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  • Giovedì 12 ottobre 2023

Cosa sono i tunnel sotto la Striscia di Gaza

Negli anni Hamas ha costruito un'estesa rete di gallerie sotterranee per importare armi e beni di prima necessità: Israele le sta bombardando

Un soldato israeliano all'interno di un tunnel costruito da Hamas, nel 2014 (Ilia Yefimovich/Getty Images)
Un soldato israeliano all'interno di un tunnel costruito da Hamas, nel 2014 (Ilia Yefimovich/Getty Images)
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Giovedì Jonathan Conricus, uno dei portavoce dell’esercito israeliano, ha detto che uno degli obiettivi dei bombardamenti che le forze armate israeliane stanno conducendo sulla Striscia di Gaza sono i tunnel sotterranei che Hamas ha usato per anni nelle sue operazioni militari. Secondo Conricus questi tunnel costituiscono un «secondo livello, sotterraneo» all’interno della Striscia di Gaza, e spesso sono costruiti sotto a zone densamente popolate da civili.

Da anni i miliziani di Hamas costruiscono un’estesa rete di gallerie sotterranee, utilizzate sia per organizzare attacchi e operazioni militari contro Israele che per importare all’interno della Striscia armi e beni di prima necessità. Nelle precedenti guerre tra Israele e Hamas i tunnel sono sempre stati uno degli obiettivi principali dei bombardamenti israeliani, cosa che spesso però ha portato a bombardamenti su aree popolate da civili.

– Leggi anche: Come è fatto l’assedio israeliano a Gaza

I primi tunnel, hanno scritto le studiose Nicole Watkins e Alena James, furono costruiti a partire dagli anni Ottanta per collegare la Striscia di Gaza all’Egitto: in quegli anni non avevano scopi militari, e venivano usati per importare illegalmente beni di vario tipo a Gaza, territorio che allora era occupato da Israele con modalità simili a quelle applicate oggi per la Cisgiordania (quindi con insediamenti separati dal resto del territorio palestinese).

Il punto di sbocco di un tunnel sotterraneo costruito da Hamas, tra la Striscia di Gaza e il sud di Israele, nel 2014 (Ilia Yefimovich/Getty Images)

La rete subì un notevole ampliamento a partire dal 2007, quando Hamas prese il controllo della Striscia di Gaza cacciando con la forza il partito palestinese Fatah, che è relativamente più moderato. In risposta, Israele ed Egitto imposero un rigidissimo embargo sul territorio e presero il controllo di tutto ciò che entra (almeno ufficialmente) a Gaza, compresi il carburante, l’acqua potabile, l’energia elettrica e le medicine. L’importazione di alcuni materiali è completamente vietata, tra cui le apparecchiature elettroniche (che potrebbero essere usate per costruire armi) e i materiali edili.

Il territorio della Striscia è ulteriormente isolato da una recinzione costruita da Israele lungo tutto il confine, che negli anni è stata costantemente rafforzata rendendo molto difficile per gli abitanti di Gaza spostarsi e avere contatti con l’esterno (alcuni tratti della recinzione sono stati abbattuti sabato, un fatto considerato eccezionale). Tra il 2016 e il 2021 Israele rafforzò parti della recinzione costruendo un muro che oltre a svilupparsi in alto penetra profondamente anche sottoterra. Il muro sotterraneo fu descritto come un «progetto tecnologicamente avanzato, che priva Hamas di una delle capacità che ha provato a sviluppare». Si estende per 65 chilometri, è fatto di ferro, cemento e acciaio ed è equipaggiato con centinaia di sensori e telecamere. Non è però stato sufficiente a bloccare i traffici sotterranei di Hamas, che ha sempre continuato a utilizzare le gallerie sotterranee.

Le gallerie si presentano come stretti cunicoli in cui può passare una persona per volta, con i muri generalmente rafforzati in cemento. Alcuni si sviluppano interamente nel sottosuolo della Striscia, mentre altri arrivano sul confine con Israele o con l’Egitto.

Per molti abitanti di Gaza rappresentano una delle poche modalità con cui è possibile ottenere beni di prima necessità, a partire dal cibo e dai medicinali. Hamas però li utilizza anche per scopi militari, per esempio per importare e nascondere armi all’interno del territorio della Striscia. Oggi si stima che la rete si estenda per centinaia di chilometri, e tra le altre cose viene usata dai miliziani per spostarsi ed entrare nel territorio di Israele: per questo il sistema dei tunnel viene spesso soprannominato “la metropolitana” di Gaza.

Soldati israeliani all’interno di un tunnel costruito da Hamas, nel 2013 (AP Photo/Tsafrir Abayov, File)

La rete di gallerie sotterranee costruite e usate da Hamas ha sempre rappresentato un grosso problema per la sicurezza di Israele, e fu uno dei principali motivi con cui il governo israeliano giustificò l’ultima invasione della Striscia, nel 2014. Otto anni prima, nel 2006, Hamas usò uno di questi tunnel per rapire il soldato israeliano Gilad Shalit e portarlo nella Striscia, un evento che aveva avuto enorme risonanza anche fuori da Israele e che aveva alimentato i timori per la sicurezza degli israeliani che abitavano vicino ai confini con la Striscia di Gaza.