecipare agli allenamenti e ad altre attività, ma non potrà far parte della squadra nei giorni delle partite. Intanto all’interno dell’Università il sostegno alla squadra di football è ampio e si è già diffuso un motto, «Michigan contro tutti».

– Leggi anche: Cosa si inventarono gli inglesi per vincere nel rugby